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Attivismo finanziario o mera farsa? Giorgia Meloni e le mosse che fanno alzare un sopracciglio

I giornali di questi giorni strombazzano l’attivismo del governo italiano in campo finanziario. Quanto durerà? Fintano che i poteri occulti della plutocrazia tollereranno una farsa che solo apparentemente va nella direzione di salvaguardare gli interessi delle fasce meno agiate, ma è soltanto un pugno di perline gettato sugli occhi di chi da qualche tempo pensa di mettere a soqquadro le piazze.

“Il cdm ha approvato diverse misure, la più importante è la tassazione sui margini ingiusti delle banche”. Giorgia Meloni difende l’intervento sugli extra-profitti varato pochi giorni fa in consiglio dei ministri. La premier parla durante ‘Gli appunti di Giorgia’, il consueto appuntamento con i follower, e tocca varie questioni: dall’intervento sugli istituti di credito, all’abolizione del Reddito di cittadinanza, fino al salario minimo e i provvedimenti sui processi di mafia. Balle?

“Fase difficile, le banche si comportino correttamente” è il motto con cui il governo sembra presentare una mossa audace e incisiva. Ma quanto si può davvero credere che le banche, che per anni hanno dimostrato un affetto smisurato per il denaro, ora si volteranno all’indietro e seguiranno un codice etico auto-imposto? Viviamo in un mondo dove i conti correnti si gonfiano più velocemente dei palloncini a una festa di compleanno, e il governo ci fa credere che un semplice intervento legislativo cambierà tutto.

“Stiamo registrando utili record da parte di molti istituti bancari, per questo siamo intervenuti con la tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse, ovvero la differenza tra l’ammontare degli interessi passivi e attivi delle banche”. Secondo Meloni, sembra che le banche si siano improvvisamente svegliate a una crisi di coscienza e abbiano deciso di rimettere in gioco una parte dei loro guadagni smisurati. Ma chi ci crede veramente? L’unico record che sembrano rompere è quello dell’inganno più sfacciato.

E il salario minimo? Una mossa che sembra un tentativo di accontentare le masse, ma che nasconde una verità più sottile. “Sbagliato stabilirlo per legge”, afferma la premier. Ma chi dovremmo ascoltare? I lavoratori che faticano per arrivare a fine mese o gli esperti politici che sembrano più interessati a mantenere le loro relazioni in alto? La politica è un gioco di parole, ma i conti in banca sono ben reali.

In definitiva, mentre il governo si sforza di presentare un’immagine di attivismo finanziario e preoccupazione per le fasce meno agiate, è difficile non notare l’odore di opportunismo politico che si diffonde nell’aria. Fintanto che il potere tira i fili e la plutocrazia mantiene il suo dominio, queste mosse sembrano nient’altro che un teatro di ombre, una messa in scena per far credere al popolo che qualcosa stia cambiando. Ma come recita il vecchio detto, “acta non verba” – i fatti parlano più delle parole. E fino a quando i fatti non dimostreranno il contrario, rimarremo scettici davanti a queste mosse apparentemente coraggiose.

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