Cresce la rabbia al Sud per la sospensione del reddito, Comuni nel caos

Economia & Finanza

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Da Napoli le proteste si allargano a Taranto e in Sicilia. A Terrasini un uomo ha tentato di dar fuoco alla stanza del sindaco e a sè stesso. La segretaria del Pd Schlein: “Il governo non lasci soli i Comuni i fronte a questa bomba sociale”. Foti (Fdi): “Pd e M5s soffiano sul fuoco”

© Agf  – Reddito di cittadinanza

 

AGI –   L’addio al reddito di cittadinanza ha gettato i Comuni nel caos. Di fronte alla protesta crescente dei cittadini che da un giorno all’altro si sono visti privati del sostegno, nelle amministrazioni locali del sud cresce lo sconforto. È qui infatti che si concentra il più alto numero di percettori.

Uno di loro si è presentato oggi nella stanza del sindaco di Terrasini, in provincia di Palermo, e ha tentato di dare fuoco ai locali e a sè stesso. “Brucio tutto se non mi aiutate”, avrebbe detto l’uomo, un disoccupato di 60 anni che aveva con sè un contenitore con della benzina.

L’uomo è stato soccorso e trasportato in ospedale con una ambulanza del 118. “Sono stati attimi di paura – dice il sindaco Giosuè Maniaci – ma per fortuna non è accaduto niente di irreparabile. Noi comuni non possiamo fare fronte a tutto questo – aggiunge – abbiamo bisogno di aiuti”.

Proteste a Napoli

Una ventina di ex percettori del reddito di cittadinanza sono in presidio davanti alla sede dell’Inps di Napoli, per protestare contro la stretta del Governo sul sussidio. Con loro manifestano anche alcuni attivisti di Potere al popolo e Usb, che hanno promosso il sit-in.

“Le guerre tra poveri le vincono i ricchi”, recita uno striscione. Su un altro campeggia, invece, la scritta “Per loro evasione e vitalizi, per noi schiavitù”. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal direttore della sede Inps di Napoli, Roberto Bafundi.

Taranto gli uffici dei Servizi sociali del Comune sono stati presi d’assalto dai cittadini che, ricevuto l’sms dell’Inps sulla sospensione del reddito di cittadinanza, cercavano risposte e chiarimenti sulla presa in carico, delegata ora ai Comuni. Moltissime anche le chiamate dirette al cellulare dell’assessora comunale, Gabriella Ficocelli.

Assalto ai Servizi sociali del comune di Taranto

“Ci siamo trovati a dover gestire centinaia di persone, di età compresa tra i 18 e i 59 anni a noi sconosciute, perchè in carico ad Arpal o ai ‘Centri per l’Impiego’, ha riferito Ficoncelli. “L’appello che rivolgiamo ai cittadini – ha proseguito Ficocelli – è quello di non recarsi per questo motivo nelle sedi del Comune di Taranto poichè le assistenti sociali e tutto il personale amministrativo non possono fare nulla. La presa in carico avviene attraverso una piattaforma gestita prima dai ‘Centri per l’Impiego’ e solo dopo arriva ai Servizi sociali. Occorre che anche il Governo intervenga immediatamente per chiarire, prima che gli assalti si trasformino in aggressioni”.

Schlein: “È una bomba sociale”

Su questo tasto batte la segretaria del PdElly Schlein, che oggi ha partecipato a un’iniziativa a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, dopo la decisione del governo di sospendere il reddito di cittadinanza. “Noi continuiamo a batterci perchè si torni indietro rispetto a questa scelta nefasta”, ha detto. “Le persone che sono in difficoltà economica, hanno bisogno di supporto e sostegno. Bisogna mettere in campo le misure che servono e non lasciare soli i Comuni, i centri per l’impiego e gli assistenti sociali di fronte a questa bomba sociale”.

Secondo Schlein, “il governo ha scelto di dichiarare guerra ai poveri anzichè fare la guerra alla povertà. La povertà non si sceglie, non è una colpa individuale ma il frutto di scelte politiche sbagliate e servono risposte che in questo momento il governo di Giorgia Meloni sta scaricando sui Comuni, peraltro, definanziati. Questo perchè la stessa manovra che ha cancellato il reddito di cittadinanza non ha messo risorse sui Comuni, quindi, i servizi sociali sono in grande difficoltà”.

Il sindaco di Pesaro: “Avremo la fila ai servizi sociali”

Sulla stessa linea il sindaco di PesaroMatteo Ricci (Pd) che parla di “un Governo approssimativo”, che “banalizza la povertà scaricando il peso sociale addosso ai Comuni. Da oggi avremo la fila di famiglie ai servizi sociali, e non abbiamo risposte perchè senza risorse e senza personale”.

Ricci sottolinea che “le persone alle quali è stato tagliato il reddito solo in piccola parte verranno assorbite nel mondo del lavoro. Tutte le altre si rivolgeranno ai servizi sociali dei comuni che non hanno strumenti alternativi per aiutarli, se non tamponando per poche settimane. Il reddito di cittadinanza andava riformato non abolito”.

+Europa: vergognoso scaricare i problemi sui Comuni

Molto critico verso l’esecutivo Marco Bosi, membro della segreteria di +Europa e assessore al Bilancio del Comune di Parma. “L’atteggiamento del governo Meloni che scarica ancora una volta i problemi sui Comuni è vergognoso”,  denuncia.

E parlando dell’episodio di Terrasini:  “Le responsabilità di questa tensione sociale sono tutte in capo al governo che per una pura questione ideologica ha abbandonato centinaia di migliaia di persone e – cosa ancora più grave – ha tentato di indirizzare la loro rabbia verso i sindaci e i comuni, primo baluardo a sostegno dei più deboli”.

Conte: “Meloni fermi questo disastro sociale”

Su Facebook  il presidente M5s Giuseppe Conte lancia un nuovo appello al presidente Meloni: “Ci ripensi e fermi subito questo disastro sociale ed economico. Non si spacca il Paese, ritiri l’sms dell’Inps e mandi un messaggio di scuse alle famiglie. All’Italia conviene combattere la povertà, non i poveri”, sottolinea l’ex premier.

Tommaso Foti: “Conte e Schlein soffiano sul fuoco”

Contro Conte e Schlein  si schiera Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “È evidente che c’è chi, come Giuseppe Conte, Elly Schlein e la Cgil, soffia sul fuoco, sperando forse di ottenere un’estate torrida dal punto di vista politico. E lo fanno con scarsa buona fede: la segretaria del Pd, ad esempio, dimentica che il suo partito votò contro l’istituzione del reddito”.

Dal 2019 a oggi il reddito di cittadinanza è costato oltre 30 miliardi – precisa Foti –  e non mi pare che abbia abolito la povertà, nè aiutato a trovare un lavoro i suoi percettori, molti dei quali ne hanno beneficiato per quattro anni.

Quanti sono i percettori in Campania

Ma quanti sono le persone che nel mese di giugno hanno percepito il rdc in Campania? Parliamo di 533mila cittadini, per un totale di 208 mila nuclei familiari. Numeri in costante crescita rispetto al 2021 e al 2022, che fanno della Campania la prima regione per numero di persone destinatarie della misura di contrasto alla povertà.

Se si considera l’importo medio, stimato in 663 euro, a giugno il reddito di cittadinanza in Campania è costato oltre 353 milioni. Su un totale di 169 mila famiglie a livello nazionale, sono circa 43 mila quelle campane (22 mila tra Napoli e provincia) che hanno ricevuto il messaggio che sospende il diritto al sussidio a partire da agosto.

Negli ultimi mesi e anni ci sono state numerose truffe messe in atto per riscuotere il reddito pur non avendone diritto. Considerando solo il periodo tra giugno del 2021 e ottobre 2022, in provincia di Napoli sono state accertate oltre 4mila truffe e rintracciati circa 15 milioni, finiti nelle tasche di circa 660 ‘furbetti’.

 

 

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