L’ultimo saluto ad Andrea Purgatori

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Nella ‘chiesa degli artisti’ a Piazza del Popolo, l’addio al giornalista morto il 19 luglio per un problema cardiopolmonare

AGI – Si è conclusa con tanta commozione e il ricordo dei figli, Ludovico Victoria ed Edoardo, la cerimonia funebre di Andrea Purgatori. Il giornalista è stato ricordato dai suoi figli nei suoi tratti più umani “ansioso, burbero e protagonista” come lo ha raccontato scherzosamente Ludovico. Tutti hanno ringraziato gli amici e le persone che hanno regalato affetto e amore “in questi anni o in questi ultimi secondi”.

Molti momenti di commozione, al termine della cerimonia in tantissimi sono andati ad abbracciare i familiari del giornalista scomparso: un lungo abbraccio di Roberto Saviano, tra gli altri, visibilmente commosso anche lui. All’uscita del feretro la piazza ha tributato un lungo applauso al giornalista e qualcuno ha gridato: “Ciao Andrea”.

Il grande giornalista di inchiesta è stato ricordato più nei suoi aspetti umani, poco noti data la riservatezza dell’uomo, che in quelli professionali, molto noti ai più per le grandi inchieste giornalistiche ma anche per la sua attività di scrittore e di conduttore tv. Dopo l’omelia pronunciata da don Walter Insero – che ha ricordato sia il giornalista con la sua perenne “ricerca della verità” sia l’uomo che “ha amato la vita, amava ballare, viaggiare, divertirsi. Forte e ironico fino alla fine.

Il ricordo dei figli

Coraggioso” – è toccato ai figli raccontare le sfaccettature di un padre che, nonostante il grande impegno nel lavoro, “quando serviva, lui c’era sempre” come ha sottolineato Ludovico. I tre figli, composti e misurati nel loro dolore, ricordano il padre mescolando ironia e lacrime. A tratti la commozione li costringe a interrompere il flusso delle parole, ma alla fine rendono omaggio a un padre “e questo è il suo più grande successo” sottolineano, che “ha combattuto come un guerriero fino alla fine”.

Ludovico, 31 anni, il secondogenito, lo ricorda “cocciuto e coraggioso”, un uomo “con grandi pregi ma anche con grandi difetti: ansioso, burbero, protagonista ma dietro si nascondeva un immenso cuore. Difetti che avevano sempre ragione di esistere – spiega – ansia per la paura di veder soffrire le persone che amava; burbero perché prediligeva il perfezionismo; protagonismo perché usava se stesso come mezzo per trasmettere i valori in cui credeva”. E ancora: “Non stava fermo un attimo e potrei dire che non c’era mai, ma invece quando serviva, lui c’era sempre, mi ha salvato più volte e per questo gli sarò eternamente grato”.

E poi l’aneddoto della telefonata quotidiana: “Mi mancheranno le sue telefonate giornaliere, di 63 secondi, nei quali mi chiedeva come stavo io, e come stava la famiglia, e se potevo mettere il casco per girare in bici, e se potevo andare a prenderlo per andare a vedere la Roma allo stadio… Poi, dopo 63 secondi esatti, mi salutava dicendo “devo andare in riunione” e quindi c’era il suo tipico “ciao ciao ciao ciao”. Andava sempre di fretta perché il tempo non bastava mai per tutto ciò che voleva fare. Mi mancherà più di quanto ora io creda. Sento un grande vuoto ma anche una grande gioia perché sei stato un riferimento per me: Papo mio ti ho voluto un bene del mondo – conclude con la voce impastata di commozione – ma ora scusami, devo entrare in riunione e quindi ciao ciao ciao ciao” ha chiuso lasciando spazio anche al sorriso.

andrea purgatori funerale 
© Simona Zappulla – Agi

Victoria Purgatori

Poi ha preso la parola la ‘piccola’ Victoria, 29 anni, costretta a fare più pause per non essere travolta dalle lacrime: “Ho il ricordo di lui che come al solito guardava il tg e io piccola mi stringevo a lui, sentivo il suo cuore battere, e mi calmavo. Era la nostra routine. Ogni tanto gli dicevo “ma tu non morirai mai vero?” E lui, con quel suo sguardo pieno di sicurezza, mi diceva: “no, piccola mia”. Fino all’ultimo, quando gli ho detto: “mica muori, no?”. E lui mi rispondeva: “Victoria no” e faceva tie’ con la mano… Ero tranquilla perché è l’uomo più importante della mia vita, sarebbe stato là nel bene e nel male”.

Quindi, conclude: “Sono molto arrabbiata con lui, però lo perdono perché ha mantenuto la promessa, con Edoardo e Ludovico, due grandi fratelli, e in loro c’è parte di lui”. Edoardo, il maggiore dei fratelli, 34 anni, attore, interviene per ultimo, tiene maggiormente a freno la commozione, ringrazia tutti a nome della famiglia “perché ci siete stati vicini in un modo davvero sbalorditivo”. E ringrazia anche “i pompieri perché – spiega – una delle prime telefonate che ho ricevuto, quando ero ancora sotto choc per la morte di papà, l’ho avuta da Piero Moscardini che mi ha chiesto se potevano portare loro il feretro – e per noi è stato un onore – perché aveva conosciuto papà tanti anni fa quando a inizio carriera cercava le notizie e passava le serate nelle caserme dei pompieri”.

“Avevo troppa paura di mettere un punto – prosegue – avevo paura di perderlo perché temevo di non averci passato abbastanza tempo insieme, ma gli ultimi 2 mesi li abbiamo passati in simbiosi e… che fatica! Non ci si crede quante cose facesse in una giornata e poi alla fine di ogni giorno c’era l’angoscia del saluto finale, che fosse l’ultimo”. “Mio padre ha avuto tante vite – racconta ancora – ha lasciato piccoli pezzi di sé in ognuno di noi. Nel suo universo ognuno di noi era un satellite che ruotava intorno a lui, e lui era la luce. Non era facile stargli vicino – ammette – fino alla fine non ha perso la sua rabbia, la sua irriverenza. Abbiamo visto vecchi film insieme. Il primo badante è durato 3 giorni. Abbiamo trascorso notti insonni e ci siamo fatti tantissime risate. Ogni mattina facevamo la rassegna mattina”.

andrea purgatori funerale 
© Simona Zappulla – Agi

Edoardo Purgatori

E ancora, prosegue il racconto: “Finalmente si è tolto la corazza e ci ha mostrato il suo lato più umano, più fragile, e ci ha permesso di aiutarlo. Grazie a lui ho trovato il coraggio di non aver più paura di perderlo. È rimasto un guerriero fino alla fine”. Quindi, il commiato: “Dirti addio è tosta ma per fortuna siamo circondati da persone che ti amano e questo amore per un po’ forse lenirà questo dolore. Ti voglio ricordare così, nella nostra casa a Capalbio, con la musica dei Beatles, e la faccia rilassata. Fai buon viaggio”. Poi, la lettura della ‘preghiera degli artisti’, la benedizione del sacerdote e il feretro è stato portato via, accolto dagli applausi della folla radunata in piazza del Popolo.

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