Ma chi ha vinto davvero le elezioni in Spagna?

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Il risultato uscito dalle urne delle votazioni in Spagna di Domenica scorsa lascia la situazione del paese in una sorta di stallo da cui appare difficile uscirne. I popolari di Feijòo dato per ampiamente vincitore da tutti i sondaggi della vigilia, ha si vinto, ma in maniera più risicata di quella prevista. Il 33,3% e i 47 deputati in piu rispetto al voto del 2019 non sono bastati per formare un governo con Vox, che con io suo 12,/% ha solo 33 deputati ( 19 in meno del 2019) e che quindi non sono sufficienti sommati a quelli dei popolari per formare un governo di centrodestra come sembrava invece possibile alla vigilia.

Ma di certo non si capiscono, detto questo, i toni trionfalistici dei Pedro Sanchez e della sinistra, a cui ovviamente ha fatto controcanto, come suo solito, il Pd, alla ricerca spasmodica all’estero di trovare qualche icona che possa incarnare leadership e linea politica persa ormai da tempo, sembrano francamente assai fuori luogo. Il Psoe ha si guadagnato 2 deputati rispetto al 2019, ma nella somma con gli alleati, la possibilità di formare un governo sono limitate ad un rischioso e difficilissimo accordo con il partito degli indipendentisti catalani di Puidgemont, sul quale pende in queste ore un mandato di cattura internazionale

Forse il fatto di avere evitato una vera e propria disfatta come quella delle amministrative di maggio e come quella che preconizzavano tutti i sondaggi, ha fatto comunque ritenere una sconfitta come quella di domenica alla stregua di una vittoria. Ma il fatto incontrovertibile è quello che uno degli ultimi governi socialisti presenti in Europa è caduto e la sua ricomposizione appare davvero assai ardua. Come ha spiegato molto bene, Nicola procaccini, eurodeputato di Fdi e copresidente del gruppo dell’Ecr, che secondo molti osservatori da queste elezioni doveva avere risposte importanti in vista delle possibile prossime alleanze per le Europee del 2024: ” La verità è che è caduto anche il governo più a sinistra che c’era in Europa. Questo è l’unico incontrovertibile dato emerso dalle elezioni spagnole”. “Dalle dichiarazioni di molti esponenti socialisti italiani e non solo,  mi sembra di cogliere che il massimo dell’aspettativa in Europa per loro si sia ridotta a sperare che non vinca neanche il centrodestra, che, invece, continua a guadagnare consenso ovunque, anche in Spagna. Sono convinto, poi, che il buon governo di Partido Popular e Vox nelle varie amministrazioni territoriali appena rinnovate, sarà il viatico per un consolidamento della coalizione di centrodestra in vista delle probabili nuove elezioni nazionali.”

Guardare al risultato delle elezioni spagnole come una dimostrazione di un arretramento delle forze di centrodestra in Europa, dopo le vittorie in serie in Svezia, Italia, Finlandia, Bulgaria e Grecia, appare più come un tentativo di aggrapparsi ad ogni minimo appiglio per trovare consolazione ad una situazione che definire difficile per la sinistra europea appare un eufemismo. Le forze di centrodestra spagnola hanno ottenuto il terzo migliore risultato di sempre. Vox a cui tutti attribuiscono un crollo, ha comunque migliorato in molte regioni, rispetto alle amministrative di maggio.

Il 28-M la destra radicale ha ottenuto contro Ayuso, presidente di Madrid, trionfatrice alle ultime elezioni di maggio il 7,31%. Domenica, in generale, quella percentuale ha raggiunto il 14,02%, che rappresenta un aumento del 91,8%, quasi il doppio. Per confrontare questa crescita, ciò che si avvicina di più è l’Estremadura, con il 67,8%, mentre nel resto delle autonomie che hanno detenuto le autonomie a maggio oscilla tra il 36% e il 23%. D’altra parte proprio in mote di queste regioni Vox ha già formato un governo con i popolari ed è facile pensare che la cosa sarebbe potuta replicarsi anche a livello nazionale. Per ora questa ipotesi per 7 seggi non può verificarsi, ma appare come quella piu percorribile, nel caso comunque si dovesse ritornare alle urne già a dicembre o Gennaio.

L’errore del leader popolare, come qualche notabile del Pp adesso fa sommessamente notare, forse è stato anche quello di alimentare nell’elettorato la paura di Vox e dare alibi ai socialisti che subito ne hanno approfittato, per serrare le file dei proprio elettori per contrastare il pericolo di una vittoria delle destre. Ma le destre gia avevano vinto proprio a Madrid con la Ayuso che non a caso è l’esponente popolare con le idee maggiormente vicine a quelle del partito di Santiago Abascal e che molti già vedono molto presto probabile leader del partito. Sempre procaccini sostiene la teoria secondo cui la evidente virata a destra dei popolari ” Il partito popolare in questi ultimi tempi è andato spostandosi sempre più a destra e quindi per la teoria dei vasi comunicanti ha tolto qualcosa a Vox”.  Adesso la situazione rimane molto in bilico, stretta tra il diritto dovere già manifestato da Feijoo di provare a formare un governo, anche se solo una ardua astensione dei socialisti o un appoggio esterno altrettanto difficile di Pnv, che ben difficilmente potrebbe conciliarsi con un partito nazionalista come Vox. Quello di Sanchez di provare ennesimo colpo di formare un governo a che avendo perso le elezioni ( cosa diventata abituale alla sinistra italiana in questi ultimi dieci anni). Ecco allora che la cosa ancora più probabile appare quella di un ritorno alle urne gia tra 4 mesi, come d’0altra era avvebnuto nel 2019. Anche in quel caso la prima votazione aveva espresso una vittoria dei socialisti ma senza la possibilità di formare un governo. La ripetizione aveva invece permesso di trovare la quadre. Il fatto che Sanchez cerchi in tuti i modi di scartare questa ipotesi, che allo stato attuale, appare comunque quella più percorribile, fa capire come tuto il trionfalismo mostrato domenica notte era più che altro di facciata.

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