Lo scontro nella Ue sul voto alla legge per il “ripristino” della Natura

Economia & Finanza

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Con il voto di oggi la Commissione mira a riparare l’80% degli habitat europei che versano in cattive condizioni. L’esito però non è scontato visto che sono molti i contrasti tra le varie forze politiche in campo

AGI – A Strasburgo c’è una conta dei voti, come mai in passato. A mezzogiorno si vota la legge sul Ripristino della natura, già respinta in due commissioni parlamentari (Agricoltura e Pesca) e senza maggioranza nella terza (Ambiente). La maggioranza Ursula è nettamente spaccata: Socialisti e democratici e liberali di Renew sono a favore; i popolari del Ppe sono contrari al punto da ritirarsi dai negoziati per arrivare a un compromesso.

E si voterà prima di tutto una proposta di rigetto della legge (l’ultima volta un caso simile si è verificato nel 2015, sugli Ogm). Se il rigetto dovesse essere respinto, verranno votati gli emendamenti presentati – oltre 130 – di cui uno proposto da Renew che ripropone integralmente la versione già approvata il mese scorso dagli Stati.

Paradossalmente i Governo hanno dato il via libera a una legge che rischia di essere bocciata in Parlamento. Gli schieramenti ovviamente non si limitano alla maggioranza Ursula: con il Ppe sono allineati i gruppi a destra (Ecr e Id), mentre con S&d i gruppi dei Verdi e della Sinistra, così come il M5s che siede tra i non iscritti. Anche per questo da sinistra accusano il Ppe di voler assecondare l’estremismo populista di destra. Mentre da destra accusano i liberali di abbracciare l’ideologia ultra-green capitanata dalla giovane Greta Thunberg, che oggi protestava fuori dall’emiciclo di Strasburgo.

“Chiediamo di respingere la proposta della Commissione europea e voglio essere molto concreto: chiediamo una nuova proposta. Non vogliamo bloccare o cancellare l’iniziativa, vogliamo avere una base solida per la discussione. Ecco perché la Commissione dovrebbe presentare una nuova proposta. Questa è la nostra richiesta concreta”, ha ribadito il presidente del Partito popolare europeo (Ppe), Manfred Weber, in conferenza stampa a Strasburgo.

“E aggiungo che se la Commissione ci dice che qualsiasi cosa succeda in questa Camera comunque non presenterà – come dice Frans Timmermans – una nuova proposta legislativa, allora io devo chiedermi quale sia l’idea democratica sottesa. Perché se la maggioranza di questa Camera dice che questa non è una base solida per raggiungere l’obiettivo, credo che sia compito e perfino obbligo della Commissione presentarne una nuova e ascoltare le preoccupazioni”, ha aggiunto.

“Il gruppo Ppe ha dato sostegno al Green deal negli anni passati. Dei 34 atti legislativi del pacchetto del Green deal ne abbiamo sostenuti 32: solo due non ne abbiamo sostenuti, uno sullo stop ai motori a combustione e poi questo sul ripristino della natura”, ha ricordato. “Rimane l’obiettivo della neutralita’ climatica al 2050 ma non siamo neanche una macchina che approva qualsiasi atto legislativo. Dobbiamo pensare ai contenuti e ai dettagli. E ascoltiamo tutte le voci: di chi ci chiede di essere impegnati sulla biodiversita’ e di chi ha preoccupazioni riguardo lo sviluppo rurale e gli agricoltori”, ha evidenziato Weber.

“Quello sulla legge per la ripristino della natura è un dibattito fondamentale non solo per il tema in sé”, dal momento che “oltre l’80% degli habitat naturali dell’Unione europea necessita di una protezione speciale contro il deterioramento”, ma anche “perché sta mostrando con chiarezza la strategia di un Partito popolare che, con l’unico obiettivo di attrarre i voti che vanno all’estrema destra, si sta posizionando nel negazionismo climatico e di molte altre questioni che mettono a rischio il futuro del progetto europeo”, ha commentato Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo dei Socialisti e democratici.

Più della metà dei Governi del Ppe ha votato a favore della legge sul ripristino della natura al Consiglio. E per questo abbiamo presentato l’emendamento con il mandato negoziale per avere per rendere possibile per alcune delegazioni del Ppe, i cui governi hanno votato a favore al Consiglio, sostenere il testo in plenaria. Siamo pronti a lavorare insieme per trovare una maggioranza. L’ultima cosa che vogliamo è avere una vittoria di fake news e populismo di estrema destra. Perche’ questo è esattamente il pericolo che stiamo correndo”, ha ammonito l’eurodeputato di Renew, Pascal Canfin, presidente della commissione Ambiente al Parlamento europeo.

“Non si tratta solo di ripristinare la natura come atto fine a se stesso, si tratta di garantire un ambiente abitabile dove il benessere delle generazioni presenti e future venga garantito, dove la terra e mari possano continuare ad avere la capacita’ di darci i beni da cui le nostre vite e le nostre economie sono pienamente dipendenti. Riguarda le nostre vite e di chi verrà dopo di noi”, ha detto in aula il commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, che resta comune “fiducioso” nel senso dei responsabilità degli eurodeputati.

Cosa prevede la legge

Con la legge sul ripristino della natura, proposta l’anno scorso, la Commissione mira a riparare l’80 % degli habitat europei che versano in cattive condizioni e a riportare la natura in tutti gli ecosistemi, dalle foreste e dai terreni agricoli agli ecosistemi marini, di acqua dolce e urbani. In base alla proposta, saranno assegnati a tutti gli Stati membri obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in vari ecosistemi, a integrazione delle normative esistenti.

L’obiettivo è far si’ che le misure di ripristino coprano almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. La normativa vuole portare a un livello superiore le esperienze maturate in materia di misure di ripristino della natura, quali la rinaturalizzazione, il reimpianto di alberi, il rinverdimento delle città o l’eliminazione dell’inquinamento per consentire il recupero della natura.

Nel dettaglio, gli obiettivi proposti dall’esecutivo europeo comprendono tra l’altro: l’inversione del declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e, successivamente, l’aumento di queste popolazioni; nessuna perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030, un aumento del 5% entro il 2050, una copertura arborea minima del 10% in ogni città e un guadagno netto di spazi verdi integrati negli edifici e nelle infrastrutture; negli ecosistemi agricoli, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per le farfalle, l’avifauna nelle aree agricole.

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