Bari: il silenzio societario persiste mentre i dubbi e le preoccupazioni crescono

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Essere silenti potrebbe essere interpretato come una situazione di calma, di tranquillità, del “tutto va bene, non c’è da preoccuparsi”, il silenzio è assenza di suono, di rumore, e quando c’è non si ascolta nulla, il silenzio regna sovrano esattamente l’opposto di ciò che si ascolta in occasione di un concerto di Bruce Springsteen. Ma il silenzio può essere anche interpretato come volontà nel concentrarsi per raggiungere, o studiare, un obiettivo preciso. Però il silenzio è anche assenza di voci e di volontà nel comunicare. Molte le frasi sul silenzio che si potrebbero mutuare: “Meglio un silenzio sensato che divulgare parole senza senso”, “A volta dice molto più il silenzio che una parola”, “Amare (il Bari, ndr) vuol dire soprattutto ascoltare il silenzio” (De Saint), “Ogni parola ha conseguenze, il silenzio anche” (Sartre). La società sembra richiusa in biblioteca dove impera il silenzio, e in questo luogo si legge e soprattutto si studia e così speriamo stia accadendo, Insomma il silenzio è un concetto contorto tutto da interpretare soggettivamente. Ci proviamo pur precisando che le nostre considerazioni non sono vangelo.

Che succede in casa Bari? Conoscendo il lavoro dei De Laurentiis c’è da scommettere che stiano lavorando sottotraccia così come fanno a Napoli, però, inevitabilmente, viene da chiedersi, anche osservando le altre concorrenti che si stanno già muovendo per rinforzarsi così da essere protagoniste nel futuro campionato, perché questo silenzio perdura ancora?

Dopo l’incontro svoltosi a Roma tra il presidente De Laurentiis e il direttore sportivo Polito, il silenzio scaturito è oggettivamente troppo, incomprensibile ed un tantino misterioso. Tutti eravamo convinti che qualcosa sarebbe scaturito dalle loro voci, magari sintetizzate in una conferenza stampa, ed invece il silenzio regna sovrano.

Il punto è che Bari non è Napoli. Un silenzio così prolungato a Napoli, fresca vincitrice di scudetto, non farebbe notizia tanto è pregna ancora di entusiasmo su cui, sotto il Vesuvio, si vive di rendita; a Bari, dopo la cocente delusione, conoscendo le concorrenti per la promozione parecchio blasonate ed agguerrite, non passa inosservato e fa rumore, molto rumore. La tifoseria, giustamente, comincia ad essere preoccupata. Si, d’accordo, la società potrebbe rispondere che, in fondo, novità sensazionali non ce ne sono, Polito e Mignani, come da contratto scadenti l’anno prossimo, rimangono e, di conseguenza, non c’è da divulgare alcuna notizia, tutto giusto. Ma il progetto? Cosa ne sarà del Bari? Qui in città si è ancorati alla lettera scritta dal presidente tramite Instagram dove, in qualche modo, ha tranquillizzato i tifosi sull’immediato futuro, ma son passati quasi venti giorni.

La gente di Bari vede in Polito il deus ex machina, colui il quale ci mette sempre la faccia nei momenti difficili e quando ci sono dei dubbi, lo vede come un vero e proprio garante della situazione tanta è la fiducia che la tifoseria ripone in lui.

Fatto sta che il suo telefono è muto, e il suo silenzio, di conseguenza, rende tutti preoccupati. Qui non si sa più cosa pensare, i dubbi aumentano ragionevolmente.

L’ultima volta che parlò in conferenza stampa il direttore si sbilanciò affermando che dopo essere arrivati terzi c’era la volontà di migliorarsi, vale a dire, tradotto in italiano, che l’obiettivo si sarebbe spostato più in alto, ovvero arrivare quanto meno secondi.

I tifosi hanno dimostrato di esserci, di riempire lo stadio se solo la miccia dell’entusiasmo si accende, ma al momento questa miccia è desolatamente e pericolosamente spenta.

Le voci che corrono sono tante, molte le bufale puntuali, poche le certezza, non pochi i dubbi. Tuttavia è lecito, a questo punto, domandarsi se il colloquio di Roma sia andato bene, se siano state realmente gettate le basi per l’obiettivo della A o, malauguratamente, ci siano state delle divergenze tra il presidente e il direttore al punto di mettere in discussione gli obiettivi prefissati e agognati, dando per scontata, quantomeno, la conferma di Mignani che, a questo punto, di conseguenza, potrebbe pure essere a rischio perché nel silenzio tutto può accadere.

Sappiamo bene che questo silenzio irrita i veri tifosi ma fa gongolare i disfattisti, i detrattori, coloro i quali non digeriscono questa proprietà e, dunque, ad ogni pretesto si lasciano andare nelle loro note e bolse litanie ed invettive contro De Laurentiis. Ma noi giornalisti – chi vi scrive nello specifico -, essendo super partes, abbiamo il dovere di descrivere quella che è la fotografia dell’immediato, del momento, e, in mancanza di certezze, non possiamo esimerci dal descrivere il termometro della tifoseria, in particolare quelle che sono le loro paure e i loro timori. E’ inevitabile, non saremmo credibili.

De Laurentiis ha piena fiducia in Polito, è lui il terminale di ogni mossa tecnica, lui ha carta bianca e, dunque, anche sulla conferma di Mignani, il cui lavoro è stato parecchio apprezzato dalla proprietà, non dovrebbero esserci problemi. Se il rapporto si fosse interrotto sarebbe stato Polito a confermarlo, ed invece almeno l’unico labiale che si interpreta nel silenzio è proprio la conferma dell’allenatore. Almeno così lo interpretiamo. E comunque si continua a navigare sempre nelle acque dell’incertezza.

A Polito ci sarebbero da chiedere molte cose, così come al presidente. E se Polito avesse preteso un budget più corposo ed il presidente gli avesse risposto picche? Perché a questo punto tutto può essere nel desolante silenzio. Qui non facciamo disfattismo, cerchiamo solo di provare ad interpretare il silenzio che, a questo punto, non può essere decodificato soltanto come lavoro sottotraccia.

Va bene la volontà di proseguire di Di Cesare, commovente la sua scelta da guerriero oplita, vanno (poco) bene, con ragionevoli dubbi, i forzati addii per fine prestito di Folorunsho, Benedetti ed Esposito, e quelli di altri per scadenza di contratto, vanno bene i ruspanti Dorval e Morachioli, due riserve di quest’anno, ma non si può costruire una squadra da vertice insieme a questi ragazzi e ad un veterano, crediamo occorra ben altro per infiammare i potenziali 60 mila visti col Cagliari, per non dire la città intera.

C’è da rifondare la squadra, a poco più di dieci giorni dal ritiro di Roccaraso dove sarebbe cosa buona e giusta partire col piede giusto, vale a dire con una rosa completa quantomeno nell’80%, sarebbe gradito conoscere quali solo i veri obiettivi di quest’anno, se ci saranno degli investimenti importanti come stan facendo la Sampdoria, lo Spezia, la Cremonese, il Palermo, il Parma e così come hanno fatto lo scorso anno il Genoa ed il Cagliari, se il budget sarà risicato, se si farà mercato con i soli eventuali introiti di Caprile e di Cheddira, messo e non concesso che saranno ceduti, se Mignani sarà confermato o è all’orizzonte qualche altra scelta tecnica, insomma tanta è la necessità di conoscere e di sapere non tanto per la stampa quanto per i tifosi a cui noi ci rivolgiamo da veicolanti di notizie.

Massimo Longo

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