Elkan con Newco investe nei Reattori Nucleari Modulari e Repubblica lo sponsorizza ?

Economia & Finanza

Di

Alcuni anni fa uno dei fondatori del quotidiano la Repubblica , già direttore del settimanale l’Espresso Giovanni Valentini scrisse un libro dal titolo “ La Repubblica tradita” riferendosi ai vari rumors  ,che riguardavano il passaggio del giornale nelle mani  della finanziaria olandese,  cassaforte della famiglia Agnelli la Exor N.V.

Questa  rilevò il pacchetto di maggioranza della GEDI ( Gruppo Editoriale) posseduta , per il 44% dalla holding dei De Benedetti.

La scorsa settimana Repubblica è diventata anche lo strumento di pubblicizzazione del nucleare , in particolare del cosiddetto nucleare “ sostenibile” quello degli Small Reactor , i reattori modulari.

L’articolo di Repubblica (inserto di Affari & Finanza) incensa , in particolare la  startup italo-britannica di tecnologie nucleari innovative  Newcleo nella quale,  uno degli investitori è Exor , la holding degli Agnelli gestita da John Elkann proprietario di Repubblica.

Newcleo investirà su un SMR al piombo, in Francia e ha sottoscritto un accordo su tecnologie nucleari innovative con ENEL.

 La  serie incredibile di superficialità a mio avviso , scritte nell’articolo  obbliga a una riflessione.

Faremo riferimento innanzitutto a una ricerca (https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2111833119)  pubblicata su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America)  la  rivista scientifica statunitense, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences una delle riviste scientifiche più note a livello internazionale.

 Una ricerca scientifica “ diventa scienza”,  quando viene pubblicata su una rivista scientifica soggetta alla peer review (revisione tra pari) cioè alla revisione da parte di colleghi , che lavorano nello stesso ambito.

Il revisore è anonimo, e comunica con gli autori tramite una piattaforma o con l’intermediazione dello staff editoriale.

 La ricerca sugli SMR pur presentando presunti vantaggi , in termini di costi e sicurezza rispetto ai reattori ad acqua leggera esistenti mette in evidenza   una produzione di rifiuti   più voluminosi e chimicamente/fisicamente reattivi rispetto ai LWR (reattori ad acqua leggera) , il che avrà un impatto sulle opzioni per la gestione e lo smaltimento di questi rifiuti.

L’analisi si concentra solo su tre delle dozzine di progetti SMR proposti, evidenziando in primis una  perdita di neutroni intrinsecamente più elevata associata agli SMR :  “ I risultati rivelano che i progetti SMR raffreddati ad acqua, sali fusi e sodio aumenteranno il volume delle scorie nucleari che necessitano di gestione e smaltimento di un fattore da 2 a 30. Il volume in eccesso delle scorie è attribuito all’uso di riflettori di neutroni e/ o di combustibili e refrigeranti chimicamente reattivi nei progetti SMR”.

 IL  numero di fornitori che promuovono progetti di piccoli reattori modulari (SMR), ciascuno con una capacità di potenza elettrica  inferiore a 300 MW ( MW = 1000 kw) , si è moltiplicato notevolmente.

 Circa 30 dei 70 progetti SMR elencati nel sistema informativo sui reattori avanzati dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) sono considerati reattori “avanzati”, che richiedono refrigeranti non ad acqua usati di rado (ad esempio, elio, metallo liquido o sale fuso) . I costruttori  promettono che queste tecnologie ridurranno gli oneri finanziari, di sicurezza, protezione e rifiuti associati alle centrali nucleari più grandi che operano su scala del milione di kilowatt.

Alcune  considerazioni sono doverose  e riguardano la frottola del “ nucleare pulito , che non emette gas che alterano il clima” .

Ne emette eccome in fase di costruzione della centrale, in fase di smantellamento ,di estrazione dell’uranio dalle miniere.

La centrale nucleare ha bisogno di altri impianti ,per l’arricchimento dell’uranio, per il riprocessamento delle scorie e ,che la costruzione genera impatti.

Si dirà ma gli SMR , a causa della limitata potenza faranno a meno di questi impianti si,  ma comunque dovranno essere riforniti di barre di combustibile proveniente da un impianto di arricchimento dell’uranio collocato anche, a notevole distanza altrettanto avviene per le barre esaurite.

Sulla “sicurezza intrinseca” degli SMR dico solo , che comunque utilizzano il processo di fissione e basta il verificarsi per qualsiasi causa , perdere , anche per tempi brevi , il controllo della fissione a catena che avviene nel nocciolo con conseguenze gravi.

La fissione consiste nella rottura del nucleo dell’atomo dell’uranio , il quale si divide in due parti e in due o tre particelle che sono i neutroni.

Nella prospettata soluzione del nucleare SMR bisogna immaginare una rete di piccoli reattori sparsi sul territorio , che servono attività industriali o città. Tutti da rifornire periodicamente con barre del combustibile e , altrettanto fare con il combustibile esaurito da riprocessare.

La Ricerca citata effettuata su  tre distinti progetti SMR mostra che, rispetto a una centrale nucleare “ ordinaria”, questi reattori aumenteranno i volumi di scorie (di 30 volte quelle a lunga durata LILW)

. Questi risultati sono , in contrasto con i vantaggi della riduzione dei rifiuti che i sostenitori hanno rivendicato queste tecnologie nucleari.

 Ancora più importante : gli SMR raffreddati a sale fuso e sodio utilizzeranno combustibili e refrigeranti altamente corrosivi e piroforici che, in seguito all’irradiazione, diventeranno altamente radioattivi. 

Concentrazioni relativamente elevate di plutonio ( Pu239)  e Uranio ( U 235)  in SMR a basso consumo creerà un rischio significativo per questi i flussi di rifiuti chimicamente instabili.

I flussi di rifiuti SMR , che sono suscettibili di reazioni chimiche esotermiche o criticità nucleare quando vengono a contatto con l’acqua o altri materiali di deposito non sono adatti ,per lo smaltimento geologico diretto. 

Pertanto, i grandi volumi di rifiuti reattivi SMR dovranno essere trattati, condizionati e adeguatamente imballati prima dello smaltimento geologico

Pertanto, la maggior parte dei progetti SMR comporta uno svantaggio netto significativo per le attività di smaltimento dei rifiuti nucleari. 

Dato che gli SMR sono incompatibili con le tecnologie e i concetti esistenti, per lo smaltimento dei rifiuti nucleari, studi futuri dovrebbero valutare se lo stoccaggio provvisorio sicuro dei flussi di rifiuti SMR reattivi sia credibile nel contesto di un continuo ritardo nello sviluppo di un deposito geologico negli Stati Uniti, paese dove numerosi sono i progetti ( sperimentali!!!) di SMR.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube