Al via la prima puntata di È TEMPO DI CULTURA – Speciale “Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio”

Arte, Cultura & Società

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diretta Facebook venerdì 30 giugno ore 18:00 gruppo letterario “Ophelia’s friends”

 

Venerdì 30 giugno 2023 prende avvio il ciclo di È TEMPO DI CULTURA – Speciale “Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio”. Diretta Facebook nel gruppo letterario “Ophelia’s friends” a partire dalle ore 18:00.

Gli incontri saranno condotti dalla giornalista e scrittrice Stefania Romito, curatrice del Volume a più voci “Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio” edito da Solfanelli Editore e pregevole espressione del Progetto Scientifico Nazionale “Manzoni 150”, coordinato scientificamente da Pierfranco Bruni e patrocinato, tra gli altri, dalla Camera dei Deputati e dal Comune di Milano.

Ospiti della puntata saranno: Franca De Santis (Presidente dell’Associaz. culturale Terra dei Padri), Gioia Senesi (docente di Lettere) e Gianluigi Chiaserotti (storiografo).

Franca De Santis approfondirà le tematiche salienti del suo saggio “Oppressi-Oppressori”. Un saggio che effettua un affascinante approfondimento della Tragedia manzoniana dell’Adelchi con un excursus nella psicologia di Ermengarda che viene presentata da Manzoni come una donna innamorata e sconvolta dalle nuove nozze di Carlo Magno, tanto da impazzire e morirne di dolore.

Solo con la morte il suo dramma viene sublimato in quanto il dolore patito è voluto dalla Provvidenza (“provida sventura”) affinché Ermengarda, purificata dalla sofferenza, possa riconciliarsi con Dio.

Da un lato sono rappresentati personaggi pronti all’azione e insensibili ai sentimenti, dall’altro coloro che invece vivono per i propri ideali e solo nella morte trovano una piena realizzazione.

Franca De Santis sottolinea come con la morte Adelchi ed Ermengarda affermano la superiorità degli ideali sugli egoismi ma, allo stesso tempo, l’incapacità di realizzare tali ideali.

Questa visione pessimistica, di stampo giansenista, verrà poi superata nella concezione di Divina Provvidenza  unita alla visione di un cristianesimo attivo, pronto a fare il bene anche nel dolore.

Il saggio poi si concentra sulla grande ammirazione che Manzoni aveva per Goethe.

Anche Gioia Senesi affronterà le tematiche principali del suo saggio dal titolo: “Difensore di uomini  – Omen nomen” che si apre con una suggestiva descrizione della messa in musica del Requiem di Verdi dedicato a Manzoni, scritto dopo anni di pausa compositiva.

Il saggio effettua una correlazione tra Verdi e Manzoni, due artisti che diedero voce al popolo, che compresero l’importanza del senso di “educazione” e che seppero incarnare i valori del Risorgimento che si rivolgevano al popolo, facendo leva sul concetto di Fede.

Il saggio si addentra nella analisi di Marzo 1821 in quest’ottica valoriale dalla quale si intravede la conversione manzoniana per poi proseguire con un interessante excursus sull’arte del raccontare, sulle peculiarità del racconto in sé e del “romanzo storico”, con la sua esigenza di trovare il giusto equilibrio tra realtà e finzione, nonché sulla concezione manzoniana del valore civile e patriottico della poesia.

Nella lettera a Monsieur Chauvet, che Gioia Senesi ricorda, Manzoni dichiara il rifiuto dell’invenzione e ribadisce il fatto che la poesia deve essere sempre legata alle vicende storiche, deve traghettare la tradizione nazionale e interpretare i sentimenti di un intero popolo.

Gianluigi Chiaserotti, invece, affronterà il tema della Provvidenza, oggetto del suo saggio: “Il bene – il male – La Provvidenza in Alessandro Manzoni”. Un saggio in cui si approfondisce il concetto di Provvidenza intesa come la rappresentazione costante della presenza di Dio nelle vicende umane. La Provvidenza Divina che permette il male solo a fin di bene.

La concezione pessimistica della storia potrebbe indurre a respingere quelle interpretazioni del romanzo che lo considerano come una sorta di trionfo della Provvidenza che agisce a vantaggio degli uomini. Chiaserotti sottolinea come Manzoni non trasmetta mai un messaggio passivo e rassegnato, poiché assegna alle persone umili la facoltà di porre un desiderio di giustizia e il riscatto da un sopruso, prendendo sempre ispirazione dai valori cristiani.

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