I Pontieri: Costruttori di Ponti Politici o Anguille Scivolose?

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Storia della Democrazia Cristiana. La corrente dei Pontieri: tra mediazione politica e opacità strategica.

La storia della Democrazia Cristiana è stata segnata da numerose correnti, ma poche hanno avuto un impatto tanto significativo quanto quella dei Pontieri. Questa corrente, nata come una costola della corrente dorotea guidata da Paolo Emilio Taviani, si è distinta per il suo obiettivo di creare un ponte tra la maggioranza del partito e le sue correnti di sinistra. Ma chi erano realmente i Pontieri? E come sono riusciti a guadagnarsi un posto di rilievo nel panorama politico dell’epoca?

L’etimologia del termine “pontiere” ci offre un’idea chiara del ruolo che questa corrente svolgeva all’interno del partito. Un pontiere, nel contesto politico, era colui che media tra le parti, cercando l’incontro tra posizioni opposte, proprio come un ponte collega due sponde. Tuttavia, l’importanza dei Pontieri non si esauriva nella loro funzione di mediazione politica. Nel clima politico degli anni Sessanta, dominato dalla Democrazia Cristiana, i Pontieri hanno svolto un ruolo cruciale nel mantenere un equilibrio tra la maggioranza del partito e le sue correnti di sinistra.

Tuttavia, non si può negare che i Pontieri abbiano suscitato diverse perplessità. Alcuni li hanno accusati di essere la quintessenza del trasformismo politico, un termine che indica la pratica di formare maggioranze parlamentari in base a interessi contingenti, superando le tradizionali distinzioni tra destra e sinistra. Gli stessi Pontieri sono stati paragonati a anguille scivolose, difficili da afferrare e ambigue nelle loro manovre politiche. Come l’anguilla europea, che si nasconde di giorno e si muove nella notte alla ricerca di prede, i Pontieri sembravano avere una capacità innata di adattarsi alle situazioni politiche e di influenzare le decisioni senza essere pienamente compresi.

È innegabile che, nonostante la loro componente minoritaria, i Pontieri abbiano influito sul corso degli eventi politici dell’epoca. La figura di Paolo Emilio Taviani, membro chiave dei Pontieri, è stata determinante nel primo governo Rumor, dove ha ricoperto il ruolo di ministro per gli interventi straordinari del Mezzogiorno. La corrente dei Pontieri, nonostante le critiche e le controversie, è riuscita a far sentire il proprio peso nei complessi equilibri della Democrazia Cristiana.

Ma la storia dei Pontieri non si ferma qui. Vent’anni dopo la loro nascita, il termine “Pontieri” è stato nuovamente ripescato durante le dispute interne alla DC, in particolare durante il controverso doppio incarico di Ciriaco De Mita come segretario e presidente del Consiglio dei ministri. Alcuni amici di De Mita, come Filippo Maria Pandolfi e Giuseppe Zamberletti, hanno cercato di ricucire le divisioni tra i centristi e la sinistra del partito. In quel contesto, la definizione di “Pontieri” è stata riutilizzata per descrivere questa nuova iniziativa politica.

L’origine del termine “Pontieri” viene spiegata da Sandra Bonsanti su Repubblica nel dicembre ’88, facendo notare che la definizione fa riferimento all’iniziativa di Taviani negli anni Settanta, quando si pose come cerniera tra i Dorotei e la sinistra del partito. Questo utilizzo del termine ha suscitato diverse interpretazioni, alimentando le polemiche e le controversie all’interno della DC.

Marco Pannella, in seguito, ha descritto le manovre politiche interne che hanno sfumato la sua candidatura a commissario CEE. Secondo Pannella, De Mita aveva un alleato di fiducia nell’ex ministro Filippo Maria Pandolfi. Questa nuova corrente politica è stata ironicamente etichettata come “dei Pontieri”, in riferimento al precedente utilizzo del termine per la corrente guidata da Taviani.

L’utilizzo del termine “Pontieri” in questo contesto ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sulla coerenza ideologica di queste manovre politiche. La definizione di “pontiere” come mediatore tra posizioni opposte può essere interpretata sia come un tentativo di raggiungere compromessi utili per il partito, sia come un’opportunità per ottenere vantaggi personali o mantenere il potere senza una reale coerenza con la linea del partito.

La storia dei Pontieri nella Democrazia Cristiana è stata caratterizzata da una serie di contraddizioni e interpretazioni contrastanti. Sono stati sia costruttori di ponti politici, cercando di creare una connessione tra diverse fazioni interne del partito, sia anguille scivolose, capaci di muoversi agilmente tra le acque torbide della politica, attirando critiche e sospetti.

In definitiva, i Pontieri rappresentano un capitolo intrigante nella storia della Democrazia Cristiana italiana. La loro presenza e influenza nella politica del tempo hanno sollevato interrogativi sulle dinamiche interne del partito, lasciando un segno indelebile nella memoria politica del paese.

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