PNRR : riusciranno a spendere in 222 giorni 32 ,7 miliardi ?

Attualità & Cronaca

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La sua nascita e,  le sue funzioni sono antecedenti alla nascita della Costituzione.

 La Camera dei Conti fu trasformata,  in Corte dei Conti con la legge 3706 dell’ottobre 1859.

Camera dei Conti ,che era organo interno al Ministero delle Finanze. Con la legge del 1859, il controllo preventivo si tramutava da interno all’Amministrazione statale ad esterno e veniva affidato ad un organo ad hoc.

Corte dei Conti  , che attualmente è  l’unico organo che gode di prerogative di controllo costituzionalmente garantite; il che non toglie, con evidenza, che il legislatore ordinario possa , come in effetti ha fatto , istituire altri controllori esterni e regolarne le attribuzioni. 

Tale condizione della Corte genera apprensione e stupore quando un Ministro , ispirato o meno da tutto il Governo chiede atti normativi finalizzati,  a limitare i controlli della Corte dei Conti.

 Un fatto molto grave. Soprattutto per il merito dei rilievi. Da inizio  2023 l’Italia ha speso solo 1,2 dei 33,8 miliardi di fondi PNRR  previsti nell’anno, secondo la relazione della Corte dei Conti sui dati governativi.

Italia che spende  poco, per via di procedimenti  burocratici  lenti e le  capacità amministrative carenti, soprattutto nei comuni piccoli .

Invece di trovare una soluzione, il Governo ha proposto un emendamento, per ridurre il ruolo di verifica della corte dei conti sul PNRR.

IL dialogo  con la commissione europea, per avere nuovi fondi ha natura politica  e il Governo  non vuole che valutazioni tecniche , evidenziando carenze e limiti possono rappresentare potenziali interferenze.

Certo che probabilmente è un caso unico nella storia di questo Paese ,che alle valutazioni di un organo di controllo costituzionale , su uno strumento come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza esplicitate nel Rapporto 2023 sul Coordinamento della Finanza Pubblica si risponde con un emendamento, per ridurne il ruolo di controllo sul PNRR.

Emergono  dal Rapporto  ritardi nella spesa e di conseguenza nella realizzazione del piano  la sollecitazione,  a un maggiore sforzo corale di tutti i soggetti coinvolti nel PNRR. La polemica risposta del Governo è stata in primis un richiamo , a essere più costruttiva per non fornire alle istituzioni comunitarie europee ulteriori elementi di contestazione considerato ,che ancora non è stata erogata la terza rata di competenza 2022.

 Al 12 maggio 2023 risulta speso appena il 13,4% del totale dei fondi PNRR.

 In valore assoluto al 12 maggio , sono stati spesi 1,2 miliardi di euro sui 33,8 miliardi programmati per il corrente anno.

 Si osservi che entro il 2026 devono essere spesi 191,5 miliardi. La situazione è abbastanza preoccupante se solo si pensa che abbiamo 222 giorni per spendere 32,7 miliardi. Una montagna di soldi da erogare in un tempo limitato.

Le cause di questo esito? La lentezza dei processi burocratici della amministrazione pubblica e carenza nelle singole amministrazioni di competenze, per la progettazione e la rendicontazione. Soprattutto nei piccoli comuni.

Procedure che rappresentano dei moloch, per gli enti locali.

La sequenza : elaborare il progetto, predisporre la documentazione per la partecipazione al bando del ministero, vinto il bando indire la gara di appalto per selezionare l’impresa a cui affidare i lavori, e iniziata l’opera rendicontare in maniacale dettaglio l’avanzamento delle spese.

 Operazioni queste che si sommano alle attività ordinarie dell’Ente. La riprova di tutto questo sta nella risposta ai bandi ministeriali con un numero di progetti  insufficienti da parte dei comuni e la necessità di prorogare i termini o di riaprire avvisi pubblici già chiusi.

 Esempi ? Asili nido, comunità verdi , disabilità.

Cosa ha fatto Draghi e cosa sta facendo Meloni? Poco, molto poco !  Autorizzazioni per assunzioni a livello di ministeri e, a livello locale ma l’operazione si è dimostrata insufficiente.

I motivi? Pochi posti e remunerazione per nulla appetibile.

Quindi appena la Corte dei Conti ha certificato i fatti correlati al PNRR , ecco presentato l’emendamento al decreto legge 44/2003 ,che ridimensiona l’attività di verifica della Corte dei Conti sul PNRR.

Concretamente : eliminazione della funzione di controllo che consiste in valutazioni tecniche e delibere , che riguardano la realizzazione del PNRR.

Cosa rimarrebbe alla Corte ? Solo la relazione semestrale.

 L’approvazione dell’emendamento sarebbe una gran botta alla funzione di verifica della contabilità pubblica, prevista dall’art 103 della Costituzione. Evidente che questi rilievi si inseriscono nella partita politica tra Governone Ue .

Partita che riguarda la : ratifica del trattato di riforma del meccanismo europeo di stabilità (Mes) a cui il governo finora si è opposto ma che, approverebbero a fine mese .

 Ci sarebbero poi le concessioni balneari, rinviate con il milleproroghe e la  flat tax, che la commissione ha criticato ribadendo l’importanza di garantire la progressività del sistema tributario italiano.

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