Un Windsor contro la stampa inglese. Harry in tribunale

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Arrivato a bordo di un suv nero, il principe non ha rilasciato dichiarazioni. Redarguito dal giudice per l’assenza alla prima udienza, il figlio minore di Re Carlo III era impegnato con il compleanno della figlia Lillibet

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AGI – Il principe Harry è arrivato dinanzi al tribunale di Londra accolto da una selva di obiettivi e taccuini. Dovrà testimoniare nel processo che ha innescato contro l’editore e i giornalisti del gruppo editoriale Mirror Group Newspapers. È la prima volta dal 1980 che un membro della famiglia reale dei Windsor si presenta in un’aula di giustizia, pur nella veste di testimone e accusatore.

Nella sua ultima battaglia legale con la stampa, il figlio minore di re Carlo III e vari altri pretendenti di alto profilo accusano MGN di attività illegali, tra cui l’hacking telefonico. Harry ha intentato diverse cause contro gruppi di giornali britannici, da quando ha lasciato gli incarichi ufficiali per la famiglia e si è trasferito in California con la moglie americana Meghan.

Il duca di Sussex era attesissimo dai giornalisti, che si erano sistemati all’ingresso del tribunale già dalle prime ore del mattino. Harry è arrivato a bordo di un suv nero e ha attraversato la folla mediatica senza rilasciare dichiarazioni.

gran bretagna harry testimone al processo contro media
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Una volta in aula, il principe si è guadagnato un rimprovero dal giudice per non essersi presentato lunedì alla prima udienza. Per giustificare l’assenza, il suo legale ha spiegato che Harry non ha voluto mancare al secondo compleanno della figlia Lilibet.

L’avvocato David Sherborne ha detto che Harry è stato preso di mira dalla raccolta illegale di informazioni anche quando era un giovane studenti e il suo telefono sarebbe stato hackerato in “più occasioni”. “Nessun aspetto della vita del giovane principe era al sicuro” dall’intrusione della stampa, ha affermato.

Ma in rappresentanza di MGN, editore dei tabloid The Mirror e The Sunday People, l’avvocato Andrew Green ha detto che non ci sono “prove” che il telefono di Harry sia stato intercettato. Il caso contro MGN è incentrato sulle affermazioni che i suoi tabloid hanno condotto una raccolta illegale di informazioni per ottenere storie su Harry e altri richiedenti, tra cui due attori di soap opera televisiva e l’ex moglie di un comico.

All’inizio del processo, il 10 maggio, MGN si è scusato e ha ammesso “alcune prove” di raccolta illegale di informazioni, anche per una storia su Harry. Ma ha negato le intercettazioni della segreteria telefonica e ha anche sostenuto che alcune richieste erano state presentate troppo tardi.

Sherborne ha sostenuto che attività illegali su “scala industriale” stavano accadendo alla MGN ed erano state approvate da alti dirigenti.

Attacco al governo

Insolito, straordinario attacco al governo del principe Harry. Il duca ha utilizzato la sua testimonianza contro il tabloid Mirror per paragonare lo stato del governo a quello della stampa: nella nota scritta di 55 pagine che accompagna la sua testimonianza, il principe – che ha avviato una battaglia anche contro il governo riguardante il modo in cui viene protetto quando è nel Regno Unito – ha infranto ogni tradizionale convenzione entrando in un territorio, quello della politica, che la monarchia evita sempre accuratamente.

“Il nostro Paese è giudicato nel mondo intero in base allo stato della nostra stampa e del nostro governo, che entrambi – credo – abbiano toccato il fondo”. “La democrazia fallisce quando la stampa non riesce a controllare e richiamare alle sue responsabilità il governo, e invece sceglie di conviverci in modo da avere garantito lo status quo”.

Nella sua dichiarazione ha spiegato che si è trasferito in California con la moglie Meghan Markle “in gran parte a causa della costante intrusione, l’incitamento all’odio e le vessazioni da parte della stampa scandalistica in ogni aspetto della nostra vita privata, cosa che ha avuto un impatto devastante sulla nostra salute mentale e sul nostro benessere”. Harry ha aggiunto che lui e la moglie erano anche “molto preoccupati per la sicurezza e l’incolumità di nostro figlio”.

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