Morta la super spia che tradì l’Fbi per oltre 1,4 milioni di dollari

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Robert Hanssen venne condannato all’ergastolo per aver tradito gli Stati Uniti vendendo segreti di difesa e informazioni riservate a Mosca negli anni ’80/90. Era in carcere da oltre vent’anni

© afp – Robert Hanssen

 

AGI – È stato trovato morto nella sua cella di un carcere del Colorado Robert Hanssen, ex agente dell’Fbi condannato all’ergastolo per aver tradito gli Stati Uniti vendendo segreti di difesa e informazioni riservate a Mosca negli anni ’80/90. Sul sito della polizia federale, che conferma il suo decesso, viene definito “la spia più dannosa della storia dell’Fbi”. I primi a dare la notizia sono stati i servizi penitenziari americani, ricordando che Hanssen scontava la sua pena nel carcere ad alta sicurezza di Florence, nel Colorado.

Il detenuto 79enne è stato ritrovato esanime nella sua cella e gli sforzi per soccorrrerlo sono stati vani, recita il comunicato diffuso dall’Ufficio federale delle carceri. Dopo aver iniziato la sua carriera nella polizia di Chicago (Illinois), Hanssen fu reclutato dall’Fbi nel 1976. Qualche anno dopo, entrò a far parte della sezione di controspionaggio dell’ufficio di New York, incaricato di rintracciare le spie russe sul suolo americano e di reclutare diplomatici sovietici alle Nazioni Unite. Approfittando di questa posizione chiave, Hanssen aveva rapidamente offerto il suo aiuto ai servizi segreti dell’Urss, operando discretamente sotto lo pseudonimo di “Ramon Garcia” senza che i suoi agenti conoscessero la sua vera identità.

usa spia robert hanssen morto 
© afp

I documenti di riconoscimento di Robert Hanssen

Alternando incarichi a New York e Washington, Hanssen consegnò ai sovietici e poi ai russi migliaia di pagine di documenti, tra cui piani militari, software di controspionaggio e nomi di diversi doppi agenti operanti per gli Stati Uniti. Si vendette a Mosca, consegnando alcuni dei segreti meglio custoditi degli anni ’80 e ’90 in cambio di 1,4 milioni di dollari e di diamanti. Anche se l’Fbi si rese presto conto dell’esistenza di una talpa nei suoi servizi, Hanssen rimase a lungo insospettato. Sposato, padre di sei figli, viveva senza farsi notare, mantenendo inoltre stretti legami con l’élite cattolica della capitale. La polizia federale fu finalmente informata nel 2000 da un russo che aveva anche disertato, ma in direzione opposta, dell’identità della talpa. Quando Hanssen dovette andare in pensione, l’Fbi gli offrì un nuovo posto al quartier generale in modo da poterlo monitorare. “Quello che volevamo era ottenere prove sufficienti per condannarlo, e l’obiettivo finale era coglierlo sul fatto”, ha detto Debra Evans Smith, ex vicedirettore della divisione controspionaggio.

Posto sotto sorveglianza in un ufficio segretamente dotato di microfoni e telecamere per studiarne azioni e gesti, venne finalmente arrestato nel febbraio 2001 dopo aver depositato documenti segreti per agenti russi in un parco della Virginia. Hanssen evitò la pena di morte accettando di collaborare con gli investigatori. Ammettendo di aver agito per avidità, fu sottoposto a 200 ore di interrogatorio. Nel maggio 2002 fu condannato all’ergastolo senza possibilità di rilascio anticipato. “L’Fbi gli ha affidato alcuni dei segreti più sensibili del governo americano, e invece di mantenere questa fiducia ne ha abusato e ha tradito”, ha commentato sul suo sito la polizia federale.

 

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