Come cambierà la guerra dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka

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La struttura ha una importanza chiave per il funzionamento corretto della centrale nucleare di Zaporizhzhia, per il rifornimento della penisola di Crimea e anche perché collega la sponda destra e sinistra del fiume Dnepr

Diga di Nova Kakhovka

 

AGI – Il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco, è in Ucraina in missione di pace, ma il conflitto prosegue. La diga della centrale idroelettrica di Nova Kakhovka nell’Ucraina meridionale è gravemente danneggiata: le acque hanno inondato 24 villaggi.

La diga ha una importanza chiave per il funzionamento corretto della centrale nucleare di Zaporizhzhia, per il rifornimento della penisola di Crimea e anche perché collega la sponda destra e sinistra del fiume Dnepr, il fiume diventato la linea del fronte tra l’esercito russo e quello ucraino. Gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), che si trovano presso la centrale nucleare di Zaporizhia, hanno assicurato che “non vi è alcun rischio immediato per la sicurezza nucleare nella centrale”.

Secondo la Cnn, la diga Kakhovka era già danneggiata da alcuni giorni prima del crollo strutturale di questa notte. La CNN non può verificare in modo indipendente se il danno preesistente abbia avuto un ruolo nel crollo della diga o se questa sia stata distrutta con un attacco deliberato da una delle parti in conflitto.

Le immagini satellitari di Maxar mostrano che il ponte stradale che attraversava la diga era intatto il 28 maggio, ma le immagini del 5 giugno mostrano una sezione dello stesso ponte mancante. L’analisi delle immagini satellitari a bassa risoluzione suggerisce che la perdita della sezione del ponte sia avvenuta tra l’1 e il 2 giugno.

Le versioni di Mosca e Kiev

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha dichiarato che una controffensiva ucraina è stata respinta per tre giorni dalle forze russe, che hanno inflitto oltre 1.500 perdite agli ucraini. Il Cremlino ha condannato come un atto di “sabotaggio deliberato” da parte di Kiev la parziale distruzione della diga Kakhovka. Per il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, le forze russe hanno fatto esplodere dall’interno la struttura della diga.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha definito la distruzione della diga di Nova Kakhovka, in Ucraina, “un’altra devastante conseguenza dell’invasione russa”. Per la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, “la Russia dovra’ pagare per i crimini di guerra commessi in Ucraina. La distruzione della diga, un attacco oltraggioso alle infrastrutture civili, mette a rischio migliaia di persone nella regione di Kherson. L’Europa sta mobilitando il sostegno attraverso il nostro meccanismo di protezione civile. Ci stiamo coordinando con gli Stati membri per fornire rapidamente: pompe per acque sporche, idranti e stazioni mobili per la depurazione dell’acqua”.

Russia will have to pay for the war crimes committed in Ukraine.

The destruction of the dam, an outrageous attack on civilian infrastructure, puts at risk thousands of people in the Kherson region.

Europe is mobilising support through our civil protection mechanism.

— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 6, 2023

La missione del cardinale Zuppi

Sul fronte diplomatico l’inviato speciale di Papa Francesco, cardinale Matteo Zuppi, ha incontrato il Presidente ucraino Zelensky. I risultati dei colloqui di Zuppi verranno presto sottoposti all’attenzione del Pontefice. Un cessate il fuoco in Ucraina “non porterà alla pace” ha detto Zelensky a Zuppi.

Zelensky ha riferito, su Telegram, di aver chiesto alla Santa Sede di “contribuire all’attuazione del piano di pace ucraino”, che prevede il recupero di tutti i territori occupati; e aveva sottolineato che “solo gli sforzi congiunti, l’isolamento diplomatico e la pressione sulla Russia possono influenzare l’aggressore e portare una pace giusta sul suolo ucraino”.

Zuppi ha anche fatto visita ieri a Bucha nella regione di Kiev rendendo omaggio alle vittime sepolte nella fossa comune. Il cardinale è stato accompagnato dal capo dell’amministrazione statale regionale di Kiev Ruslan Kravchenko, dai rappresentanti delle autorità locali e dal nunzio apostolico a Kiev, monsignor Visvaldas Kulbokas.

Al telefono con un consigliere del presidente francese Emmanuel Macron, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha dichiarato che la Cina lavorerà con la Francia per “creare le condizioni” per contribuire a “trovare una soluzione politica” alla guerra in Ucraina. Le parti hanno concordato di “continuare a creare le condizioni” per “trovare una soluzione politica” alla guerra, senza fornire ulteriori dettagli.

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