Il primo civile cinese in orbita nello spazio

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GuI Haichao, 37 anni, docente di ingegneria aerospaziale a Pechino, ha raggiunto la stazione spaziale Tiangong insieme ad altri due “taikonauti” dell’Esercito Popolare di Liberazione

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© Hector Retamal/ AFP – Gui Haichao

AGI – La Cina ha mandato in orbita il suo primo astronauta civile, nell’ultimo progresso segnato dall’ambizioso programma spaziale di Pechino, che prevede di mandare astronauti sulla Luna entro il 2030. GuI Haichao, 37 anni, docente di ingegneria aerospaziale all’università Beihang di Pechino, e che si è formato in Canada, è uno dei tre “taikonauti”, come sono noti gli astronauti cinesi, che oggi sono partiti a bordo della Shenzhou-16 e diretti alla stazione spaziale Tiangong. Gui era affiancato da un altro esordiente, Zhu Yangzhu, e dal veterano Jing Haipeng, entrambi membri dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese.

“Un completo successo”

Dopo sei ore e mezzo dalla partenza dalla base di lancio di Jiuquan, nella Mongolia Interna, la Shenzhou-16 ha attraccato alla stazione spaziale cinese, e i tre taikonauti sono stati accolti nel modulo principale Tianhe dai loro tre colleghi partiti a novembre scorso a bordo della navicella Shenzhou-15: i sei astronauti cinesi trascorreranno insieme cinque giorni, durante i quali svolgeranno “vari compiti programmati”, secondo quanto riportato dai media cinesi. Il lancio è stato un “completo successo” e l’equipaggio è “in buone condizioni”, ha commentato Zou Lipeng, direttore del Centro di Lancio Satellitare di Jiuquan.

La Shenzhou-16 è l’undicesima missione umana cinese nello spazio, e la partenza della navicella, portata in orbita da un razzo Long March 2F, è stata preceduta da una coreografica cerimonia ripresa dai media statali, a cui hanno partecipato i tre taikonauti, con l’accompagnamento di una banda musicale e del pubblico sventolante le bandiere nazionali. La Tiangong è composta da tre moduli, assemblati a forma di “T” e del peso di 22 tonnellate ciascuno: oltre al modulo principale Tianhe, ci sono i due moduli-laboratorio Wentian e Mengtian.

L’evoluzione del programma spaziale cinese

La stazione spaziale dovrebbe rimanere in orbita bassa attorno alla Terra, tra i 400 e i 450 chilometri di distanza dal nostro pianeta, per circa dieci anni. La Cina si dice aperta alla cooperazione internazionale: collaborazioni con l’Agenzia Spaziale Europea esistono gia’, e potrebbero aumentare nei prossimi anni, soprattutto se dal 2024 la stazione spaziale cinese rimanesse l’unica operativa, per il ritiro della Stazione Spaziale Internazionale.

Tra i maggiori successi nel programma spaziale cinese va ricordato il primato nell’atterraggio sul lato oscuro della Luna di un proprio veicolo spaziale, la sonda Chang’e-4 nel 2019, mentre due anni piuùtardi la Cina ha portato sulla superficie di Marte il suo primo rover, diventando il terzo Paese a raggiungere Marte, dopo gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica.

Nel 2020, invece, la Cina aveva completato la costellazione satellitare Beidou, rivale dell’americana Gps. Nonostante Pechino rassicuri che il proprio programma spaziale sia pacifico, gli Usa sospettano che la Cina abbia ambizioni militari, soprattutto per la partnership con la Russia in parte del proprio programma spaziale. La Cina è l’unico Paese ad avere una propria stazione spaziale, dopo il divieto degli Stati Uniti alla Cina di partecipare alla Stazione Spaziale Internazionale, nel 2011, per timori riguardanti la sicurezza nazionale e il furto di tecnologia.

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