“Con i fratelli Bianchi hanno voluto creare un mostro a due teste”

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La difesa di Marco e Gabriele, condannati in primo grado per aver ucciso a mani nude Willy Monteiro Duarte, accusa in Appello i giudici del tribunale di Frosinone di aver subito l’influenza mediatica

di Edoardo Izzo

Willy Monteiro Duarte – facebook – Willy Monteiro Duarte in un’immagine tratta dal suo profilo Facebook.

AGI – “La sentenza di primo grado ha creato un mostro a due teste, i fratelli Bianchi, ma un’aula di tribunale non deve servire a creare un mostro”. Lo ha detto la difesa di Marco Bianchi, condannato all’ergastolo in primo grado insieme col fratello Gabriele per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso durante un pestaggio avvenuto a Colleferro la sera del 6 settembre 2020, nel corso dell’udienza del processo di appello che si è svolta oggi a Roma.

“La Corte d’Assise di Frosinone con la sua sentenza, meritevole di censura, ha voluto dare una risposta al dolore per una tragedia con un’altra tragedia – ha detto l’avvocato Vanina Zaru, difensore di Marco Bianchi -. Le testimonianze di tutto il processo non riescono a provare la colpevolezza di nessuno dei quattro imputati. I testi hanno detto ognuno una cosa diversa e la sentenza ne ha preso un pezzo da ognuno. Ma a fronte di condanne così severe – ha sottolineato – le prove devono essere granitiche”.

“Questo processo ha spersonalizzato Marco Bianchi, chiamato solo come uno dei fratelli Bianchi. Nella sentenza si dice che Marco è pericoloso ed è come se girasse armato perché fa lotta Mma, ma anche l’amico di Willy, Samuele Cenciarelli, è stato picchiato e ha riportato una prognosi di 10 giorni”.

Un peso nel processo lo avrebbe avuto anche l’aspetto mediatico, secondo la difesa. “Sui siti gli articoli su questa vicenda fanno molte più visualizzazioni se ci sono le immagini dei fratelli Bianchi piuttosto che le foto di Willy, questo perché – ha ribadito – si è voluto creare un mostro“. In primo grado, oltre agli ergastoli per i fratelli Bianchi, ci sono state le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e a 21 anni per Mario Pincarelli. Condanne che la procura generale ha chiesto di confermare. Alla prossima udienza del 15 giugno proseguiranno le altre difese.

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