PNRR : 2,49 miliardi al dissesto idrogeologico e 56 mld alle infrastrutture

Attualità & Cronaca

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I  numeri sono forse la nozione più astratta creata dalla mente umana , ma nulla risulta più efficace nella descrizione della realtà.

Finalmente grazie all’azione della Fondazione OpenPolis e ,alla legge conosciuta come FOIA ( Freedom of Information Act ; decreto 97/2016)  abbiamo i dati aggiornati ,che riguardano il PNRR.

Adesso abbiamo abbastanza informazioni  sulla attuazione del PNRR  e i finanziamenti . Un dato importante e , che raffigura anche l’efficienza delle regioni nel produrre progetti finanziabili.

 Al 1 marzo scorso ,   primo posto alla  Lombardia , quale regione con più progetti approvati e  finanziati :  25.500  interventi , segue il Piemonte con 15.850  interventi , la Campania con 15.747  , il Veneto con 12.813 interventi. La  Puglia con 9058 interventi approvati e finanziati si colloca dopo la Sicilia ,ma prima della Calabria , dell’Abruzzo, della Sardegna , la Basilicata , il Trentino , l’Emilia e gli altri.

 La parte da leone è svolta ,dalle infrastrutture autostradali e ferroviarie.

IL problema della trasparenza delle informazioni non è, che sia risolto permanendo delle criticità. Openpolis dice che  i dataset pubblicati non contengono indicazioni sullo stato di avanzamento dei progetti.

Lo stato di avanzamento dei progetti è valutato dalla  Commissione europea per erogare i finanziamenti. Dai dati resi noti conosciamo solo la ripartizione dei progetti  tra le sei missioni ,che compongono il PNRR.

Al primo posto la missione M1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) , segue la M2 ( Rivoluzione verde e transizione ecologica) la M3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile poi le altre.

I progetti finanziati dal PNRR al 1 marzo scorso sono 138.640 , e  172 ,1 miliardi le risorse assegnate finanziate dal PNRR , dal Fondo Complementare e da altre fonti .

Gli interventi che riguardano tutto il paese assorbono 8,6 miliardi del totale  e ,la parte residua di 163,5 miliardi distribuita tra regioni , province e comuni.

IL settore , che la fa da leone assorbendo più risorse è quello delle infrastrutture con oltre 56 miliardi seguito da progetti ,che riguardano la transizione ecologica con 13,5 miliardi e la digitalizzazione con 9. I

L grande irrisolto problema è rappresentato dal fatto , che i dati pubblicati non danno alcuna indicazione sullo stato di avanzamento dei progetti.

Rappresenta questa omissione un fatto molto grave considerato, che la Commissione europea ha rilevato delle irregolarità sui progetti legati alla rigenerazione urbana e al teleriscaldamento.

 Questi eventi portano al blocco della erogazione della terza rata di 19 miliardi ,che la UE deve trasferire all’Italia.

La UE contesta la revisione del regolamento delle concessioni portuali  ,che non prevede scadenze.  La seconda contestazione riguarda gli appalti pubblici, per gli impianti di teleriscaldamento ,che dovrebbe generare  calore prodotto da fonti rinnovabili e sembra , che siano state ammesse fonti non rinnovabili.

Infine i piani urbani integrati ovvero progetti di rigenerazione urbana dedicati esclusivamente alle città metropolitane. Obiettivo di questo investimento  recuperare spazi urbani già esistenti al fine  di elevare  la qualità della vita e ,coinvolgendo la partecipazione di cittadini e imprenditori con particolare riguardo agli aspetti ambientali.

Bruxelles contesta  i progetti come lo stadio Artemio Franchi di Firenze e il “Bosco dello sport” di Venezia.

 Progetti che in effetti hanno ben poco a che fare con gli obiettivi appena descritti.

Sulla base di questi dati , delle osservazioni sono doverose.

 Anche per il rispetto di quanti sono stati colpiti , in ordine di tempo da una emergenza denominata dissesto idrogeologico .

La commissione interministeriale De Marchi ,  istituita nel 1967 con il compito  di studiare la sistemazione idraulica e la difesa del suolo diede la definizione di dissesto idrogeologico 53 anni fa.

Nel 1984 fu creato il Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche , nel 1989 la legge 183 su dissesto, frani, alluvioni etc.

Da anni Ispra fornisce ogni anno , il rapporto dettagliato e sappiamo che gli abitanti a rischio di frane sono 1,3 milioni e 6,8 milioni quelli, a rischio di alluvioni.

Sappiamo anche il dato riferito al numero di famiglie , 548 mila per frane e oltre 2,9 milioni per le alluvioni . Valutando invece ìn 14,5 milioni gli  edifici: in area di pericolosità da frana con rischio elevato sono 565.000 e 1,5 milioni in aree soggette ,a rischio alluvioni.

 Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia, e Liguria. Tutto stranoto e chiaro da anni!

Arriva il PNRR e il Governo Draghi in questa montagna di soldi , assegna 2,49 miliardi di euro  Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico ( misura M2C4) e 13,21 miliardi per la rete ferroviaria ad alta velocità ( missione M3C1).

Gli italiani a rischio idrogeologico sono  8,1 milioni e 7  miliardi l’anno dal 1945 ad oggi .

 Le risorse del PNRR che riguardano frane e alluvioni sono pari a miserrima cifra di 2,49 miliardi di euro e riguardano rischi enormi , mentre la domanda di alta velocità passeggeri riguarda appena il 12% della domanda di traffico e non incide sul rischio esistenziale.

L’ultima considerazione , che rafforza quanto osservato su av/dissesto idrogeologico la fornisce proprio il dato investimenti : il settore , che assorbe più risorse del PNRR è quello delle infrastrutture con 56 miliardi di euro allocati , seguito dal settore transizione ecologica con 13,5 miliardi e dalla digitalizzazione con 9 .

Nel tempo della emergenza  ecologica , i ministri tecnici di Draghi,  quasi tutti di formazione economica e giuridica cosa fanno delle risorse del PNRR ?

 Le allocano su cemento , ferro, ponti, viadotti e gallerie ovvero massimizzano la produzione di gas serra , che vogliamo combattere per evitare/contenere disastri simili come quello dell’Emilia Romagna o siccità come in Veneto o crisi idrica soprattutto nel Mezzogiorno.

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