Storia del tiratore scelto dell’Armata Rossa che arrivò a Berlino solo su un manifesto

Arte, Cultura & Società

Di

GEORGY MANAEV
“Doshlí!”, cioè “Siamo arrivati!”, è uno dei più noti manifesti sovietici della Seconda guerra mondiale. Il soldato sorridente che vediamo non è frutto di fantasia, ma una persona realmente esistita. Tuttavia, il leggendario tiratore scelto Vasilij Golosov, che “posò” per questo manifesto, non ebbe la fortuna di arrivare fino alla capitale tedesca in carne e ossa

Vasilij Golosov nacque a Belev, cittadina a un centinaio di chilometri da Tula. Prima della guerra aveva lavorato come operaio, poi come direttore di un magazzino. Nell’esercito, dopo l’inizio della Grande guerra Patriottica, diventò tiratore scelto. Nell’agosto del 1942, quando si stava combattendo per creare alcune teste di ponte lungo il fiume Don, il comando notò che Golosov era un abilissimo tiratore. Da quel giorno egli cominciò non solo a “lavorare” come cecchino, ma anche a insegnare le sue abilità ad altri soldati.

Golosov Vasilij Ivanovich

Durante uno dei combattimenti, Golosov fu ferito alla testa, ma poco dopo tornò al fronte. Uccise personalmente 442 militari hitleriani e addestrò più di 170 tiratori scelti. La sua vita si spezzò il 16 agosto 1943, durante i combattimenti nella regione di Kharkov, quando fu colpito da una scheggia di proiettile. Il 23 ottobre 1943 gli fu conferito il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica (postumo).

La vita in un manifesto

Il disegnatore grafico Leonid Golovanov fu chiamato alle armi all’età di 38 anni. Ricevette il grado di tenente e fu mandato al fronte come disegnatore dell’esercito. Nei primi anni della guerra, l’oggetto più richiesto della propaganda erano i manifesti. Golovanov portava sempre con sé un album, nel quale faceva dei rapidi schizzi con la matita per i futuri lavori grafici. Tra questi disegni c’erano anche alcuni ritratti del tiratore scelto Vasilij Golosov, molto conosciuto nell’esercito, che l’artista aveva incontrato personalmente.

Il cecchino Golosov comparve per la prima volta su un manifesto del 1944, nel quale sorride timidamente, mentre si sta tirando su uno stivale, con in spalla il cappotto di militare, arrotolato a ciambella. Si intuisce che il soldato è reduce di una lunga marcia. Sullo sfondo si vedono delle colonne di mezzi sovietici che procedono verso l’Ovest. Il titolo del manifesto era: “Arriveremo a Berlino!”

Tuttavia, molto più conosciuta è l’immagine del tiratore scelto Golosov, simbolo del soldato sovietico, nel manifesto del 1945 “Gloria all’Armata Rossa!”, noto anche come “Doshlì!” (“Дошли!”; cioè “Siamo arrivati!) o, semplicemente, “La gioia del soldato”, nel quale è presente anche il primo manifesto con Golosov. Lo si vede attaccato al muro sopra la spalla destra del soldato.

Sorprendentemente, anni dopo, nel 1962, Leonid Golovanov disegnò un altro manifesto con il tiratore scelto – “Vinciamo anche nel lavoro!”, nel quale il soldato fu dall’artista “invecchiato”.

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