La democrazia ha un futuro?

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La democrazia ha un futuro?

I numeri rappresentativi delle ultime elezioni e l’esorbitante  di bancocrati e tecnocrati sembrano suggerirci un secco no. Bancocrati e tecnocrati promuovono a dignità di interessi generali i loro specifici interessi , che si impongono nel nome della efficienza , della competenza , della produttività , del calcolo economico ,che sono categorie improprie ed estranee al comportamento politico.

I flussi pubblicitari che piovono sull’universo mediatico , consentono a quest’ultimo controllato da soggetti economici di pubblicizzare il ruolo dei potenti dell’economia.

La Presidente del Consiglio pensa , e propone un capo dello Stato eletto dal popolo visto come l’antidoto ,a una deriva democratica che registra come votanti alle ultime elezioni politiche alla Camera 30.439.895 persone ,che sono uguali allo stesso numero di votanti di 64 anni fa quando gli elettori erano 32,4 milioni contro i 50,8 di oggi.

Basterà il semi presidenzialismo (presidente della repubblica eletto dagli elettori e con potere di nominare il presidente del consiglio e di sciogliere il parlamento)   , il presidenzialismo (presidente della repubblica eletto dal popolo è anche capo del governo ma non può sciogliere il parlamento )  il premierato ( elettivo, presidente del consiglio eletto dal popolo , sperimentato e fallito solo in Israele. Premierato cosiddetto forte quando il governo sovrasta il parlamento e il presidente del consiglio comanda i suoi ministri.)  o il cancellierato (elezione da parte del parlamento federale del cancelliere che è il capo del governo  a maggioranza assoluta e la possibilità di una sua rimozione attraverso il meccanismo del voto di sfiducia costruttivo) , per recuperare questo rapporto terribilmente deteriorato tra il popolo e le classi dirigenti dei partiti?

Grazie a una legge elettorale folle,  promossa da Rosato allora nel Pd oggi in Italia viva il Governo attuale poggia su una maggioranza  di seggi pari al 58% alla Camera .

Fratelli d’Italia ha questo enorme potere con 7,5 milioni di voti , pari al 26% del totale dei voti espressi e rappresentando il 14% dell’elettorato.

Un settimo dei voti consente alla Meloni di avere un potere assoluto con la grande illusione , che la deriva democratica si argina modificando la forma di governo.

 IL segnale più devastante e preoccupante arriva dal Sud !

Un Sud che rappresenta il 35% degli elettori italiani ha visto votare  il 52,3% degli elettori , facendo registrare in 4 anni una perdita di circa 2,2 milioni di voti . Disaggregando i voti a livello regionale , in Calabria ha votato il 50,8% , Campania 53,2% .

La nota triste è che è in atto un collasso della democrazia soprattutto  al Sud.

I segnali sono stati parecchi in questi anni , ma tutti ignorati dalla politica.

Come non imputare la bassa crescita al Sud e quindi con i connessi alti tassi di disoccupazione , causata dalla riduzione dei trasferimenti pubblici ?

 L’Agenzia di coesione territoriale , ora eliminata dal Governo calcola che sulla spesa pubblica complessiva italiana al Centro-Nord sono stati destinati 20.088,  per ogni residente, mentre al Sud sono stati assegnati 15.703.

Gli investimenti fissi lordi nel Mezzogiorno sono passati dal 17,5% del 1998 al 15,4% del 2013.

Come successe con il Porcellum anche con il Rosatello nessuna energia dei governi è stata dedicata,  per il superamento di questa folle legge. Dimostrando

 E cosa dire della progressiva desertificazione bancaria? Nel 2021 c’è stato il dimezzamento delle banche campane con un 76% degli sportelli presenti nella regione di proprietà di banche grandi, maggiori e medie con sedi al di fuori della Campania. Persi in un decennio 532 sportelli cioè un terzo delle filiali presenti in regione. La sofferenza della democrazia si percepisce nella diffusione della delusione, del disincanto nella diffidenza al limite dell’odio nei confronti della classe politica e delle istituzioni democratiche. Altro segnale è rappresentato dalla mobilità dell’elettorato che si sposta velocemente da un partito all’altro , a nuove entità politiche che meglio rappresentano il disagio o la speranza di rompere  quella condizione di progressiva pauperizzazione che per esempio soprattutto al Sud ha portato la classe media a disertare le elezioni. Voglio sperare che per arginare la minaccia di bancarotta della democrazia italiana non si pensi che la soluzione è la modifica del sistema di governo perché senza riforme , che fanno aumentare l’efficienza del sistema e il potere dei cittadini anche questa riforma naufragherà nel nulla. Considerato che la democrazia italiana è minacciata dal cancro della diserzione del voto , l’unico rimedio consiste nel dare al cittadino la scelta del governo. Connessa a questa scelta il rispetto del principio di responsabilità . al quale deve essere inscindibilmente legata ogni forma di potere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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