Pari del Bari a Modena e addio alle speranze del secondo posto. Un solo punto alla certezza del terzo

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Foto SSC Bari

Dispiace da un lato ma sotto certi aspetti meglio così. Basta coi sogni impossibili, già uno è abbassata, quello di aver preso il terzo posto provenendo dalla C. Pensare ad un improbabile secondo posto, francamente, era troppo. Lo dicevamo da tempo, meglio concentrarsi sul presente e sul futuro prossimo.

Un bel primo tempo, vivace, divertente, mai banale con le due tifoserie che non si sono risparmiate nell’incitare i propri giocatori, (un gran caldo però) dove entrambe le squadre hanno giocato pur senza brillare, ma quanto meno han tenuto sulle corde quanti hanno seguito la partita dando l’idea che da un momento all’altro si sarebbe potuta sbloccare magari con un episodio, e così è stato con quel gran tiro di Ricci da lontano di sinistro che si è infilato nel sette del portiere Gagno. Ha rievocato il gran gol di De Vezze segnato proprio qui a Modena e proprio alla stessa porta l’otto marzo del 2009. Corsi e ricorsi storici, insomma.

Poi ancora Bari con Benedetti che d’istinto ha tirato alto sopra la traversa, ed infine il palo del redivivo Cheddira che ha giocato un buon primo tempo. Il Modena, a volerla dire tutta, non ha creato alcun pensiero a Caprile il quale, però, ad un tratto la stava combinando grossa quando nel tentativo di passare la palla a Ricci in un normale disimpegno, l’ha passata da un giocatore canarino che ha tirato ma per fortuna lo stesso portiere barese ci ha messo una pezza.

Nel secondo tempo il Bari è calato e Mignani ha pensato a forze fresche con Mallamo, Folorunsho piazzato come attaccante, e Zuzek e Molina, ma nulla è cambiato, anzi, proprio all’entrata di Antenucci e di Zuzek, Ricci ha provocato il rigore che Diaw ha realizzato pareggiando le sorti dell’incontro. Il Bari non ha più punto, ha tirato colpevolmente i remi in barca, forse appagato e forse anche demoralizzato dalle notizie che arrivavano da Genova, il Modena ha cercato la vittoria con i cambi, Bonfanti su tutti che segnò ben tre gol nelle fasi della supercoppa di C, ma il risultato non è cambiato.

Peccato perché il Bari era partito bene, e dispiace che a festeggiare sia il Genoa che va in A, meritatamente sia inteso, perché vince sempre in casa, non si crea tanti problemi, non pensa alle motivazioni degli avversari, a Marassi vanno sempre in 25mila, mica una volta in 50mila e poi un’altra volta in 15mila, il Bari no. Il Genoa è capace di vincere sei gare consecutive in casa, il Bari ne vince sei in tutto il torneo, si crea tanti problemi col Como, col Cittradella e col Benevento, cicca in casa davanti a 50mila persone, sta a pensare più alle motivazioni degli avversari che alle proprie. Tutta qui la differenza, ma il Bari è questo. Prendere o lasciare. Schopenhauer ha scritto: “Ogni morte è causata da azioni consapevolmente volute“.

Chissà, forse è entrato in campo già con la convinzione di non poter raggiungere più il Genoa pensando a giocare in surplace e quindi pensando a razionalizzare le forze, ma il primo tempo ci ha fatto sognare perché ci ha fatto pensare che se gioca cosi ai playoff non ce ne sarà per nessuno. Sagacia, equilibrio, senza strafare, tre occasioni nitide, un gol, come ci ha abituato nelle trasferte fin qui viste. Ma visto il secondo tempo, c’è molto da ridire e, non diciamo di aver paura, ma quanto meno c’è da riflettere molto. Poi i cambi hanno alterato l’equilibrio della squadra. Oggi forse si giocava col caldo vero, Mignani ha dovuto utilizzare i cambi dalla panchina in modo continuativo proprio per questo motivo visto che qualcuno non ce la faceva più (Benali, ad esempio). Probabilmente il limite vero è che in panchina non si ha quello che serve per essere una grande squadra e chi è entrato non è stato all’altezza di chi è uscito, occorre dire anche questo.

Oggi è sfumata ufficialmente la promozione diretta, prendiamone atto, del resto lo predicavamo noi da qualche turno proprio per evitare cadute psicologiche, troppe cose han girato dalla nostra parte, ora siamo terzi a due giornate dal termine, ma giù il cappello davanti a questa squadra terza in classifica. Aristotele ha scritto: “Agli individui non accade ciò che essi meritano, ma ciò che è conforme alla loro natura.

Ora c’è da attendere i recuperi di Maiello e di Folorunsho oggi tornato in campo ma non lo abbiamo visto benissimo, ma se li vogliamo in buone condizioni occorre dare loro minutaggio sin da adesso.

Nel ricordare i grandi meriti di Mignani che ha azzeccato i cambi quasi sempre, oggi in effetti qualcosa non è andato per il verso giusto, quei cambi non ci hanno convinto affatto al di là del risultato conseguito, forse occorreva lasciare Cheddira, e Zuzek a rinforzare la difesa probabilmente era inutile, ma noi non siamo allenatori. Ciò che ci dà fastidio è il pregiudizio verso l’allenatore ogni volta che i cambi non risultano efficaci, tanto che l’allenatore subisce un regolare processo inquisitorio e questo non va. Criticare va bene, ma sottoporre sistematicamente ad un processo in quelle poche gare sbagliate no. Evidentemente c’è pregiudizio. Scriveva Seneca: “Spesso nel giudicare una cosa ci lasciamo trascinare poiù dall’opinione che non dalla vera sostanza della cosa stessa”.

Il Bari non è in grado di gestire il vantaggio a meno che non segni il gol vittoria nel recupero o negli ultimi minuti come accaduto fino adesso, deve giocare con spensieratezza, senza pressioni come accade al Genoa, prima ci si leva questo antipatico paragone coi liguri meglio sarà per tutti. Certo, poi ci sono i soliti noti che tacciono quando il Bari vince ed escono come i funghi quando le cose vanno male con frustrazioni criticando in modo ingeneroso la squadra, ma quelli, si sa, non sono tifosi del Bari. E di certo non aiutano a migliorare le cose, ma occorre sopportarli con pìetas cristiana. Il Bari è uan squadra costruita non per vincere il campionato e deve giocare in un certo modo, non certo come il Genoa altrimenti perderà dappertutto. Ora basterà un solo punto per blindare definitivamente il terzo posto. E visto che, ormai, il Bari ci ha abituato ai pareggi casalinghi, un eventuale pareggio contro la Reggina sarà quanto mai apprezzato. Stavolta.

Massimo Longo

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