Autostrade del Mare ignorate. 14,5 miliardi teorici , per il Ponte sullo Stretto approvati.

Attualità & Cronaca

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IL sistema di trasporto economicamente più conveniente , più sicuro, più compatibile ed a minore impatto ambientale è il trasporto marittimo., incluso il terminale porto.

Bisogna purtroppo rilevare che , nonostante si faccia un grande parlare di cabotaggio e pochissime di realizzazione di progetti considerati prioritari , poco o nulla è stato fatto. IL riferimento è alle “ Autostrade del Mare”,  alla possibilità di connessione della navigazione fluvio- marittima italiana con quella europea.

 Assistiamo invece relativamente ai trasporti , a progetti che sono un remake del passato. Eppure le infrastrutture terrestri necessitano di suolo : la Lombardia e il Piemonte hanno convertito a uso urbano 500 Km quadrati di suolo vicino ai fiumi ,mentre Toscana, Veneto ed Emilia si attestano su complessivi 620 Km quadrati.

L’Italia intera ha utilizzato 2000 Kmq di ambiti fluviali , l’equivalente di 310 mila campi di calcio. Programmati 2000 Kmq di autostrade soprattutto al Nord dettagliatamente elencate nel libro di Roberto Cuda “ Strade senza uscite”.

Le Autostrade del Mare presenti tra i 14 progetti prioritari di ben 27 anni fa e ,successivamente riconfermate nel 2005 e nel 2010. Intendiamoci su cosa sono le autostrade del mare.

 È la possibilità di utilizzare i collegamenti marittimi europei e nazionali come “ soluzione alternativa marittima alle criticità rappresentate dai valichi alpini , per raggiungere il Nord Europa” e , più generalmente utilizzare le vie d’acqua nei traffici Nord Sud,  in alternativa alla strada.

Un trasporto marittimo a corto raggio (Short Sea Shipping) .

Autostrade del Mare presenti nel Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 2000. I flussi di traffico , che appaiono poter essere dirottati da terra a mare sono quelli Nord/Sud , lungo le due coste adriatica e tirrenica.

Possiamo ipotizzare tre grandi bacini geografici come origine e destinazione di questi flussi . Un’area Nord-Occidentale ( costituita dalle regioni Piemonte, Lombardia, Liguria e Toscana) , un’area Nord Orientale ( Friuli, Trentino- Alto Adige, Veneto ed Emilia Romagna) e un’area Sud ( Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia).

Almeno 30 milioni di tonnellate di merci percorrono le strade Nord/Sud e viceversa. La politica avrebbe dovuto adeguare al sistema di trasporto combinato le infrastrutture dei porti.

 IL Programma Autostrade del Mare è promosso da una spa del Ministero delle Infrastrutture , la RAM che avrebbe dovuto definire un Master Plan Mediterraneo per un sistema integrato dei trasporti .

RAM ha identificato criticità e “colli di bottiglia” ,  che incidono sull’accessibilità ai porti . Non sembra che quantità significative di traffico si sono spostate sulle vie d’acqua.

A dicembre finalmente è stato inserito il Corridoio n 8 , che congiunge l’Adriatico , con il Mar Nero via Albania, Macedonia e  Bulgaria. L’Autorità portuale di Taranto si era attivata , tramite uno studio commissionato alla London School of Economics per individuare linee percorribili che consentissero migliori collegamenti con Grecia, Turchia, Bulgaria e Romania che rappresentano , oltre 100 milioni di consumatori.

La cenerentola del sistema dei trasporti è comunque  la modalità fluvio-marittima,  per intenderci “ canale Adriatico + fiume Po) : concretamente la canalizzazione da Mantova a Milano e da Trieste a Bratislava sul Danubio. Esiste già , ma da adattare il collegamento Adriatico e il canale tra Chioggia e Mantova (Fissero Canale Bianco) da collegare al tratto ,in progetto Pizzighettone porto di Cremona.

 Crisi energetica, emissioni di biossido di carbonio , prezzi in ascesa , consumo di suolo non dovrebbero indurre a optare per la modalità a minor costo energetico e di impatto ambientale ?

Invece si tirano fuori dal cassetto “ grandi opere” ,come il Ponte sullo Stretto .

IL costo stimato del Ponte come risulta dal DEF è pari a 13,5 miliardi di euro. Bisognerà aggiungere il costo per le opere complementari e di ottimizzazione delle connessioni ferroviarie lato Sicilia e lato Calabria , stimate in 1,1 miliardi.

Complessivamente il costo STIMATO dell’intervento è pari a 14,6 miliardi di euro che viste le dinamiche evolutive dei costi delle opere pubbliche c’è da scommettere che , se tutto va bene , ammonterà a non meno di 20 miliardi di euro.

 Immensa la generazione di anidride carbonica considerando il solo acciaio : dalla scheda tecnica si rilevano 70.500 tonnellate di acciaio per la carpenteria , 108.100 tonnellate di acciaio per le torri alte 370 metri, 166.600 tonnellate di acciaio per il sistema di sospensione più 139.000 tonnellate per gli ancoraggi ,  per complessivi 583.300 tonnellate di acciaio con emissioni di CO2 pari a  1.050.000 tonnellate di CO2!

Nella delibera Cipe n 136/2012 il costo era pari a 8,5 miliardi di euro. Attualmente il progetto non dispone di alcun finanziamento ma si intende reperire risorse attraverso il Bilancio dello Stato, la Cassa Depositi e Prestiti, la Banca Europea degli Investimenti  , i Fondi di Coesione UE per Calabria e Sicilia e infine il Fondo del Programma Connecting Europe Facility.

Nell’articolo “ IL ponte sullo stretto di Messina è la priorità della Sicilia ?” pubblicato su questo giornale il 18 marzo c.a. , abbiamo elencato le emergenze della Sicilia.

 

 

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