Mens sana in corpore sano

Ambiente, Natura & Salute

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La globalizzazione, con l’allargamento, l’espansione e l’integrazione dei più disparati aspetti delle nostre vite, anche quello della salubrità, può contribuire al benessere psicofisico degli esseri umani?

L’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite decreta che “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari”. Il diritto alla salute non è solo un obbligo per gli Stati affinché garantiscano l’accesso alle cure mediche, ma occorre che creino le condizioni per la promozione di un ambiente salubre e per la prevenzione delle patologie.

Pochi sanno che, tra i paesi al mondo che sono noti per il loro stile di vita sano e la loro attenzione alla salute pubblica, vi è proprio l’Italia. Tuttavia, le valutazioni possono variare a seconda di quali indicatori vengano utilizzati negli indici per la valutazione di sintesi.

Secondo l’Indice Globale della Salute 2021 della Bloomberg, i primi paesi più salubri al mondo sono la Spagna e l’Italia. Sono stati valutati in base a fattori come l’aspettativa di vita, la mortalità infantile, l’accesso all’acqua potabile e all’igiene, l’accesso ai servizi sanitari, il grado di copertura vaccinale, il tasso di obesità, la percentuale di fumatori e altri aspetti dello stile di vita.

Diversamente, l’Indice di Sviluppo Umano (Human Development Index HDI) delle Nazioni Unite(ONU), estrapolato dal Rapporto sullo sviluppo umano compilato dall’ONU, valuta in base a tre fattori principali: aspettativa di vita, istruzione, reddito e colloca l’Italia al 30° posto dopo Cipro. È usato per classificare i paesi e viene confrontato nel tempo per valutare se una certa politica economica è in grado di migliorare la  qualità della vita. I dati del 2022, per il 2021, vedono ai primi posti in ordine: Svizzera, Norvegia, Islanda, Hong Kong, Australia, Danimarca, Svezia.*

Menzioniamo la Classifica Mondiale della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2000).

Degno di nota anche  l’Indice di Prosperità Legatum: è un indice globale che misura la prosperità di un paese in base al benessere sia economico sia sociale, analizzando dodici categorie distinte, tra cui l’accesso ai servizi sanitari, la sicurezza, la libertà personale, la Governance, il Capitale Sociale, le infrastrutture, l’ambiente per gli investimenti e le imprese, il sistema dell’istruzione. Al primo posto nel 2023**  troviamo la Danimarca (in tale posizione dal 2018), seguita da Svezia, Norvegia.

L’Italia risulta al 30° posto, ottenuto come sintesi di una serie di posizioni per i vari indicatori: tra gli altri un 17° posto per l’indicatore Health, la salute, che misura oltre allo stato di salute della popolazione l’accesso ai servizi sanitari (1° Singapore e 2° Giappone che tuttavia hanno un indice globale di prosperità rispettivamente pari a 17° e 16°); un 54° posto per l’indicatore Economic Quality, che per il sistema economico contempla anche l’impegno per la piena occupazione della forza lavoro; un 41° posto per l’indicatore Social Capital, che include le norme sociali, la fiducia nelle istituzioni, le relazioni sociali, la partecipazione civica.

Aggiungiamo ancora che, in tale graduatoria per la prosperità, le posizioni globali dell’Italia si sono mantenute sostanzialmente stabili dal 2007, variando dal 29° al 31° posto. Pertanto una migliore performance si potrebbe ottenere agendo sui singoli indicatori, ad esempio sul 39° posto per l’indicatore “Governance” (controlli e restrizioni sui poteri in conflitto?).

Rammentiamo anche l’Indice di Performance Sanitaria, simile all’Indice Globale della Salute della Bloomberg, ma ha un focus più specifico sulla sanità, e vede l’Italia ai primi posti in graduatoria.

Ci ripeteremo: ogni valutazione utilizza criteri e metodi di valutazione differenti, quindi i risultati possono variare, fornendo tuttavia una panoramica utile sulla Salute dei paesi.

L’Italia offre molte bellezze naturali, culturali e storiche, di valore inestimabile, offre un clima piacevole, un’alta qualità della cucina, una forte identità nazionale, anche se l’opinione di alcuni non è tale, e un sistema sanitario pubblico di buona qualità. In sintesi l’Italia ha molte risorse per promuovere un equilibrio tra la salute fisica e mentale, mens sana in corpore sano, fondamentale per la qualità della vita e il benessere individuale.

La globalizzazione della sanità vede in atto un processo di integrazione delle politiche e delle pratiche sanitarie a livello globale, comportando la diffusione di conoscenze, tecnologie e servizi sanitari tra paesi e regioni del mondo, con l’obiettivo di migliorare il benessere psicofisico ovunque. Può rappresentare un’opportunità per l’Italia, che ha una lunga tradizione nel campo della medicina e della ricerca biomedica, e può beneficiare della collaborazione internazionale per lo sviluppo di nuove cure e terapie. Rammentiamo la condivisione di risorse e conoscenze per combattere l’HIV/AIDS, la malaria, la tubercolosi, il Covid-2019.

La globalizzazione potrebbe favorire l’attrazione di pazienti stranieri anche in Italia, la mobilità attiva, e non solo l’esodo…, rappresentando un’opportunità per il settore turistico e per l’economia del paese.

Preoccupa tuttavia la situazione dei paesi in via di sviluppo, così come l’ipotesi di una commercializzazione della salute, in cui i servizi sanitari in alcuni paesi siano trattati come un prodotto da vendere, piuttosto che un diritto universale per tutti.

* https://hdr.undp.org/          **(https://www.prosperity.com/rankings)

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