Riaperti gli ‘incontri settimanali’ da qualche tempo, ho voluto passare ieri pomeriggio più tempo con loro, complice a mio favore una bella serata primaverile che ondeggia sul Mar Piccolo e la luce dei colori dei lavori dei fragili ospiti.
Terrazza Falantrha, che ha media partner il Corriere di Puglia e Lucania,. merita la nostra attenzione da cronista.
Daniela organizza con i caregiver una chiacchierata al sole che ancora si può sopportare. un giro di pensieri senza pretese. Quella che viene fuori è sempre la solita disperazione sopportata, come se fosse un foglio attaccato con spilli sull’anima. C’è Mimmo, che incalza su questo, ma poi dice che alla fine si mette a cantare, a casa, per sciogliere il dolore nella musica, – lui che da giovane suonava il rock-.
C’è Luigi con la sua flemma da vecchio marinaio di coperta dice che ogni cosa brutta gli scivola addosso,. come la carrozzina che spinge sul selciato a saltelli.
Mi colpisce Antonio, che ha una luce negli occhi. “Sai” mi dice “quello che mi salva è la Fede, quando mi vedo perso mi si apre la mente e so cosa fare. Lo so lei è come una bambina che cresce al contrario, le devo dare più amore. Anche grazie ai figli, che alla mamma non fanno mancare gli appuntamenti col parrucchiere, la pedicure e manicure”.
Antonio si ferma e mi guarda sorridendo, ecco la Fede che miracolo fa in questa famiglia!
- Tamara
Più laico il racconto di Annamaria, su quell’amico nostro che non c’è più. Daniela le chiede di narrare come scoprì la malattia. “Eravamo andati alla casa al mare e lui che doveva raggiungermi dopo il lavoro nello studio legale. Mi chiamò dicendo che si era perso. Poi il viaggio a Milano e l’incontro con un professore che, discorrendo in modo fluente con l’avvocato, non ravvisava nulla. Poi il ricovero invece ravvisò un principio, forse, di Alzheimer. La malattia è così, prende una persona anche vent’anni prima senza lasciare alcuna traccia. I neuroni che muoiono sono sostituiti da altri che fanno il loro lavoro, poi all’improvviso scoppia, non riesci a tornare a casa, ecco l’avvisaglia.
Ma la serata è anche più viva dei racconti, mentre la luce sfuma nel tramonto, Anna la disegnatrice completa il lavoro degli ospiti, ed ecco Rina, Tamara, Anna, Domenico e Letizia con i loro lavori con i colori a tamponi. Quando li si lascia esprimere ecco il risultato.
Lo dice Daniela. ad una badante che tiene Mimma per mano, “lasciala andare e controlla da lontano. Le persone malate tentano di fare gli stessi gesti”. Come l’avvocato, che ora non c’è più, “prendeva un libro dalla biblioteca e lo teneva aperto al contrario davanti a sé”. Cosa leggesse non importa, riportare alla normalità il rapporto è una sfida quotidiana si sa, è uno sforzo immane collettivo di tutti, ma l’amore e la Fede di Antonio, fanno tutto il resto.