Scavi di Segesta, tornano alla luce la pavimentazione e un capitello

Attualità & Cronaca

Di

Sensazionale scoperta archeologica nel parco archeologico di Segesta, in Sicilia, conosciuta come la città degli Elimi esuli di Troia così come raccontò lo storico greco Tucidide

tempo di lettura: 2 min

© Flavio Leone – Sisilab – Gli scavi di Segesta

AGI – In soli dieci giorni di scavo è tornata alla luce un’ampia porzione dell’antica strada di Segesta: un percorso di 4,30 metri, largo 3,80 metri, con tracce della pavimentazione originaria del primo periodo ellenistico. Ma soprattutto la certezza che si tratti di un sito stratificato a più livelli, un edificio importante a due piani dove si svolgevano compravendite e atti pubblici: la campagna di scavo dell’Universita’ di Ginevra, guidata dagli archeologi Alessia Mistretta ed Emanuele Canzonieri, ha permesso di far affiorare gran parte della strada, uno splendido capitello con foglie d’acanto, alcuni mattoni in pasta marmorea e numerosi frammenti.

archeologia segesta scavi scoprono pavimentazione capitello
© Flavio Leone – Sisilab

Gli scavi di Segesta

La visita a cantiere aperto si preannuncia come una vera scoperta per il pubblico: si potrà partecipare domani, giornata in cui tutti i siti italiani saranno a ingresso gratuito. La visita gratuita al cantiere di scavo, guidata dagli archeologi di CoopCulture sara’ disponibile alle 15.30, 16 e 16.30. Nell’Acropoli Sud nel Parco archeologico di Segesta sorgeva la cosiddetta Casa del Navarca di cui sono visibili i resti, e una grossa porzione di pavimentazione a mosaico unica nel suo genere, una sorta di antico gioco illusorio a tessere romboidali a tre colori, “sectilia” marmorei (bianco, celeste e verde scuro) che raffigurano una sequenza concatenata di cubi dall’effetto tridimensionale.

archeologia segesta scavi scoprono pavimentazione capitello
© Flavio leone – Sisilab

gli scavi di Segesta

 

Una meraviglia, che gli archeologi durante la visita collegheranno all’impianto urbanistico di Segesta, alle tecniche edilizie per riflettere con i visitatori sulle ipotesi che investono la domus. Nel 2021 erano state ritrovate le mensole in pietra a forma di prua: gli archeologi hanno pensato ai rostri di una nave e dunque ipotizzato che questa fosse l’abitazione del navarca Eraclio, ricchissimo armatore citato da Cicerone nelle Verrine. Finora le mensole erano conservate all’ingresso del Parco; in occasione delle visite, sono state riportate all’interno della domus.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube