Spagna, agenzia meteorologica smaschera gli esperimenti climatici di geoingegneria nel mondo

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La geoingegneria, una volta relegata alla sfera delle “teorie complottiste”, ultimamente sta emergendo come un argomento legittimo e di interesse. L’AEMet (Agencia Estatal de Meteorología, trad.: Agenzia Statale di Meteorologia) spagnola, ente istituzionale a tutti gli effetti di un Paese europeo, ha affrontato di recente il tema, sfatando il tabù della manipolazione atmosferica.

In un articolo del 10 aprile 2023, pubblicato sul suo sito (e ripreso nel blog), l’AEMet ha rivelato che “attualmente, più di 50 Paesi svolgono attività sulla modifica artificiale del tempo”. Questi esperimenti sarebbero finalizzati ad “aumentare moderatamente le precipitazioni, ridurre le dimensioni della grandine (e, di conseguenza, i danni da essa provocati) e disperdere localmente la nebbia”, con risultati che sarebbero riportati periodicamente nei rapporti realizzati da alcuni esperti dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). Da AEMet si apprende anche che le tecniche utilizzate per modificare il clima variano, passando dalla fecondazione delle nubi all’uso di vettori o bombarde per combattere le grandinate. Tutto per tentare di frenare il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici (si, certo, “cambiando il clima”?) anche se le conseguenze di tali interventi sull’ambiente e sulla salute umana, per ora, rimangono pressoché ignote.

AEMet, (in)efficacia e incertezze su cloud seeding e “guerra alla grandine”

AEMet riconosce che “[…]Molte delle tecniche utilizzate nella modifica meteorologica artificiale si basano su conoscenze scientifiche consolidate, ma ci sono ancora molte incertezze”. Ad esempio, nel sopracitato caso di “Cloud seeding” (trad.: Inseminazione delle nuvole), pare che si riescano a utilizzare propulsori e, persino, aerei, “seminando la parte superiore della nuvola in luoghi precedentemente selezionati” (anche se l’esito positivo di tali operazioni non pare esser sempre garantito – e, pertanto, diremmo che sia i costi che i benefici dovrebbero essere valutati in maniera più attenta, prima di fare certe scelte -). “Nonostante la fiducia di alcuni utilizzatori e il successo commerciale, nella letteratura scientifica consultata non sono stati trovati fondamenti plausibili che ne giustifichino l’efficacia”, hanno invece dichiarato gli autori a proposito dell’impiego dei razzi esplosivi e dei cannoni sonici impiegati nella “guerra ai chicchi di ghiaccio“.

L’articolo, poi, menziona anche i composti chimici più comunemente iniettati nelle nubi, come lo ioduro d’argento, il cloruro di sodio e il ghiaccio secco. Anche se l’uso di queste sostanze “è considerato innocuo nell’ambiente” per via di un loro “utilizzo non molto frequente e in basse concentrazioni”, i risultati (comunque modesti) si starebbero già vedendo: “In alcuni studi, gli aumenti delle precipitazioni associati a questi metodi sono considerati fino al 20% nel migliore dei casi, ma c’è sempre un margine di incertezza nella loro valutazione”.

Follie senza basi, tenute in silenzio per anni

Ma non è tutto, dato che si starebbero studiando anche i dati ricavati con altre metodologie applicate (in fase sperimentale) come la ionizzazione, i laser e i campi elettrici. Tuttavia, sempre secondo i meteorologi spagnoli, anche qui sembra non esserci una base sufficiente di migliorie per dimostrare la loro incisività, “sulla scala di azione necessaria nel mondo reale”.

Anche se AEMet menziona che oltre 50 Paesi starebbero attualmente testando la geoingegneria, l’agenzia cita direttamente solo la Cina, la quale avrebbe pianificato l’uso del “cloud seeding su larga scala per combattere la siccità”. Inoltre queste manipolazioni sarebbero già partite decenni fa, in varie parti del mondo e ovunque nel più “totale segreto“, ossia senza né espresso consenso delle popolazioni, né fornendo loro informazioni trasparenti. Ma se la valutazione del rapporto rischi-benefici di tali interventi umani rimane ancora controversa, la geoingegneria, da ora, è divenuta certamente una materia che richiederebbe ulteriori discussioni e monitoraggio.

Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Elisabetta Barbadoro del 23 aprile 2023), NoGeoingegneria, sito dell’AEMet, blog dell’AEMet, sito della WMO, sito di archivio della WMO, Duegradi, Le Scienze, Wikipedia, WMA (Weather Modification Association), Meteored Italia, ThingsAsian, IARI (Istituto Analisi Relazioni Internazionali).

Canale Twitter: Luca Lombroso, Meteored Italia.

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

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