Putin sferza l’esercito: “La priorità resta l’Ucraina”

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Lo ha ribadito il presidente russo al suo ministro della Difesa, Serghei Shoigu. Il dissidente Kara-Murza condannato a 25 anni per “tradimento”, è la condanna più lunga mai inflitta a un oppositore politico

© Mikhail Metzel / Sputnik / AFP

AGI – Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ribadito che la priorità militare della Russia rimane l’Ucraina, dopo più di un anno dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’ex repubblica sovietica. Putin ha parlato in un incontro col suo ministro della Difesa, Serghei Shoigu, che lo ha aggiornato sull’andamento delle esercitazioni per verificare la prontessa al combattimento della flotta del Pacifico. Avviate lo scorso 14 aprile, le manovre a sorpresa coinvolgono più di 25 militari, 167 navi da guerra e navi di supporto, inclusi 12 sottomarini, 89 jet ed elicotteri. In una nota pubblicata sul sito del Cremlino, sotto forma di dialogo tra i due, dopo aver letto il rapporto.

Putin ha sottolineato che le manovre dimostrano che la flotta del Pacifico è a un buon livello di preparazione e che la priorità militare russa continua a essere l’Ucraina. “È chiaro che abbiamo priorità chiare per le forze armate e hanno a che fare con l’Ucraina e tutto ciò che riguarda la protezione del nostro popolo nella Donbass e nei nuovi territori”, ha dichiarato il presidente russo riferendosi alle quattro regioni ucraine (Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk) annesse con referendum farse e controllate da Mosca solo parzialmente.

L’agenzia russa Tass ha riferito che Putin ha anche “espresso la sua gratitudine agli organizzatori delle manovre”, che portano la flotta del Pacifico “al massimo livello di prontezza alla battaglia”, come annunciato in precedenza dalle autorità russe. Le esercitazioni si chiuderanno domani

Kara-Murza traditore, Mosca condanna il dissidente a 25 anni

Il tribunale della città di Mosca ha condannato a 25 anni di detenzione, in carcere di massima sicurezza, uno degli ultimi oppositori rimasti in Russia, lo storico Vladimir Kara-Murza. Collaboratore dell’ex vice premier russo assassinato, Boris Nemtsov, Kara-Murza è stato condannato per “tradimento“, “fake news sull’esercito” e “collaborazione con un’organizzazione indesiderata”. L’oppositore politico era già stato designato ‘agente straniero’.

Quello di Kara-Murza è uno dei casi di più alto profilo fino ad oggi di un dissidente russo condannato a lunga pena detentiva per essersi opposto all’invasione dell’Ucraina. Padre di tre figli, cittadino russo e britannico, ha studiato all’Università di Cambridge; è stato arrestato nell’aprile 2022 e accusato di aver diffuso false informazioni sull’esercito russo in Ucraina. Successivamente è stato anche accusato di “alto tradimento” per una serie di interventi pubblici, in cui criticava le politiche del Cremlino e la guerra in Ucraina. La sentenza nei confronti di Kara-Murza, con cui i giudici hanno pienamente accolto la richiesta dell’accusa, è la condanna più lunga mai inflitta a un oppositore politico di Vladimir Putin e arriva sullo sfondo di una massiccia campagna di repressione di ogni dissenso in Russia.

Considerato da Amnesty International “prigioniero di coscienza”, in un discorso nell’ultima udienza del suo processo, la settimana scorsa, Kara-Murza aveva rifiutato di chiedere l’assoluzione alla corte e si era detto “colpevole solo di una cosa: non sono riuscito a convincere abbastanza i miei compatrioti e i politici nei Paesi democratici del pericolo che l’attuale regime del Cremlino rappresenta per la Russia e per il mondo”. La Novaya Gazeta, il giornale indipendente anche Premio Nobel per la Pace aveva definito la richiesta dell’accusa per una pena di 25 anni “un chiaro ritorno al terrore staliniano” e aveva denunciato che “i capi d’accusa contro il politico hanno unicamente una funzione repressiva.

Kara-Murza dopo sentenza: “La Russia sarà libera”

“La Russia sarà libera, ditelo a tutti”. Sono le prime parole di Vladimir Kara-Murza, dopo la sentenza. Lo riportano diversi media russi presenti nell’aula del tribunale. “La Russia sarà libera” è lo slogan lanciato da Aleksey Navalny, l’oppositore russo più di spicco a livello internazionale e anche lui in carcere.

La difesa farà ricorso

La difesa dell’oppositore russo, Vladimir Kara-Murza, presenterà appello contro la sentenza del tribunale di Mosca. Uno dei suoi avvocati, Maria Eismon, lo aveva già annunciato durante una delle ultime udienze: faremo ricorso alla corte d’appello, denunciando “gravi violazioni procedurali”, aveva spiegato. Vestito con una maglietta nera e una giacca grigia, Kara-Murza ha sorriso brevemente quando è stata pronunciata la sentenza ampiamente attesa. Ha ascoltato la lettura dalla cella in cui si trovava in tribunale e ha fatto cenno ai suoi sostenitori di scrivergli in carcere.

Numerosi giornalisti vicini a Kara-Murza, nonché rappresentanti di diverse ambasciate straniere, erano presenti oggi in aula per la lettura del verdetto che ha stabilito anche il pagamento di multa di 400 mila rubli (4.400 euro) e ha bandito l’oppositore dall’attività giornalistica per sette anni. Dopo l’annuncio del verdetto, l’ambasciata americana, i cui rappresentanti erano presso il tribunale della città di Mosca, ha dichiarato sostegno a Kara-Murza e ha invitato le autorità russe a “rilasciarlo immediatamente”.

In un comunicato, diffuso dalla sede diplomatica americana, il verdetto è stato definito “non equo”. Il processo contro Kara-Murza è iniziato presso il tribunale della città di Mosca nel marzo di quest’anno e si è svolto a porte chiuse, poiché i materiali del procedimento penale erano stati classificati come riservati. La procura aveva chiesto 25 anni in carcere di massima sicurezza mentre la difesa puntava all’assoluzione. Kara-Murza si è sempre dichiarato innocente e ha denunciato le accuse nei suoi confronti come “politicamente motivate”.

Gb convoca ambasciatore russo

Il governo britannico ha convocato l’ambasciatore russo e ha definito la sentenza “politicamente motivata”. Collaboratore dell’ex vice premier russo assassinato, Boris Nemtsov, Kara-Murza -che ha anche la cittadinanza britannica- è stato condannato per “alto tradimento” e aver diffuso “fake news sull’esercito russo.

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