L’Opinione di Roberto Chiavarini
Caravaggio, ci ha insegnato un aspetto spirituale della vita, molto importante.
Lo ha fatto attraverso i suoi impianti compositivi, semplicemente usando il suo pennello narrativo.
Impianti privi di uno sfondo scenografico che, Egli, riteneva dispersivo agli occhi dell’osservatore.
Ed ecco che, Caravaggio, ha contrapposto, in estrema sintesi, la luce al buio, mettendo al centro dei suoi temi, l’uomo…
… una parte del corpo illuminata dalla fonte di luce ed un’altra che ne perde i contorni nel buio…
… quel buio, che è determinato dalla mancanza di luce, ovvero, di conoscenza filosofica “dell’oltre”, dell’eterna lotta tra il bene ed il male…
… una immagine materialmente appiattita, su una tela rigida, attraverso un impianto compositivo che ha un solo punto di vista, equidistante ed universale, quello dell’Artista, nel quale ognuno di noi si può riconoscere.
Ed è così che anche una flebile fiammella, nel buio pesto, assume la violenza illuminante che ne “dipinge” i tratti, ad essa esposti, del soggetto rappresentato ed immortalato nel suo attimo fuggente, lasciando l’osservatore nella sospensione caratterizzata dalla tensione interpretativa e da un respiro breve e ritmato, a causa di tutto ciò che non riesce a percepire.
Una immagine complessiva che rievoca quella parte che ognuno di noi non sa vedere di se stesso.
Il buio scenografico può essere quello di una notte senza luna, di una foresta fitta di fogliame, di uno spazio infinito senza stelle, ma può essere, per noi osservatori, anche quello che viviamo nel buio della nostra stanza mentre non riusciamo a dormire, sopraffatti come siamo dal nostro tumulto interiore.
Ma anche nel buio in cui è piombato il nostro cuore, oscurato dal dolore che ci pervade, li dove è andato ad aggiungersi il timore per un nemico invisibile.
In questo momento di dramma collettivo, ognuno di noi ha il dovere morale di trasformarsi in
una fonte di luce Caravaggesca, che irradi, nel buio mentale in cui siamo caduti, la via verso un nuovo “Illuminismo” intellettuale
… e facciamolo soprattutto in questo giorno in cui ricorre la rievocazione della Passione di Cristo …
Roberto Chiavarini
Opinionista di Arte e Politica
Attendere un attimo...
Articolo molto interessante… complimenti all’autore.
La luce è parte del buio
e il buio è parte della luce in
quanto non esiste l’una senza l’altro e viceversa; Caravaggio ne è l’esempio artistico supremo. Una vera opera d’arte pittorica dovrebbe riuscire a rappresentare la luce perché il nostro animo cerca la luce e noi siamo attirati dalla luce non solo dal punto di vista spirituale ma anche da quello fisico: la luce ci fa star bene. Infatti ciò che consideriamo bello è chiaro e luminoso, basti pensare agli angeli raffigurati sempre con i riccioli d’oro inanellati, la beatitudine è sempre immaginata e rappresentata in un’aura luminosa. La luce ci inebria, in tutte le sue sfumature variegate, la luce ci conquista, una casa è più bella se luminosa, un albero è più bello se con i rami illuminati, il tenero verde dell’erba ci colpisce, un bel sole radioso riesce a rendere emozionante nella sua profondità anche un panorama non proprio mozzafiato, il mare ci affascina con la sua immensità e con i riflessi di luce nell’acqua, le montagne innevate coinvolgono profondamente il nostro spirito, le stelle in cielo appagano la nostra sensibilità. Credo che ci sia in noi un che di divino che ci eleva al di sopra delle brutture umane come quelle che stiamo vivendo in questo terribile periodo “fatti non fummo per viver come bruti” e spero che questo senso del divino, intrinsecamente connaturato in noi, riesca a prevalere sugli aspetti tenebrosi dell’animo umano e ci possa salvare, allontanando il mondo dai tremendi pericoli attuali. “Drizzeremo gli occhi al primo amore, si’ che, guardando verso lui, penetri quant’e’ possibil per lo suo fulgore”