La denuncia di Rachele Silvestri: “Costretta a fare il test di paternità per mio figlio”

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La prova del dna contro la calunnia. La deputata FdI lamenta di essere stata “accusata di aver avuto una relazione clandestina che mi avrebbe fatto avere la candidatura”

© Sito della Camera dei deputati
– Rachele Silvestri

AGI – Un test di paternità per un bimbo di tre mesi per garantire che sia il figlio proprio del suo compagno. È la scelta di Rachele Silvestri, deputata FdI eletta nel 2019 nel Movimento 5 stelle per poi passare un anno dopo al gruppo Misto e aderire infine a Fratelli d’Italia, quando ancora “i sondaggi davano FdI a valori ben lontani da quelli attuali”.

Silvestri affida a una lettera al Corriere della Sera la sua scelta di “non stare mai in silenzio”, sottolinea citando Elie Wiesel, di fronte a una calunnia di che era rimbalzata tra chat fino a diventare notizia giornalistica, quella cioè che suo figlio fosse frutto di una relazione illegittima con un parlamentare del suo partito, relazione che le avrebbe garantito anche un posto in lista e l’elezione.

“Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato?”, si domanda. “Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza l’umiliazione – aggiunge – non so chi sia stato. Molti però hanno scelto di condividere una evidente calunnia, rendendosi complici di questo schifo. Anche chi sa ma ha deciso di non parlare. Ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato campagno. Il mio augurio che nessuno sia indulgente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla. Non siate neutri, abbiate il coraggio di spezzare la catena dell’indifferenza”.

“L’unica cosa che so – scrive tra l’altro Silvestri – è che chi si è inventato questa storia è un uomo, probabilmente un politico. Qualcuno dice che la calunnia sia stata pensata per attaccare alcune figure del mio partito, magari per insinuare un degrado da basso impero. Altri mi dicono che sia nato da cacicchi in cerca di gloria”.

“Qualunque sia la ragione, mi fa orrore. E penso che qualsiasi persona dotata di buonsenso, ispirata a un ethos sociale condiviso, a un’umanità viva e solidale la pensi allo stesso modo. La politica in questa vicenda – rimarca la deputata FdI – non c’entra nulla. Perché se non condividiamo i principi fondamentali di una civile convivenza, che va oltre le legittime convinzioni politiche, non c’è alcuna speranza per la nostra società”.

Sui social arrivano messaggi di solidarietà a Silvestri, principalmente da esponenti del suo stesso partito e dall’opposizione.”Voglio esprimere la mia più completa vicinanza e solidarietà alla collega che ha raccontato, con mirabile coraggio, di come sia stata bersaglio di terribili maldicenze che hanno investito e condizionato la sua vita privata di donna, di moglie e di mamma”, ha detto il senatore FdI Giorgio Salvitti.

Gli ha fatto eco la senatrice di Fratelli d’Italia Domenica Spinelli. “Totale solidarietà alla deputata vittima di disgustose maldicenze – ha sottolineato – che hanno violato la riservatezza della sua famiglia. L’auspicio è che la lettera serva a chiudere una volta per tutte questa squallida faccenda e le riconsegni la serenità”

Solidarietà e affetto sono stati espressi dall’opposizione. “Vorrei dire a Rachele Silvestri, deputata di Fratelli d’Italia che sì, ci siamo indignate con lei. Tutta la mia solidarietà”, ha scritto la deputata del Partito democratico, Michela Di Biase, su Twitter. Anche il senatore Pd Filippo Sensi si è detto indignato: “Avevo sentito la voce, mi avevano chiesto, ma tu che ne pensi, che ne dici. Solidarietà alla parlamentare di Fratelli d’Italia, alla sua famiglia, questa città uccide anche così”.

Anche Chiara Braga, capogruppo Pd alla camera dei Deputati. ha espresso solidarietà a Silvestri. “La sua coraggiosa denuncia – ha scritto si Twitter – colpisce tutti ma richiama soprattutto le donne a sostenere le altre donne nel difendere lo spazio di libertà e autodeterminazione che ogni giorno ci conquistiamo con tanta fatica”.

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