Bagno di folla per Papa Francesco alla Messa delle Palme

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In 60 mila a Piazza San Pietro per il pontefice, dimesso sabato dal Gemelli. Il Santo Padre riprende il corso normale delle celebrazioni pasquali dopo il ricovero di tre giorni in ospedale e invita ad “amare Gesù in ogni abbandonato”: “Oggi tanti Cristi invisibili, popoli sfruttati, migranti ridotti solo a numeri, persone scartate con i guanti bianchi”.

© Alessandro Serranò/ AGF – Papa Francesco alla Messa delle Palme

AGI – Si riprende da dove eravamo rimasti: Papa Francesco sorride, gira tra la folla, ringrazia delle preghiere, denuncia la cultura dello scarto e ammette di avere egli stesso bisogno di essere accarezzato da Dio. Aperti i riti della Settimana Santa, la più importante del calendario liturgico e per certi versi anche la più faticosa. Oggi si celebra la messa della Domenica delle Palme, con la lunga liturgia della benedizione dei rami d’olivo e la lettura della Passione secondo Matteo.

L’arrivo sulla papamobile

Il Pontefice entra in Piazza sulla jeep bianca usata in queste occasioni, appare sorridente e saluta la folla: sono presenti diverse decine di migliaia di persone; alla fine secondo la Gendarmeria saranno 60.000. Arrivato sotto l’obelisco dopo la lunga processione di prelati (tra loro segnalato anche monsignor Georg Gaenswein) e giovani, Bergoglio, vestito di un cappotto bianco, indossa una stola vermiglia e benedice con l’acqua di un aspersorio i presenti.

Quindi si alza in piedi ed ascolta la lettura del Vangelo in cui si narra della giornata dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme. Ha sorriso, finora; adesso si fa serio. Al termine della benedizione torna sulla jeep bianca per raggiungere il sagrato della Basilica, con una palma intrecciata in mano. Niente di più normale, niente di più scontato. Niente, pertanto, di più diverso rispetto a quello che si immaginava potesse accadere, non più tardi di tre giorni fa.

papa dimesso da gemelli celebra domenica delle palme
© Alessandro Serranò/ AGF

Papa Francesco

I Cristi invisibili

Anche il richiamo agli esclusi, rinnovato nell’evocare l’immagine di Cristo che invoca Dio che l’ha abbandonato, assume il sapore di una linea pastorale che viene ripresa e rilanciata dopo la pausa forzata. “Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a se stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; migranti che non sono più volti ma numeri; detenuti rifiutati, persone catalogate come problemi”, ribadisce, “Ma ci sono anche tanti Cristi abbandonati invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore”.

Tutti hanno bisogno della carezza di Cristo, anche lui stesso, e non fa fatica ad ammetterlo esplicitamente. Con una voce leggermente arrochita, ma senza particolare fatica, Papa Francesco pronuncia l’omelia. Indossa gli occhiali, come sempre, come sempre resta seduto davanti al microfono. Si è alzato solo in un secondo momento della celebrazione, quando viene letto che Cristo emesso un gemito, muore.

Solo al termine, dopo due ore, in quella che è la recita dell’Angelus domenicale, si concede un accenno indiretto ai fatti degli ultimi giorni. “Saluto tutti voi, romani e pellegrini, in particolare quelli venuti da lontano”, esordisce come di consueto. Poi aggiunge: “Vi ringrazio per la vostra partecipazione e anche per le vostre preghiere, che nei giorni scorsi avete intensificato”. Né manca un pensiero all’Ucraina, come ogni domenica da mesi emesi, questa volta declinato in benedizione per la Carovana della Pace in partenza per Kiev.

L’abbraccio dei fedeli

Ma è quando viene pronunciato l’ite missa est che si capisce quanto Bergoglio oggi voglia essere esattamente identico a quello di ieri e di dieci anni fa. Il Papa prima torna a sistemarsi sulla sedia a rotelle, e riceve così il saluto dei prelati e dei concelebranti. Poi viene accomodato di nuovo sulla jeep bianca ed inizia un lungo percorso quasi un quarto d’ora, tra la folla. Che lo saluta, lo acclama, gli lancia addirittura un panno. Scende, la jeep, dal sagrato alla piazza, gira a destra, poi a sinistra, non c’è corridoi tra i settori che non venga attraversato.

A tutti, a destra e a sinistra, Bergoglio impartisce la sua benedizione. Prosegue addirittura fino a metà di via della Conciliazione, poi torna indietro prima di infilarsi in direzione di Santa Marta. Si dirà: è esattamente quello che fa al termine di ogni udienza, di ogni funzione celebrata all’esterno della Basilica. Giustissimo. È proprio questo il segnale.

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