Pavel è stato posto ai domiciliari con l’accusa di giustificare l’invasione e di “incitare all’odio interreligioso”. Ordine di espulsione per i monaci della Lavra delle Grotte, accusati di essere filorussi, che per ora si rifiutano di sgomberare
AGI – Il metropolita Pavel del monastero della Lavra delle Grotte, a Kiev, è stato posto agli arresti domiciliari per due mesi dal tribunale distrettuale Shevchenkovsky di Kiev. Lo riferisce la Ria Novosti, aggiungendo che al metropolita è vietato comunicare con i fedeli. Secondo i servizi segreti ucraini SBU, che lo accusano di “giustificare l’aggressione armata della Federazione Russa contro l’Ucraina e di glorificare i suoi partecipanti”, il metropolita è sospettato di “incitamento all’odio interreligioso” e “giustificazione dell’aggressione della Russia”.
Il religioso si difende: “Putin ingiustificabile”
“La Lavra è stata perquisita”, ha detto sabato il metropolita Pavel ai fedeli in un video trasmesso da diversi media ucraini. “Dicono che sostengo l’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Ho detto, dico e dirò: condanno tutti gli attacchi contro il nostro Stato e ciò che la Russia (e Vladimir) Putin hanno fatto è ingiustificabile”. Il religioso è stato poi portato in un tribunale di Kiev per un’udienza poi aggiornata a lunedì, poiché il metropolita non si sentiva bene. “La messa agli arresti domiciliari del Metropolita Pavlo con false accuse è una conseguenza naturale dell’illegalità creata dal governo ucraino”, ha dichiarato Vladimir Legoida, responsabile delle relazioni con i media della Chiesa ortodossa di Mosca.
Fondata nell’XI secolo e classificata dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, la Lavra delle Grotte, che si affaccia sul Dnepr, è la sede della Chiesa ortodossa ucraina, che era sotto l’autorità del Patriarcato di Mosca prima dell’invasione russa del febbraio 2022. A maggio la Chiesa ha annunciato di voler tagliare i ponti con la Chiesa russa, il cui patriarca Kirill ha sostenuto l’invasione. Ma il governo ucraino ritiene che la Chiesa resti di fatto dipendente da Mosca. Ignorando l’ordine delle autorità, i monaci si sono finora rifiutati di lasciare il monastero.