Stop a ChatGpt in Italia

Scienza & Tecnologia

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Da venerdì torna a farsi nuovamente e leggermente dispendiosa la scrittura web in Italia.

Il motivo? Una questione di Privacy e raccolta di dati.

Ebbene sì, è quello che è successo questo venerdì dopo l’intervento del Garante della Privacy in Italia che ha bloccato l’utilizzo di ChatGpt per motivi di sicurezza della privacy, «la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma».

Ma cosa è ChatGPT?

ChatGPT è un modello di chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico sviluppato da OpenAI specializzato nella conversazione con un utente umano.

In poche parole, bastava entrare nel sistema, iniziare a scrivere qualsiasi cosa e grazie agli algoritmi del web l’intelligenza artificiale sviluppava una risposta che poteva trasformarsi successivamente in un copy o articolo da poter poi elaborare con facilità.

Perchè l’Intervento del Garante della Privacy?

Due sono i motivi per il quale è intervenuto il Garante della Privacy:

la questione privacy e la raccolta illecita dei dati personali, che come ho accennato sopra servono per addestrare l’algoritmo del web.

il Garante per la privacy  ha così aperto un’istruttoria su OpenAi, la società americana legata a Microsoft che ha sviluppato e gestisce la piattaforma.

Nel comunicato con cui ha annunciato la sospensione del servizio, Open AI ha detto che collaborerà col Garante della Privacy per far sì che il suo utilizzo da parte degli utenti italiani venga ripristinato «il prima possibile».

Sam Altman, uno dei fondatori di OpenAI e suo attuale CEO, con un comunicato tweet ha annunciato che sostiene di non ritenere che ChatGPT vìoli le norme sulla privacy, ha poi aggiunto: «lItalia è uno dei miei paesi preferiti e non vedo lora di visitarla di nuovo!».

Danilo Aglioti

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