Lukashenko propone una tregua ma il Cremlino lo gela

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Il presidente bielorusso chiede “una cessazione delle ostilità” in Ucraina e paventa il rischio di “una terza guerra mondiale con risvolti nucleari”. “L’operazione speciale continua”, è la replica di Dmitri Peskov, portavoce della presidenza russa

© MIKHAIL KLIMENTYEV / SPUTNIK / AFP – Lukashenko

AGI – Il Cremlino ha escluso una tregua in Ucraina nonostante l’appello lanciato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko che ha esortato le parti a impegnarsi in un dialogo senza precondizioni per mettere fine al conflitto. “Niente è cambiato nel contesto dell’Ucraina, l’operazione speciale militare continua, dal momento che è l’unico modo per raggiungere gli obiettivi che abbiamo oggi”, ha affermato il portavoce Dmitri Peskov.

“Dobbiamo fermarci ora”

“Dobbiamo fermarci ora, prima che inizi l’escalation. Mi prendo il rischio di suggerire una cessazione delle ostilità”, aveva detto Lukashenko in un discorso alla nazione, “è possibile – e si deve – risolvere tutte le questioni territoriali, di ricostruzione, di sicurezza e di altro tipo al tavolo dei negoziati senza precondizioni

Se la leadership russa dovesse intravedere i rischi di un collasso, utilizzerà le armi più terribili, ha avvertito il presidente bielorusso, sottolineando che l’annunciata controffensiva ucraina renderebbe qualsiasi negoziato impossibile. “Una terza guerra mondiale con risvolti nucleari si profila all’orizzonte”, ha aggiunto Lukashenko, “a causa degli “Stati Uniti e dei suoi alleati, in Ucraina è stata scatenata una guerra a tutto campo”.

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