Il Pontefice difende le donne ma continua a discriminarle

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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Alcune parole del discorso di Papa Francesco alla Fondazione Centesimus Annus: “Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali: istruzione, lavoro, libertà di espressione, e così via. Questo vale in modo particolare per le donne, più facilmente soggette a violenze e soprusi… Non possiamo tacere di fronte a questa piaga del nostro tempo: la donna è usata… Non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite… Facciamoci voce del loro dolore e denunciamo con forza le ingiustizie a cui sono soggette, spesso in contesti che le privano di ogni possibilità di difesa e di riscatto”.

Parole giuste ed apprezzabili, però la Chiesa dovrebbe dare il buon esempio e non continuare a discriminare le donne e a trattarle male. In un mio articolo di tempo fa su Affaritaliani, rivolgevo le seguenti parole a papa Francesco: “Brutto assai, caro Papa, mettere con sconcertante disinvoltura l’aborto, praticato magari per disperazione, sullo stesso piano dei bambini maltrattati e sfruttati e trattati come schiavi, dimenticando che all’origine di questi crimini c’è sempre odio, turpe interesse, disprezzo della persona, sentimenti che non possono mai essere all’origine dell’aborto. Lo stesso errore lo fece Giovanni Paolo II, quando nella Evangelium vitae, mise sullo stesso piano l’aborto e il fratricidio di Caino”.

Non parliamo di come le donne sono state trattate dalla Chiesa nel passato, ma ancora oggi sono discriminate, giacché viene loro negato il sacerdozio, con argomenti che contrastano con la ragione e che non trovano nessun fondamento serio nel vangelo.

Renato Pierri

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