Credit suisse chiede un prestito da 50,6 miliardi di euro.

Economia & Finanza

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Le crisi bancarie fanno tremare i mercati. Dopo il passo indietro dell’investitore saudita che ha escluso nuovi aiuti, la banca svizzera ricorrerà al sostegno del governo per “rafforzare preventivamente la propria liquidità”. Dopo il caso SVB anche il rating della First Republic Bank di San Francisco viene declassato a ‘spazzatura’, si valuta anche la vendita. Oggi fari puntati sulla decisione della Bce sui tassi

© John Lamparski / NurPhoto / NurPhoto via AFP

– Credit Suisse

 

AGI – Il Gruppo Credit Suisse ha chiesto un prestito da 50,6 miliardi di euro alla banca centrale elvetica “per rafforzare preventivamente la propria liquidità”. L’istituto ha comunicato di voler “esercitare l’opzione di prendere in prestito dalla Banca nazionale svizzera (Bns) fino a 50 miliardi di franchi svizzeri nell’ambito di una Covered Loan Facility e di una liquidity facility a breve termine, interamente garantite da attività di elevata qualità”.

La seconda banca elevetica è dovuta correre ai ripari e ha accettato di prendere in prestito dalla banca centrale svizzera fino a 50 miliardi di franchi (circa 50 miliardi di euro) e di riacquistare 3 miliardi di franchi del suo debito, per calmare gli investitori, dopo che il suo titolo è crollato fino al 30%. Il selloff è arrivato dopo che la Banca nazionale saudita, il suo principale azionista, ha rifiutato di partecipare alla ricapitalizzazione dell’istituto di credito.

Il Ceo Ulrich Koerner ha definito il prestito “un’azione decisa per rafforzare il Credit Suisse mentre proseguiamo la nostra trasformazione strategica per offrire valore ai nostri clienti e agli altri stakeholder”. “Ringraziamo la Bns e la Finma – spiega in una nota – per l’attuazione della nostra trasformazione strategica. Io e il mio team siamo decisi ad andare avanti rapidamente per realizzare una banca più semplice e focalizzata sulle esigenze dei clienti”.

Caos anche  alla First Republic Bank che, secondo quanto riferito dall’agenzia Bloomberg, starebbe valutando tutte le opzioni in campo, non esclusa la vendita.

Il rating dell’istituto di credito con sede a San Francisco è stato tagliato a zero (al livello “junk”, ovvero spazzatura) da S&P Global Ratings e Fitch Ratings. Per questo i vertici starebbero esplorando tutte le opzioni strategiche possibili.

La banca, che sta valutando anche opzioni per rafforzare la liquidità, potrebbe anche attirare l’interesse di rivali più grandi, hanno riferito alcune delle persone contattate da Bloomberg che hanno richiesto l’anonimato.

I mercati reagiscono male al caos che si è creato nel settore bancario, dopo che le turbolenze di Credit Suisse si sono aggiunte al crac della Silicon Valley Bank. Il tracollo di Credit Suisse ha innescato una più ampia svendita di azioni bancarie europee e statunitensi. E anche i listini asiatici scendono e a Wall Street e in Europa i future provano il rimbalzo, dopo che le Borse europee e statunitensi sono scivolate per le difficoltà di Credit Suisse, le quali hanno riacceso i timori dei mercati sui portafogli obbligazionari dei prestatori di tutto il mondo.

Ora i titoli della banche scottano nelle mani degli investitori, i quali si rivolgono a asset piu’ sicuri, a partire dai titoli di Stato. I rendimenti dei bund tedeschi a 10 anni sono scesi al 2,14%, il loro più forte calo in un solo giorno dal 1990. Anche il rendimento del due anni Usa, che segue da vicino le aspettative sui tassi, è sceso al 3,9% e il 10 anni è arretrato al 3,4%.

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