Nel mondo una persona su 4 non ha accesso all’acqua pulita

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Metà della popolazione mondiale, oltre 3,6 miliardi di persone, non può contare invece su servizi igienico-sanitari adeguati. L’allarme arriva da Oxfam che ricorda come l’acqua sporca possa essere fino a 20 volte più letale della violenza diretta in contesti di conflitti prolungati come Siria, Yemen o Ucraina

di Gianluca Zeccardo

© Sami M. Jassar
– Il difficile approvigionamento di acqua nello Yemen

 

AGI – Nel mondo una persona su quattro non ha accesso a fonti d’acqua pulita per bere o lavarsi, mentre metà della popolazione mondiale, oltre 3,6 miliardi di persone, non può contare su servizi igienico-sanitari adeguati. Nei Paesi colpiti da conflitti, disastri naturali o crisi climatica, la mancanza di acqua moltiplica le vittime, esponendo le popolazioni a epidemie come colera, Covid o tifo. L’acqua sporca o insicura può essere fino a 20 volte più letale della violenza diretta in contesti di conflitti prolungati come Siria, Yemen o Ucraina, colpendo particolarmente bambini e donne.

In Etiopia, nelle regioni del Tigray o Amhara, sono milioni gli sfollati in fuga da conflitti locali e una siccità senza precedenti, che affligge tutta l’Africa orientale, dove non piove da cinque anni. Per assicurare acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati a quante più persone possibile, Oxfam Italia – organizzazione umanitaria che si batte contro l’ingiustizia di povertà e disuguaglianza – lancia la campagna di raccolta fondi “Dona acqua, salva una vita”. Dal 13 marzo al 5 aprile, periodo in cui si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, si potrà offrire un piccolo, ma prezioso contributo con un SMS solidale o chiamata da telefono fisso al 45593.

Colera nella Siria piegata dal terremoto e 12 anni di guerra

A 12 anni dall’inizio di un conflitto che ha prodotto la più grave emergenza profughi al mondo e ucciso centinaia di migliaia di persone, la Siria si trova a dover fronteggiare l’ennesima crisi. Il devastante sisma dello scorso 6 febbraio ha causato oltre 4.500 vittime e più d 8.500 feriti. Nelle città più colpite, come Aleppo, Hama, Idleb, Latakia e Tartous, centinaia di migliaia di persone sono ora costrette a vivere in condizioni indicibili in centri temporanei come moschee, scuole, centri sportivi, parchi o cimiteri addirittura. Luoghi dove manca acqua pulita, cibo, coperte, medicine, aumentando esponenzialmente il rischio di nuove epidemie di colera, con già 50 mila casi registrati. Oggi un siriano su due dipende dagli aiuti umanitari per sopravvivere e oltre 11 milioni di persone non hanno accesso ad acqua pulita corrente. Già prima del terremoto il 90% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà, perchè colpita dalla crisi economica e dall’inflazione generata dalla guerra in Ucraina. Un’emergenza a cui Oxfam sta rispondendo nelle zone distrutte dal terremoto, come Aleppo, per portare beni di prima necessità, soprattutto acqua pulita e kit igienico sanitari a decine di migliaia di sfollati.

I team di Oxfam sono al lavoro anche per rispondere agli enormi bisogni della popolazione nelle zone più colpite in Turchia, per accelerare l’allestimento di campi e rifugi adeguati; portando beni di prima necessità, cibo, coperte, acqua pulita e kit igienici agli sfollati. Nel Paese il sisma ha colpito 13 milioni di persone – un abitante su sei – oltre 12 mila edifici sono stati distrutti e molti altri rischiano di crollare. Anche qui centinaia di migliaia di famiglie si trovano in questo momento a dover arrangiarsi in piccoli rifugi improvvisati, privi di servizi igienici e senza acqua corrente. Non vanno poi dimenticati gli oltre 5,6 milioni di rifugiati siriani che in gran parte hanno trovato salvezza in Paesi limitrofi come la Turchia – da dove drammaticamente tanti sono in fuga ancora una volta per via del sisma – o Giordania, che ospita a Zàatari, uno dei più grandi campi profughi al mondo, dove vivono oltre 80 mila siriani.

In Yemen 18 milioni di persone sono senza acqua e assistenza sanitaria, dopo 8 anni di guerra

Sei mesi di tregua nel 2022, rotta lo scorso ottobre, e lo Yemen è di nuovo sull’orlo della catastrofe umanitaria. Messo in ginocchio dall’enorme aumento dei prezzi del cibo nel contesto della crisi alimentare globale. Il Paese entrerà infatti il prossimo 26 marzo nel nono anno di una delle guerre più sanguinose della storia recente: oltre 100 mila vittime di cui più di 19 mila civili; più di 4,3 milioni di sfollati interni nei campi profughi; metà delle strutture sanitarie distrutte e infrastrutture chiave come quelle idriche inservibili o danneggiate. L’inflazione di cibo e altri beni essenziali, seguita al conflitto ucraino, ha avuto conseguenze tragiche in un Paese che per il 42% dipendeva dalle importazioni di grano proprio dall’Ucraina. Il risultato è che la maggior parte della popolazione non sa da dove arriverà il prossimo pasto o dove reperire acqua pulita: 23,4 milioni di persone – quasi tre quarti della popolazione – dipendono dagli aiuti internazionali, tra cui 17,4 milioni colpiti da malnutrizione e quasi 18 milioni senza accesso ad acqua pulita e assistenza sanitaria di base.

In Ucraina 18 milioni di persone dipendono dagli aiuti, Oxfam sul campo per portare acqua pulita

Dopo poco più di un anno di guerra in Ucraina sono oltre 44 milioni le persone la cui vita è stata stravolta o distrutta. I ripetuti attacchi aerei che negli ultimi mesi hanno preso di mira le infrastrutture civili in tutta l’Ucraina, hanno lasciato milioni di persone senza elettricità, acqua e riscaldamento, compromettendo la capacità di fornire questi servizi in tutto il Paese. Tantissimi durante l’inverno si sono trovati bloccati in aree dove non c’erano più ospedali, scuole e impianti idrici: in questo momento oltre 18 milioni di persone hanno urgente bisogno di aiuti umanitari e per 6 milioni di sfollati interni la situazione è sempre più disperata. Per far fronte a quest’emergenza Oxfam sta intervenendo, insieme a partner locali, nelle aree di Odessa, Kiev, Mykolaiv, Chernihiv e Znytormyrska, per soccorrere la popolazione ricostruendo le infrastrutture idriche, fornendo beni di prima necessità e kit igienico-sanitari. In Italia Oxfam è al lavoro per dare assistenza legale, psicologica, abitativa, sanitaria a centinaia di rifugiati ucraini, tra gli oltre 170 mila arrivati nel nostro Paese.

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