La migrazione dei cervelli

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L’Italia da tempo vive dei processi opposti, è diventata terra di migranti e di emigranti, ma i nostri emigranti non sono più i contadini semianalfabeti di cinquanta o sessanta anni fa bensì giovani laureati, spesso i migliori, che abbiamo formato nel nostro Paese con grande dispendio di denaro e che lasciamo andare all’estero per la mancanza di opportune politiche occupazionali e di investimenti adeguati nel mondo del lavoro. Sono soprattutto i giovani del sud che partono a causa della mancanza di aziende e industrie, anche se il fenomeno interessa tutta la penisola. Quando la mobilità internazionale è un incremento delle opportunità di formazione ed apprendimento, come gli scambi culturali tra Paesi, ben venga, diventa un problema quando è un biglietto di sola andata a causa della mancanza di opportunità nel nostro Paese. L’Italia è l’ultima in Europa per tasso di occupazione, penultima per percentuale di laureati (seguita dalla Romania con il 23,3 per cento) pari nel 2021 al 28,3  per cento contro il 41 per cento della popolazione UE di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Il nostro Paese inoltre è tra i primi per tasso di abbandono scolastico. I nostri laureati vanno soprattutto nei Paesi Bassi e in Belgio.  Sono naturalmente le regioni più piccole a subire maggiormente questo fenomeno. Su un totale di circa 7,5 milioni di laureati italiani nel 2020 ne sono emigrati all’estero trentunomila. Questi dati raddoppiano nella fascia d’età 25-39 anni. L’Italia non valorizza i propri neolaureati che sono invece apprezzati all’estero. Negli ultimi dieci anni 182 mila laureati hanno lasciato l’Italia, sono specializzati in tutti  i settori e provengono da tutta la penisola. Purtroppo sono i giovani più promettenti ad andarsene, quelli che potrebbero far crescere il Paese attraverso l’innovazione e potrebbero contribuire a risolvere in parte la crisi economica, demografica, educativa, e occupazionale che da tempo ci opprime. Una metà di essi si stabilisce in Europa l’altra migra o negli USA o in Australia. Questi giovani emigrano per trovare un’occupazione che ripaghi gli anni di studio con un guadagno adeguato e per avere la possibilità di una progressione di carriera. Altra nota dolente per chi resta è uno stipendio di poco superiore a quello dei coetanei diplomati, si parla solo di un 10 per cento in più, mentre il divario stipendiale aumenta all’aumentare dell’età cioè gli anziani vengono valorizzati penalizzando i giovani, nonostante abbiano lo stesso titolo di studio. La qualità della vita all’estero è più alta, l’Italia manca di dinamismo culturale e sociale inoltre le società estere sono più eque, vi è meno corruzione e nepotismo e la meritocrazia esiste. Questi giovani hanno voglia di mettere subito in pratica ciò che hanno appreso, di lavorare in un ambiente stimolante e con risorse che offrano una prospettiva di crescita, cose che l’Italia in questo momento storico  non è in grado di offrire. Accade che laureati in medicina ed in altri settori molto richiesti  vadano all’estero per mancanza di concorsi ed assunzioni a tempo indeterminato ed ironia della politica alcune regioni come la Calabria fanno venire medici dall’estero per la grave mancanza di personale, perché sembrerebbe che i bandi calabresi siano andati deserti. Ma le qualifiche richieste evidentemente erano specifiche e i posti a bando pochi.   Da troppo tempo la politica affronta in modo marginale problemi che si trascinano da anni, complice la crisi economica e la mancanza di fondi anche se in alcuni casi vi sono stati investimenti sbagliati e incompetenza amministrativa. Un altro fattore che non agevola l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro è la legge italiana che fa andare in pensione sempre  più in tarda età per ottemperare alle politiche rigoriste imposte dalla UE.  Purtroppo il  nostro Paese si trascina da anni in problemi sociali ed economici che la politica non è stata in grado di affrontare e risolvere il tutto ai danni dei cittadini che si ritrovano ad avere servizi sempre più scarsi a fronte invece di una forte tassazione.

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