Andrea Ubbiali, una leggenda della Moda 3.0

Lombardia

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Intervista a cura della giornalista pubblicista Ilaria Solazzo.

Andrea Ubbiali, un nome per il Made in Italy nel mondo.
Il titolo che gli calza maggiormente a pennello è quello di “ambasciatore” della classe e dell’eleganza tipiche del nostro Paese nel mondo. Andrea Ubbiali, con la sua “Couture”, riveste un ruolo fondamentale in questo settore trainante dell’economia nazionale. Poterlo intervistare – visti gli innumerevoli impegni anche internazionali – è una fortuna e le domande da fare sono molte più dello spazio a disposizione. La prima, però, è inevitabile: ti chiediamo la tua opinione sul momento del Made in Italy.

ANDREA: “Una realtà consolidata nel mondo. Ovunque si vada, lo stile e l’eleganza che ci rappresentano sono riconosciuti. Serve però, a mio avviso, insistere su questa strada perché le sfide sono tante e solo viaggiando uniti e con il medesimo obiettivo possiamo superarle. Spesso si cercano soluzioni più comode, magari a prezzo più basso rivolgendosi al mercato internazionale. Ritengo che la lungimiranza di chi avrà voce in capitolo nella scelta degli art director sarà fondamentale al successo delle aziende soprattutto se il merito sarà il valore aggiunto”.

ILARIA: Parliamo del tuo brand ora. Il 2023 sembra essere iniziato alla grande…
ANDREA: “In queste prime settimane dell’anno ho assistito a una grande crescita del marchio, in particolare fuori dai confini italiani. Per esempio, ho vestito delle attrici per gli AVN Awards di Las Vegas. Ma ho lavorato tanto anche in ambiti italiani come il festival di Sanremo e poi i look per “Una voce per San Marino” che ha selezionato il rappresentante della Repubblica del Titano all’Eurovision Song Contest 2023 a Liverpool, nel Regno Unito. Sono stato coinvolto in qualità di stilista attraverso il brand Andrea Ubbiali Couture. Ho curato il look per le semifinali e la finale della presentatrice Ilenia De Sena, passando dal rosso, al blu alle paillettes arrivando ad un lungo e sensuale abito da sera per la semifinale con fiocco alla schiena e lungo strascico”.

ILARIA: Torniamo un attimo soltanto a Sanremo 2023: la tua opinione sul look di Chiara Ferragni che tanto ha fatto discutere?
ANDREA: “Voglio esser diplomatico, quindi ti rispondo con una citazione di Oriana Fallaci: “Chi ha detto che essere belli vuol dire avere dei bei tratti. A volte essere belli significa avere spirito, dignità ed eleganza eleganti si nasce non si diventa”. Ecco, diciamo che condivido appieno questa idea”.

ILARIA: Parliamo ora del prossimo passo…
ANDREA: “Ho realizzato una nuova collezione femminile completa: abiti e accessori preziosi e di alto valore creativo: sarà oggetto di uno shooting fotografico in una location di grande prestigio che rappresenta un connubio perfetto tra le mie nuove creazioni sartoriali e l’arte. Il nuovo materiale si distingue per gli intensi contrasti di colore e nelle linee, ma senza abbandonare il concetto di eleganza formale. In questo caso, ispirata alle atmosfere jazz degli anni Venti. La presenteremo alle selezioni per il festival del cinema di Cannes ed il Red Carpet all’Amfar gala”.

ILARIA: Sono tanti gli ambiti nei quali ti stai distinguendo. Vediamone qualcuno, a cominciare dalla collezione “casa”.
ANDREA: “Si tratta di un settore sicuramente particolare e più competitivo rispetto a quello di moda e accessori. La sfida, per ora vinta, è stata quella di farsi conoscere da un pubblico di nicchia ma importante: ristoranti rinomati e ville private di alcuni personaggi super famosi all’estero. Altre soddisfazioni le sto ricevendo dal lavoro sul giorno più bello. Si sa che le spose sono spesso anche confuse: l’emozione è tante e le cose a cui pensare innumerevoli. Allora la mia consulenza non è solo tecnica ma anche psicologica, mentre i miei abiti richiamano il gusto tipico del passato fra ampiezze, trasparenze e tanta femminilità”.

ILARIA: Torniamo al settore moda e vediamo di strapparti qualche nome: quelli delle partecipanti all’edizione vip del Grande Fratello che vestono “Andrea Ubbiali Couture”…
ANDREA: “Sono già diversi anni che alcune concorrenti si rivolgono a me, optando per la sezione dedicata all’alta bigiotteria. Lo scorso anno, ad esempio, ho creato una collezione da mille e una notte per Francesca Cipriani. In questa edizione, invece, mi sono dedicato all’amica Patrizia Rossetti. Sono svariati, ad ogni modo, i partecipanti da me “vestiti” nelle precedenti edizioni”.

ILARIA: Il mondo – anche quello della moda – è in continua evoluzione: la tua opinione sugli ultimi sviluppi in termini di modernizzazione. Mi riferisco alle varie applicazioni della realtà virtuale, del metaverso e simili…
ANDREA: “La pandemia ci ha insegnato che reale e virtuale sono complementari. L’uno non esclude l’altro. L’esperienza fisica di un abito è qualcosa di molto speciale, ma anche il virtuale ha una sua ragione e sicuramente la gamification introduce quegli elementi di leggerezza, accessibilità e gioco che sono parte integrante della moda. La vendita al dettaglio, in particolare, ha sostituito l’interesse per l’e-commerce con quello per le nuove tecnologie e con il mondo ‒ complesso e ricco di possibilità ‒ del gaming. Strade che dobbiamo conoscere ma che vale la pena di battere”.

ILARIA: Oggi – in generale – si bada molto alla cosiddetta gender fluidity: il tuo pensiero?
ANDREA: “Detesto tutto ciò. Secondo me appartiene semplicemente a una strumentalizzazione politica e commerciale. Da sempre esistono uomini, donne, omosessuali, lesbiche e transessuali: niente di male, ci mancherebbe, ma tutto il resto è pura pubblicità strumentalizzata a favore di soldi e business. L’identità è indipendente da ciò che si è e si fa sotto le lenzuola, il buon gusto non va mai dimenticato. Gli uomini si vestano da uomini e le donne si valorizzino di più e va bene così”.

ILARIA: Proviamo allora a pensare alla moda italiana tra qualche decennio. Quale pensi sarà il trend giusto per le tue creazioni?
ANDREA: “Ho sempre cercato di realizzare collezioni che fossero “fuori dal tempo”. A giudicare dalle reazioni che ho ricevuto, penso di esserci anche riuscito. Per questo credo che la linea che sto seguendo potrebbe non cambiare poi di molto di qui al prossimo futuro”.

ILARIA: A proposito di futuro; sappiamo che per costruire qualsiasi cosa servono solide fondamenta, radici ben piantate a terra. Quali sono le tue, da un punto di vista estetico e artistico?
ANDREA: “Artisticamente i periodi che mi colpiscono di più sono quelli dell’Art Nouveau e dell’Art Dèco. E non parlo soltanto in generale, ma mi riferisco proprio alla moda che all’epoca sapeva valorizzare la bellezza in ogni sia forma, sempre strizzando l’occhio alla modernità. Un altro periodo che mi interessa ricordare – e magari rivivere – è quello della mia adolescenza, gli anni ’80 e ’90. Allora si sperimentava, oggi mi sembra che ci sia soprattutto voglia di sensazionalismo”.

ILARIA: Un/a giovane si avvicina a te, che sei una figura importante di questo settore, per chiederti un consiglio…
ANDREA: “Penso che il primo passo sia lo studio. I futuri stilisti debbono, prima di ogni altra cosa, essere a conoscenza della storia della moda e dei suoi protagonisti per poter creare nuove forme visive e creative ispirate alla bellezza. E’ importante riconoscere le scelte individuali che i couturier hanno sviluppato nel tempo, lasciando tracce importanti e istruttive. Inoltre, è fondamentale la conoscenza sartoriale e tecnica, oltre che produttiva. Dal punto di vista creativo, non si deve cedere al politicamente corretto così tanto osannato in questi anni ma far fede alla cliente, rendendo speciali le donne e maschili gli uomini. Va bene giovare su qualche accessorio ma senza esagerare. Sentiamoci liberi senza essere farci manipolare”.

ILARIA: Per chiudere, un fuoco di fila di domande su argomenti diversi: pronto? Partiamo dallo “streetwear”: a tuo avviso in quali situazioni è appropriato?
ANDREA: “Difficile dirlo… è uno stile che abbina tendenze casual a design più alla moda e questo lo rende adatto a una vasta gamma di situazioni. Sottolineo, comunque, che si parla di una delle tendenze più richieste dai consumatori alla ricerca dell’abbigliamento “giusto”. Il mercato, tanto online che fisico si è evoluto tanto negli ultimi anni”.

ILARIA: Recentemente sei stato insignito di un premio…
ANDREA:  “ADA (associazione per lo sviluppo artistico) e UNSA (Unione nazionale scrittori e artisti) mi hanno onorato dell’onorificenza internazionale Cristoforo Colombo come artista italiano dell’anno 2022 per la mia mansione di stylist e stilista Tv in Italia e la diffusione del brand anche all’estero. Ringrazio il presidente Stefano Tomà per il riconoscimento ed al rappresentante Ivan Schiano per la consegna”.

ILARIA: Allora, collegandoci a questo, ti chiedo: i tuoi interessi sono ovunque, TV, cinema, pubblicità: dai un consiglio ai nostri lettori per un regalo speciale in occasione della festa del papà…
ANDREA: “Consiglio di farsi guidare dalla semplicità ma con un tocco di originalità. Nella mia sezione “Bijoux” offriamo bracciali, collane, gemelli per camicia oppure se si predilige l’abbigliamento, giacche, pantaloni o t-shirt”.

ILARIA: Recentemente è mancato Maurizio Costanzo. Dicci un tuo pensiero…
ANDREA: “Costanzo ha cambiato il modo di fare televisione. Era un uomo semplice ma di spessore, capace di tenere le redini strette ai caratteri diversi e alle forti personalità che ospitava sul suo palcoscenico, senza mai perdere garbo ed educazione. Ricordiamo che fu lui il primo a dare spazio e voce anche alle dive del cinema a luci rosse e transgender come Vladimir Luxuria”.

ILARIA: Abbiamo quasi finito: chi vorresti ringraziare per i traguardi che hai tagliato nella tua professione?
ANDREA: “Il primo è me stesso. Poi tutte le persone che hanno creduto e investito sulla mia figura professionale facendomi crescere e consentendomi di farmi un nome in uno fra i settori più difficili e competitivi del mondo, quello televisivo”.

ILARIA: Alla fine di tutta questa chiacchierata, dicci una cosa che tanti non sanno…
ANDREA: “Nel corso dell’ultima edizione di Miss Universo la candidata per la Repubblica Dominicana ha indossato dei miei orecchini”.

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