Sistema scolastico e modernizzazione

Scuola, Formazione & Università

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Il passaggio dal modello industriale a quello post-industriale ha determinato un profondo e radicale cambiamento nella società a cui inevitabilmente ha dovuto rispondere la formazione, la quale a partire dalla fine degli anni ottanta, ha visto in molti paesi europei la realizzazione di riforme scolastiche strutturali ( in Francia con la “loi d’orientation”, in Spagna con la “ley organica”, in Gran Bretagna con la “reform act”). I paesi tecnologicamente avanzati hanno assistito ad un vero e proprio boom formativo avvenuto nella fase di passaggio dall’economia di tipo tradizionale a quella attuale del terziario avanzato. Il sociologo Marezzi, nel 1994, aveva definito la natura di tale mutamento nel superamento del modello fordista di produzione, che poneva al centro del modello produttivo le materie prime fisiche, con la produzione snella (just in time) che ha posto al centro dell’innovazione tecnologica il ruolo della comunicazione. E’ stato un cambiamento profondo che ha richiesto in tutti i settori dell’esperienza umana il possesso di una grande duttilità mentale e di un efficace pensiero critico che si alimenta soprattutto attraverso forme di apprendimento continuo e di elevata qualità. I settori  della tecnologia e della comunicazione  sono quelli nei quali i cambiamenti sono stati e sono i più rapidi e profondi. In un simile contesto, dove l’intelligenza può diventare il valore di fondo che permette a un Paese di competere ai più alti livelli con le altre realtà, ai sistemi formativi è richiesto di far fronte a queste impegnative sfide. E’ necessario basare i propri percorsi di formazione su proposte sempre più avanzate di apprendimento a causa del continuo sviluppo delle conoscenze; tali proposte non possono essere confinate esclusivamente nelle aule scolastiche, ma dovranno accompagnare ciascun individuo per l’intero arco della sua vita. In un simile scenario diventa fondamentale l’acquisizione di competenze adeguate che si possono conseguire soprattutto attraverso un metodo di studio adeguato e ben strutturato. Nelle nostre vecchie società agricole-stazionarie la formazione di base costituiva un compito facile da attuare perché consisteva nell’acquisizione di alcune fondamentali conoscenze che restavano valide per l’intero arco della vita. Ma in un sistema sociale e culturale complesso la formazione esige un processo molto più articolato ed impegnativo. Essa necessita di prassi educative innovative e della capacità di rinnovarsi costantemente. Inoltre ha preso piede l’idea che la formazione non sia un compito da delegare alla sola scuola. Gli anni novanta hanno rappresentato l’inizio della stagione della riforme, anche sostanziali, per l’Italia. Va ricordato che il modello organizzativo e strutturale della scuola italiana è rimasto pressoché invariato nel corso di quasi tutto il Novecento. Infatti dopo la riforma Gentile del 1923 ha subito modifiche non sostanziali, avvenute per lo più nel secondo Dopoguerra, quali l’istituzione della scuola media unificata nel 1962 e della scuola materna statale nel 1968; seguì molti anni dopo la riforma della scuola elementare nel 1990 e quella Brocca  per i programmi di studio delle superiori nel 1992. L’avvio del processo di riforma si può far risalire alla Conferenza nazionale della scuola del 1990, voluta dal Ministero della pubblica istruzione, durante la quale sono stati dibattuti problemi in parte risolti nell’ultimo  decennio  del Novecento. Bisogna ricordare  che la scuola italiana,  partecipando anche come singola istituzione a progetti di sperimentazione nazionale, da tempo aveva intrapreso un’intensa attività  di ridefinizione di curricoli, programmi di studio e modelli organizzativi. Fu un lavoro di grande valenza pedagogica attraverso il quale creare le condizioni per una revisione globale del sistema. Con la legge n.59/1997 inizia la fase della “modernizzazione” del sistema scuola nell’ottica dell’autonomia scolastica, che faceva capo ad una generale riforma della pubblica amministrazione, del riordino del sistema stesso, del miglioramento della qualità della formazione. La scuola oggi deve adeguarsi ai tempi sempre più veloci e alla complessità del sistema, la sua azione deve essere orientativa e deve superare la logica della selezione con quella dell’orientamento formativo e della valutazione formativa. Solo così si possono cogliere le potenzialità e le eventuali difficoltà di ciascun allievo e favorire la piena e completa formazione di base per tutti i giovani.

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