Il mio commento ad un post di Matteo Gracis

Interviste & Opinioni

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È tutta la vita che combatto la “normalità”… e adesso, quasi mi trovo a difenderla.
• Una famiglia unita e tradizionale, padre, madre e figli.
• Un lavoro umano, che possa esser svolto con passione in base alle proprie capacità e che dia il giusto ricompenso per una vita dignitosa”. Così scrive in un post, Matteo Gracis. L’elenco delle cose normali che si trova a difendere, è molto più lungo. Tutte cose giuste, tranne il primo punto, quello riguardante la famiglia. E così, ho commentato rispolverando una delle mie vecchie lettere sull’argomento. Il mio pensiero è un po’ quello di Gesù.

Il Fatto Quotidiano 12 aprile 2014; Il Manifesto 15 aprile
La Chiesa ossessionata dalla famiglia “classica”
La famiglia profana di Gesù
“Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare in relazione alla mascolinità e alla femminilità di un padre e di una madre”.

Questo ha dichiarato papa Francesco, dimenticando che il vero diritto di ogni bambino è d’essere desiderato ed amato. Che la vera famiglia sia solo quella dove c’è amore, è Gesù ad affermarlo: “Quindi stese la mano sui suoi discepoli e disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli; chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi mi è fratello, sorella e madre»” (Mt 12, 49-50). Secondo il Signore “i legami naturali passano in seconda linea rispetto alla vera parentela che si forma tra coloro che fanno la volontà del Padre” (cf. Angelo Lancellotti, Nuovissima Versione della Bibbia, ed. Paoline). Ma Gesù in quale tipo di famiglia crebbe e fu educato? Una famiglia tradizionale? Gesù fu educato da una madre che quando lo mise alla luce aveva appena tredici o quattordici anni e da un padre putativo che, stando alla tradizione apocrifa, era già in età avanzata. Come un nonno, il padre putativo di Gesù, simile ai nonni che difficilmente mancano ai bambini con genitori dello stesso sesso. Ma quanti bambini oggi e soprattutto nel passato sono cresciuti nella totale o quasi totale assenza del padre? Tanti infelici?

Renato Pierri

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