I luoghi comuni sul risparmio energetico risalgono agli anni ‘70

Economia & Finanza

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La convinzione che sia sufficiente spegnere la luce per consumare meno elettricità deve essere ormai superata. Ecco i consigli virtuosi e contemporanei per utilizzare al meglio gli elettrodomestici

di Alberto Ferrigolo

© ANNETTE RIEDL / DPA-ZENTRALBILD / DPA PICTURE-ALLIANCE VIA AFP
– Una lavastoviglie

 

AGI – Come risparmiare sulla bolletta energetica?  Basta spegnere la luce per consumare meno elettricità è una concezione che risale agli anni ’70. Chi è nato negli anni ’50 ricorderà forse i rimproveri del proprio padre che lo inseguiva tra corridoio e stanze spegnandogli gli interruttori lungo il tragitto dentro casa per evitare di sprecare energia. Secondo il Washington Post è invece giunta l’ora “di aggiornare i nostri convincimenti”.

Ora, per esempio, esistono i Led, che “emettono tanta luce quanto le lampadine a incandescenza utilizzando circa il 10% dell’elettricità” mentre molti stati americani, tipo la California, “hanno imposto standard di efficienza degli elettrodomestici in risposta alla crisi energetica”, a cominciare dagli anni ’70.

Però si possono adottare anche alcuni comportamenti virtuosi per contribuire alla causa del risparmio energetico perché il più delle volte usiamo approcci impropri al modo in cui usiamo gli elettrodomestici: come fare il prelavaggio dei piatti nella lavastoviglie, ad esempio,  niente di più sbagliato, perché ci sono macchine che “possono fare miracoli, usano così poca acqua”.

Quanto poca? Tre litri e mezzo o anche di meno, ma “le moderne lavastoviglie sono progettate per rimuovere il cibo secco dai piatti, consentendo di attendere che la macchina sia piena per avviarla. Raschiare è sufficiente”, si legge sull’argomento. E farli a mano, nel caso i piatti fossero pochi? Non vale la pena, si rischia di sprecare persino più acqua.

Quanto al frigorifero, un tempo era l’elettrodomestico più energivoro mentre “oggi è uno dei più parsimoniosi”. Dal 1972, il consumo energetico dei frigoriferi è diminuito di tre quarti, “anche se il loro volume interno è aumentato”, grazie a compressori, refrigeranti e isolamento migliorati.

Osserva l’articolo: “Eppure molte persone ignorano ancora le raccomandazioni del produttore e impostano temperature troppo basse”, ma più freddo non significa necessariamente che sia meglio. Decenni di miglioramento dell’isolamento, delle tenute d’aria e del flusso d’aria significano temperature consigliate, di solito tra 37 e 40 gradi Fahrenheit, per preservare il cibo più a lungo senza spreco di energia o congelamento. L’errore più grande, semmai, “è mantenere i frigoriferi oltre la data di scadenza”.

Riguardo alle temperature invernali (riscaldamento) e estive (condizionatori) è consigliato, invece, dotarsi di un termostato intelligente, programmabile, che si tara sulle preferenze e le abitudini individuali, così “le famiglie possono impostare un programma di riscaldamento e raffreddamento efficiente, risparmiando da 50 a 100 dollari all’anno”, magari utilizzando un sistema wifi domestico, app per smartphone o sensori di movimento per sapere quando le persone sono a casa, quindi regolare le temperature di conseguenza, la notte come il giorno.

Un altro consiglio è smettere di lavare i vestiti in acqua calda, perché “le odierne macchine a caricamento frontale usano una piccola pozza d’acqua per risciacquare i vestiti, quindi controllano costantemente la limpidezza dell’acqua per portare a termine il lavoro utilizzando la giusta quantità di calore e acqua”.

Altra raccomandazione è di sostituire gli elettrodomestici troppo vecchi perché “spingere gli elettrodomestici ben oltre la loro durata prevista non fa altro che ritardare la loro imminente sostituzione bruciando denaro ed energia”.

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