Gli Olocausti dimenticati

Attualità & Cronaca

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Accanto agli ebrei, sono decine di migliaia le persone morte nei campi di sterminio nazisti appartenenti a minoranze “degenerate” come quelle degli omosessuali
© World History Archive / AGF

AGI – Eccidi dimenticati. Infanzie negate. Disumani esperimenti medici. Accanto agli ebrei, la dittatura nazista ha sterminato decine di migliaia di persone di altre minoranze definite, ai tempi, “degenerate”, come quelle degli omosessuali.

Secondo le stime degli storici, sotto il nazismo morirono tra i 3.000 e i 10.000 omosessuali e circa 57.000 persone furono imprigionate con l’accusa di “omosessualità”. Sottoposti a trattamenti umilianti, furono tra i 6.000 e i 10.000 gli uomini e le donne trans internati nei campi di concentramento, costretti a indossare uniformi con un distintivo a triangolo rosa (per i gay) e nero (per le lesbiche) che indicava il loro orientamento sessuale.

Sono gli “olocausti dimenticati”, che quest’anno il parlamento tedesco ha voluto ricordare in modo particolare nel giorno della Memoria. Per le persone imprigionate a causa del loro orientamento sessuale, la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, avvenuta 78 anni fa, “non ha ancora posto fine alla persecuzione di Stato”, ha ricordato il presidente del Bundestag, Barbel Bas.

Dal 27 gennaio 1996, i deputati tedeschi tengono una cerimonia annuale nella Camera bassa del Parlamento per celebrare la Giornata internazionale delle vittime dell’Olocausto, tradizionalmente incentrata sul ricordo dei 6 milioni di ebrei sterminati dal regime di Adolf Hitler. Quest’anno, per la prima volta, la memoria delle vittime Lgbtq del nazismo è stata al centro delle commemorazioni.

Se gli ebrei sono stati l’obiettivo principale dell’Olocausto, non si possono dimenticare le comunità “Lgbtq, Rom, Sinti e le persone con disabilità mentali”, afferma Dani Dayan, direttore del memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme.

“C’è voluto troppo tempo” prima che “la dignità” di omosessuali, lesbiche e transessuali “fosse presa in considerazione”, ha lamentato Klaus Schirdewahn, 75 anni, condannato nel 1964 a causa del suo orientamento sessuale.

Nella Germania occidentale, l’articolo 175 del Codice penale (inasprito dai nazisti) che criminalizzava l’omosessualità continuò ad essere applicato senza modifiche fino al 1969 prima di essere abolito completamente nel 1994. Solo nel 2002 i detenuti condannati nel periodo nazista furono riabilitati.

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