Il piano di Macron per trasformare le forze armate

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In un lungo intervento il presidente francese ha promesso alle forze armate un budget di 413 miliardi di euro in sette anni, ovvero un terzo in più rispetto alla precedente norma

di Veronique Viriglio

Emmanuel Macron

AGI – È nel segno della trasformazione delle forze armate la nuova legge di programmazione militare (Lpm) presentata oggi dal presidente Emmanuel Macron, caratterizzata da un cospicuo aumento del budget e dal potenziamento della deterrenza nucleare, sullo sfondo del ritorno della guerra in Europa.

Durante la rassegna delle truppe alla base aerea di Mont-de-Marsan (Landes), per i tradizionali auguri del nuovo anno, Macron, anche a capo delle forze armate francesi, ha illustrato i grandi orientamenti della futura legge di programmazione militare per il periodo 2024-2030, che sarà presentata in Parlamento nel mese di marzo. Nel corso del suo lungo intervento, ha promesso alle forze armate un budget di 413 miliardi di euro in sette anni, ovvero un terzo in più rispetto alla precedente norma (a quota 295 mld).

La legge di programmazione militare riflette gli sforzi del Paese a favore dei propri eserciti” e “tali sforzi saranno proporzionati ai pericoli, che sono notevoli. Dobbiamo giocare d’anticipo sulla guerra, a maggiore ragione di fronte all’emergere di nuovi conflitti ovunque nel mondo”, ha dichiarato il titolare dell’Eliseo.

Come evidenziato dalla stampa d’Oltralpe, si tratta di un “notevole forzo di bilancio concesso, anche se rischia di essere ridotto dall’inflazione e dall’esplosione dei costi energetici”, analizzando che la guerra in corso in Ucraina ha “fatto chiaramente emergere tutte le debolezze del dispositivo militare francese“.

In risposta alle sfide, la presidenza francese ha deciso di puntare in particolare sul potenziamento dell’intelligence militare, che vedra’ il proprio budget in crescita del 60%, col raddoppio dei finanziamenti destinato alla Direzione dell’intelligence militare (Drm) e alla Direzione della difesa per l’intelligence e la sicurezza (Drsd).

L’altro pilastro della revisione della strategia militare riguarderà il potenziamento della deterrenza nucleare francese, con la prosecuzione degli sforzi per la sua modernizzazione, con in dotazione 5,6 miliardi di euro nel 2023. La nuova legge di programmazione enfatizzera’ principalmente la sovranità, mentre la Francia intende rimanere una potenza “rispettata per il suo status di Stato dotato di armi nucleari, motore dell’autonomia strategica europea, alleato esemplare nell’area euro-atlantica, partner affidabile e credibile” aveva detto Macron all’inizio di novembre nel dare qualche anticipazione della Lpm 2024-2030.

Inoltre le capacità informatiche saranno “migliorate in modo molto significativo” per avere “capacita’ informatiche di alto livello“. Oltreoceano la Francia procedera’ ad “investimenti aggiuntivi” in termini di capacita’ e personale, al fine di “avere forze di sovranita’ rafforzate per poter dare un graffio a chiunque voglia aggredire i nostri interessi”, in particolare nell’area Asia-Pacifico, dove – ha precisato l’Eliseo – preoccupano le mire espansionistiche della Cina. In risposta ai rischi di grandi conflitti interstatali “ad alta intensita'”, in un contesto geostrategico sempre piu’ teso, secondo la presidenza francese “alla luce della situazione in Ucraina, dobbiamo fare tutti un’introspezione”.

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Guardando ai risultati ottenuti dall’esercito di Kiev, l’Eliseo ha espresso l’intenzione di “adattare la nostra organizzazione di comando per poter agire in campo fisico e immateriale, agire di concerto, in modo sempre più efficiente”. D’altra parte, ha specificato la stessa fonte, non si tratta di modellare le esigenze di capacita’ francesi su quelle degli ucraini.

La Francia non è l’Ucraina, non ha gli stessi interessi di sicurezza, nessun confine con la Russia, abbiamo armi nucleari e apparteniamo all’Unione Europea e alla Nato” ha valutato l’Eliseo. Si tratterà, invece, di colmare le lacune nel campo dei droni e delle munizioni vaganti, ampiamente utilizzate nei conflitti in Nagorno-Karabakh e in Ucraina.

La Francia intende inoltre rafforzare le sue difese terra-aria e la sua capacità di attacco in profondità. In linea con il desiderio di Macron di sviluppare una “economia di guerra”, la legge di programmazione si prefiggera’ inoltre l’obiettivo di “avere cicli di produzione ottimizzati per soddisfare le esigenze degli eserciti“, sia in termini di munizioni che “per rispondere rapidamente alle aspettative di un partner” come l’Ucraina.

Pertanto l’esecutivo “si aspetta un maggiore impegno da parte dell’industria della difesa” per abbassare i propri costi e quelli di manutenzione degli apparati, che dovranno essere prodotti piu’ rapidamente, anche se questo significa essere meno sofisticati.

Ansioso di rafforzare la “forza morale” della nazione, il capo dello Stato punta infine a raddoppiare il numero dei riservisti, che attualmente sono 40 mila. “Stiamo passando da una logica di riparazione a una logica di trasformazione degli eserciti. Dobbiamo essere in grado di essere più efficienti ed efficaci”, ha sintetizzato una nota diramata dall’Eliseo prima degli annunci di Macron. La guerra in Ucraina ha spinto i Paesi europei piu’ riluttanti a destinare piu’ soldi alla loro difesa: ad esempio la Germania ha stanziato 100 miliardi di euro l’anno scorso per modernizzare i suoi eserciti.

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