L’importanza delle tradizioni

Arte, Cultura & Società

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La nostra società si sta profondamente impoverendo a livello etico ed  umano,  uno dei fattori che più di altri  contribuisce a questa involuzione è la mancanza di dialogo tra le varie generazioni  e di condivisione della quotidianità della vita. I nonni, che da sempre sono stati  l’appoggio di nipoti e i formatori delle migliori generazioni, nella frenetica ed omologata società post industriale, hanno perduto il loro ruolo di guida morale ed esperienziale a causa del disgregarsi dei sani rapporti in primis con i propri figli, troppo impegnati nel loro lavoro e troppo presi a difendere la loro solipsistica indipendenza ed il loro egoismo.  I nonni sono i depositari  anche delle diverse  tradizioni locali, profondamente identitarie ed originali, quando non ci saranno più con loro, ultime enciclopedie viventi, scomparirà una fetta notevole della nostra cultura italica locale. Spesso questi figli lavorano lontano dagli anziani genitori e sono così presi dalle loro cose che non fanno ritorno neppure per le festività natalizie e non si accorgono di stare sprecando anni preziosi che non torneranno più  per nessuno. Le tradizioni vivono di dialogo, del ritmo di un tempo lento  ed armonico fatto di vicinanza e condivisione di respiro, odori, riflessioni e risate. In particolare è il periodo del Natale a rappresentare lo scrigno delle tradizioni più importanti che, con i suoi riti e la sua sacralità, apre le porte della condivisione, del gioco, dell’amicizia e dell’amore. Il Natale non è una data precisa, sarebbe riduttivo pensarlo, ma è tutto un periodo che inizia per i cristiani con l’avvento, cioè con il momento liturgico che precede e prepara al Natale stesso, è un periodo di gioiosa attesa, speranza e di conversione dei cuori induriti dalla mancanza d’amore;  Natale  è la rievocazione dell’incarnazione di Dio che si fa uomo per condividere la limitatezza e la sofferenza umana è la possibilità per ognuno di rinascere ad una nuova vita riscoprendo la propria interiorità ed il bambino che vive in lui.  Natale è la festa del cristianesimo, che non deve chiamarsi in nessun altro modo perché è la festa della nascita di Cristo, è in fondo la festa più inclusiva mai realizzata dall’ uomo per l’uomo.  Per i cristiani la prima domenica di avvento( dal latino adventus cioè ” venuta, arrivo o attesa”) segna l’inizio dell’anno liturgico e nel rito romano comprende le quattro domeniche che precedono il Natale, ogni domenica ha un suo nome, delle letture tipiche e dei colori precisi.  Il colore dell’avvento è il viola perché richiama l’attesa e la penitenza, nelle terza domenica si può usare anche il rosa che indica la gioia per la venuta di Cristo, in chiesa vi è una corona formata da quattro candele che hanno i colori dell’avvento e   ogni una ha un preciso significato. Le prime parole dell’antifona d’ingresso alla Messa danno il nome alla domenica.   In questo clima di gioiosa attesa della nascita di Gesù Bambino(l’attesa della nascita di un figlio deve essere sempre gioia, perché è vita che si rinnova) , la prima festività è il sei dicembre,  giorno in cui si celebra San Nicola che nei paesi del nord divenne Babbo Natale, figura presa, come tipo,  dalla pubblicità  degli anni “trenta”, del Novecento. della Coca cola. Nella tradizione, questo Santo amato e venerato sia dalla chiesa cattolica che ortodossa, porta i doni ai bambini nella notte tra il cinque ed il sei dicembre;  nelle chiese si distribuiscono i panini benedetti di San Nicola a ricordo dell’abitudine del santo  di dare il pane ai bisognosi e ai malati . Altra festività prenatalizia è quella del tredici dicembre dedicata alla santa  di Siracusa Lucia. In molti paesi della Calabria e non solo la notte di Santa Lucia è speciale perché la Santa porta doni: “arriva su un asinello, come il Redentore, con gli occhi che brillano d’amore e porta doni ai bambini e a tutti quelli che hanno la fantasia, quando spuntano le stelle lei alla finestra bussa, lasciale con amore un mandarino o una noce della nostra montagna, lei li prende e se ne va con l’asinello che sempre l’accompagna. Questa è una notte che non puoi scordare, piena di ricordi e di magia che nel cuore sempre ti deve restare, è la nottata Santa di Lucia”.

L’otto dicembre, si celebra l’Immacolata Concezione, dogma proclamato l’8 dicembre 1854 da papa PioIX con la bolla”Inneffabilis Deus”, Dio scelse da sempre Maria perché fosse la Madre di suo Figlio e per compiere questa missione è stata concepita senza macchia, immacolata, priva del peccato originale. Maria è la via che Dio si è preparato per venire al mondo, la donna è quindi al centro del progetto salvifico di Dio che ne riconosce la straordinaria grandezza. Maria è l’icona dell’avvento e non è un caso che la si celebra in questo periodo, fa parte del mistero dell’Avvento. In questo periodo particolare in ogni provincia italiana ed addirittura in comuni diversi riprendono vita originali e antiche  tradizioni,  vengono realizzati dolci tipici che rimandano a secoli fa quando tutto era più semplice e vero; si realizzano dolci a base di miele, mandorle, noci, marmellate tipiche e nel sud Italia  vengono prodotti i tipici torroni dal sapore unico ed inconfondibile,  le scorze di agrumi danno colore e profumi, i fichi sono protagonisti  in tante versioni; la ricchezza e la varietà culturale dell’Italia, che ne fanno un paese unico al mondo, si esprime in questo periodo meraviglioso  anche attraverso una grande varietà dolciaria e culinaria che rimanda alle nostre diverse tradizioni; ovunque è un tripudio di colori, profumi e sapori. E anche il cibo si lega alla ritualità ed al sacro soprattutto la notte di Natale che è la notte della Nascita, della condivisione, dell’amore  e dell’accoglienza dello straniero infatti da tradizione la tavola deve essere apparecchiata per una persona in più e non si deve sparecchiare.  Il Natale è tanto di tutto: è la grande tradizione del presepe, istituito da San Francesco patrono dell’Italia, dove ogni personaggio ha un significato particolare e quindi indispensabile, uno dei personaggi più suggestivi è il dormiente, simbolo dell’umanità inconsapevole del miracolo che sta per accadere, ma anche di una umanità addormentata nel peccato. C’è poi la magia delle luci e dell’albero di Natale, la sua simbologia in fondo è la vita stessa e le luci la salvezza che brilla nelle tenebre.  Questa festa meravigliosa che dura così a lungo è in fondo la festa dell’uomo perché il Dio dell’amore si è chinato sino a lui e ne ha condiviso l’esistenza e la fatica di ogni giorno, ma è anche la festa dei bambini, dei vecchi, della famiglia che è il luogo dove la vita si forma, nasce ed è accolta, il luogo dell’uomo.

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