Organi dietro le quinte

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Uno dei crimini più aberranti diffusosi con lo sviluppo del grande progresso tecnico-scientifico è il traffico di organi; come sempre ciò che di bene viene scoperto, nelle mani dell’egoismo e della malvagità umana, diventa  foriero di male.  L’entità del fenomeno è poco conosciuta perché purtroppo non è sempre indagata da tutti gli Stati, né vi è una legislazione internazionale per contrastare questo agghiacciante commercio. Alcune Nazioni come Venezuela, Cina e, sorprendente a credersi, gli Stati Uniti non hanno incluso  “il prelievo di organi” nella loro legislazione penale transnazionale, mentre in altre come l’Iran e lo Yemen il commercio di organi è legale e ciò agevola la criminalità organizzata che ne trae lucro illegalmente ed è proprio per questo che spesso gli interventi di espianto si svolgono in questi Paesi. Si tratta di reati gravissimi contro l’umanità, ma purtroppo nella maggior parte dei casi non vengono denunciati dalle vittime per paura e per il timore di essere coinvolti nei procedimenti giudiziari che ne seguirebbero. Il fatto che vi siano poche indagini è un indicatore molto negativo. Una recente inchiesta denominata “ Glauco ”ha individuato e fermato circa quaranta persone facenti parte di una delle maggiori reti criminali che gestiscono il traffico di migranti tra l’Africa e l’Italia e già fortunatamente ci sono state delle condanne.  Nella memoria del cellulare di uno di questi trafficanti, un eritreo, sono state trovate immagini di pezzi di corpi smembrati di profughi consegnati ai loro carnefici. Purtroppo questo mercato è molto redditizio a causa della difficoltà a reperire un organo e delle lunghe liste di attesa per poter avere un trapianto urgente. L’uomo diventa così una sorta di contenitore di pezzi di ricambio per i ricchi che possono permettersi l’acquisto illegale e criminale di un organo. Come legislazione internazionale, nella Convenzione delle Nazioni Unite nel 2000 e nella Convenzione del Consiglio D’Europa è stato aggiunto il Protocollo di Palermo sulla lotta contro la tratta degli esseri umani. Va segnalato che nel 2015 si tenne a Santiago de Compostela la Convenzione del Consiglio d’Europa contro il traffico di organi umani, ma l’adesione dei governi fu scarsa. Questo fatto fa cadere dubbi inquietanti su chi riflette perché viene meno il principio dell’umanità e della tutela per tutti. Secondo un’intervista al criminologo Vincenzo Musacchio, del 1/ 12/22 di Pierluigi Miele su  RaiNews,  esiste purtroppo anche un mercato occulto protetto a volte anche da apparati statali di vertice. L’organizzazione non governativa Global Financial Integrity riferisce che il traffico di organi a livello globale si aggira tra gli 840 milioni  e i 2 miliardi di dollari. Si verificano circa dodicimila trapianti illegali l’anno. Di questi trapianti la maggior parte sono di reni, più di ottomila, seguiti da fegato, cuore, polmone e pancreas. Sembrerebbe però che tali dati siano riduttivi rispetto alla reale dimensione del crimine! Secondo il Global Financial Integrity il 10% dei trapianti effettuato ogni anno si avvale di organi provenienti dal “mercato nero”; a questo punto sorge spontanea una domanda: come fanno i neotrapiantati a curarsi dopo l’intervento, visto che ci sono delle procedure mediche antirigetto e visto che dovrebbero essere negli elenchi delle liste d’attesa ufficiali e legali e come mai gli ospedali pubblici o le cliniche private ignorano tutto? Inutile dire che se nel caso del rene spesso a vendere è il proprietario dello stesso organo, negli altri casi si configura con certezza l’omicidio e lo smembramento del corpo! Le mafie coinvolte in questo traffico sono in particolare quella nigeriana, che complice la migrazione clandestina ha preso piede anche da noi, quella albanese, cinese, russa, indiana e pakistana. Ma questa criminalità opera ovunque, anche nei territori di guerra con la complicità  di uomini dell’esercito, ma anche in paesi estremamente poveri come l’Afganistan, dove per la grave carenza di cibo la gente è pronta a vendere anche i propri reni o addirittura i figli. Il fenomeno è molto diffuso nei Paesi in via di sviluppo: Asia, Africa, ed in particolare in sud America. Questo traffico terrificante è agevolato e favorito dai nuovi mezzi di comunicazione come internet e i social network dove si trovano i potenziali clienti.  L’Italia per fortuna ha delle leggi che puniscono tali crimini: l’articolo 601-bis del nostro codice penale punisce con la reclusione da tre a dodici anni e con la multa da cinquantamila a trecentomila euro chiunque, illecitamente,  commercia,vende, acquista in qualsiasi modo e a qualsiasi titolo, procura o tratta organi o parti di organi prelevati da persona vivente. Qualora il fatto è compiuto da un medico, oltre alla condanna si applica  l’interdizione perpetua dall’esercizio della professione. Visto il quadro criminoso internazionale che sta dietro al disumano traffico di organi ci si augura che gli Stati trovino una soluzione legislativa internazionale il più possibile condivisa.

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