Alla fine, nessun parente si è fatto vivo per l’eredità di Marinella

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Tra dieci anni, spiega il legale del proprietario della villetta dove viveva la signora Beretta, trovata mummificata sulla sedia, i suoi beni finiranno allo Stato

di Manuela D’Alessandro

Marinella Beretta

 

AGI  –  Alla fine Marinella Beretta è rimasta  lì, su quella sedia dove era seduta da due anni ed è stata trovata mummificata il sei febbraio scorso. In attesa, anche dopo la morte. “Nessuno ha reclamato la sua eredità” spiega all’AGI l’avvocato Alberto Timponi che segue la pratica per conto del proprietario svizzero della villetta di Como che aveva lasciato alla donna l’usufrutto a vita. “Ora bisogna attendere il decorso decennale dalla morte della signora perché i suoi beni vengano assegnati allo Stato”.

I presunti parenti dileguati

L’appartamento di via Privata Oppidum era l’’isola’ alla periferia della città col lago nella quale viveva. Quando sono entrati i vigili del fuoco, chiamati dai vicini di casa terrorizzati perché gli alberi del suo giardino rischiavano di crollare per il vento, hanno trovato una casa linda, ordinata, appoggiata sul tavolo una lista della spesa. Nell’interrato 25 sacchi della spazzatura, segno forse che usciva di rado.

Resta il mistero su come questa donna, che appare nell’unica foto in circolazione curata e con dei vistosi orecchini, abbia trascorso la sua vita. Qualche vicino aveva parlato di un fidanzato che lavorava sulle navi, ma nessuno lo ha mai visto né prima né dopo che è stata uccisa da un malore sulla sedia della sua cucina.

Marinella Beretta, 72 anni, aveva un medico curante, che però non vedeva da molto tempo, dal quale si è appreso che soffriva di pressione alta. A un certo punto tre presunti lontani parenti si erano fatti vivi con l’avvocato ma poi si erano dileguati, forse spaventati dalle spese che avrebbero dovuto pagare per incassare l’eredità.  O forse non erano neppure dei suoi parenti.

Il mistero sulla sua vita

Non si è mai saputo se Marinella abbia mai lavorato, abbia avuto delle relazioni affettive e se ci sia stata a una crepa, un punto in cui la sua vita si è spezzata ed è diventata solitaria, forse per scelta. Il titolare di una piccola agenzia delle pompe funebri era stato colpito dalla notizia e si era presentato al Comune chiedendo di poter occuparsi lui del funerale, gratis.

Il  giorno delle esequie volute dal sindaco la comunità aveva cercato di riempire quel vuoto in cui è vissuta questa donna che nessuno ha cercato per un augurio di Natale o di compleanno, per un saluto, per un consiglio, nei mesi in cui il suo corpo ha cominciato a disidratarsi fino a che la sua pelle è diventata dura come il cuoio.

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