Istat: cala la produzione industriale in ottobre

Economia & Finanza

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L’indice destagionalizzato è diminuito dell’1% rispetto al mese di settembre. Su base annua il dato scende dell’1,6%. In crescita tendenziale la fabbricazione di mezzi di trasporto e la produzione di prodotti farmaceutici
 sede Istat (Agf)

 

A ottobre si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell’1,0% rispetto a settembre. Lo rileva l’Istat spiegando che, corretto per gli effetti di calendario, a ottobre l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dell’1,6% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a ottobre 2021).

Nella media del trimestre agosto-ottobre il livello della produzione aumenta dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni strumentali (+0,2%), mentre cala per i beni di consumo (-3,0%), per l’energia (-1,2%) e, marginalmente, per i beni intermedi (-0,1%).

In termini tendenziali, crescono solo i beni strumentali (+3,9%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-1,7%) e, in misura più marcata, i beni intermedi (-4,6%) e l’energia (-7,1%).

“A ottobre si rileva, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale dell’indice destagionalizzato della produzione industriale – osserva l’Istat nel commento – la dinamica negativa è estesa a quasi tutti i settori, con l’eccezione di quello dei beni strumentali. È, tuttavia, positivo l’andamento congiunturale nella media degli ultimi tre mesi.

In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, resta negativa la variazione sia per l’indice generale sia per i principali raggruppamenti di industrie, ad esclusione dei beni strumentali, unico settore in crescita marcata”.

Tra i settori di attività economica in crescita tendenziale si segnalano la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,5%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+7,3%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+4,9%).

Le flessioni più ampie si registrano nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,7%), nell’industria del legno, della carta e stampa (-6,1%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (-5,5%).

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