Il bonus cultura in Europa tra controlli, limiti e fallimenti

Economia & Finanza

Di

Dalla Francia alla Spagna passando per la Germania: ecco come funziona la misura dedicata ai neomaggiorenni nei principali Paesi europei

di Lucia Licciardi

AGI – La sua introduzione risale alla legge di Bilancio 2016. Il Bonus cultura, noto anche come 18App, 500 euro da spendere per musica, libri, biglietti di teatro e molto altro, era destinato a chiunque diventasse maggiorenne in quell’anno. Ma la misura è stata rinnovata di manovra in manovra con nuove risorse e, con l’ultima legge di Bilancio del governo Draghi, resa strutturale dal 2022 con una spesa massima annua di 230 milioni di euro.

Nessun Paese europeo, prima, aveva destinato fondi per i diciottenni, e nessun governo italiano aveva mai elargito denaro da spendere in cultura al raggiungimento della maggiore età. È anche vero che, secondo una ricerca della Commissione europea del 2016, anno del varo del bonus, che comparava come gli Stati membri avessero attuato la strategia europea per i giovani nel biennio 2013-2015, l’Italia aveva investito in quel periodo 5.278.360 euro del Fondo nazionale giovani, diviso tra Comuni (659.795 euro), Province (264.445 euro), Regioni (3.298.447 euro) e Stato centrale (1.055.672 euro) e quasi 128 milioni di euro per il Servizio civile, mentre, ad esempio, la Germania aveva stanziato 35.526.752.000 euro; la Francia 244.551.876 euro; la Spagna, nel pieno di una crisi, 25.924.000 euro.

Il bonus, dunque, poteva essere un primo passo per colmare questo ritardo italiano di attenzione verso il mondo giovanile, anche se in diversi casi documentati in tutta la penisola si è pure trasformato nell’ennesima frode ai danni dello Stato per importi ingenti, con credito ceduto in cambio di contante, vista in molti casi la farraginosità delle procedure per accedervi, compresa la necessaria identità elettronica di chi ne deve usufruire, o utilizzazioni al di là della pur ampia possibilità offerta, come confermano diversi atti giudiziari raccolti dall’AGI.

E proprio l’AGI cerca ora di capire come è andata in Italia e in tre altri paesi europei che, come sottolineava l’ex ministro della cultura Dario Franceschini, l’avevano ‘copiata’.

Italia

Partiamo dalla situazione italiana. Il Bonus cultura è da spendere attraverso un’app, 18App appunto, in cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonchè abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale, e, dal 2016 a oggi, ne hanno usufruito 2,5 milioni di neo maggiorenni, con un impiego di risorse di circa 1,1 miliardi di euro.

Nel 2017, secondo dati diffusi dall’allora Mibact, i nati nel 1998 lo hanno speso nell’80,6 % dei casi in libri, per un totale di quasi 133 milioni di euro tra acquisti online e in negozio; nell’8.9%, in concerti, cioè 15 milioni; nel 7.2% per il cinema, per 11 milioni; e solo nello 0,3% per musei ed eventi culturali.

Francia

In Francia, il Pass culture viene annunciato nel 2017 e, dopo una prima sperimentazione in alcune aree del paese nel 2019, reso operativo nel 2021. Al compimento dei 18 anni, i ragazzi ricevono un buono digitale di 300 euro da utilizzare per consumi culturali ‘comprati’ da 8.000 operatori autorizzati. Ci sono limiti sui contenuti che devono essere di produzione o co-produzione francese, ma sono inclusi anche gli abbonamenti digitali e i video-giochi.

Non sono mancate le critiche, tra le quali quelle dell’ex ministro della Cultura francese, Jack Lang, che ai microfoni dell’Inter France nel 2018 esplicita: “La Francia ha preso l’idea dall’Italia. Già a suo tempo ho discusso a lungo con Matteo Renzi confessandogli i miei timori e il mio scetticismo e in effetti non ho avuto torto. In Italia non c’è stato un reale aumento della partecipazione alla vita culturale del Paese. Infatti solo una minima parte ha speso il suo credito per l’entrata a musei o a teatri e la maggior parte, invece, l’ha investito in spettacoli di puro divertimento”. E già dopo il primo anno di applicazione, risulta che circa metà dei consumi sono spesi per l’acquisto di manga giapponese. Il governo francese, inoltre, ha introdotto nel 2022 anche un piccolo bonus per i minorenni (20 euro a 15 anni; 30 euro a 16 e 17 anni).

Spagna

Il governo spagnolo guidato da Pedro Sànchez nel 2021 ha varato un bonus per i diciottenni del tutto simile a quello italiano. Il Bono cultural, del valore di 400 euro, inserito nel bilancio statale a partire da questo anno, viene elargito a tutti i giovani spagnoli che compiono 18 anni nell’anno solare, e potrà essere speso in cultura (tranne che per le corride, benchè siano state dichiarate patrimonio culturale nel 2013), e quindi potrà servire per acquistare libri, per andare a teatro, al cinema, al museo, per vedere spettacoli di danza e musica.

Il primo ministro spagnolo ha espressamente citato, durante il suo annuncio in un vertice europeo in Slovenia, la Francia e l’Italia come paesi che hanno ispirato il provvedimento. Stanziate risorse per 200 milioni di euro per oltre 450.000 ragazzi nati nel 2004 che sono diventati maggiorenni nel corso di questo anno. In Spagna, la fascia d’età tra i 18 e i 25 anni è tra quelle che più frequentano i luoghi della cultura e quella che legge più libri.

La dotazione del bonus puo’ essere spesa con alcuni limiti, tra cui il tetto 200 euro per biglietti per spettacoli dal vivo e 100 euro per l’acquisto di beni. Non essendo ancora concluso il primo anno di vita del bonus, non ci sono dati disponibili sul suo successo; ma il 3 novembre scorso il quotidiano spagnolo El Pai’s scrive che nei primi dieci mesi del 2022 meno del 60% dei diciottenni ne aveva fatto richiesta per alcuni problemi nella procedura per l’iscrizione.

La Spagna, però, aveva già sperimentato iniziative simili. Nel 2017, l’amministrazione comunale di Madrid aveva introdotto un buono per i giovani dai 16 ai 26 anni, chiamato Jobo, con il quale era possibile ottenere l’accesso gratuito ad alcuni eventi organizzati dall’area cultura dell’amministrazione della capitale, e a Barcellona, nel 2020, fu varato un bonus da 10 euro rivolto a tutti i cittadini, e messo a disposizione per andare al cinema, a concerti, a teatro, oppure per comperare libri.

Germania

Il Kultur pass in Germania è stato annunciato l’11 novembre scorso dal ministro della Cultura del governo federale Claudia Roth, ma sarà introdotto nel secondo semestre del 2023. Si tratterà di un buono da 200 euro per i neodiciottenni, da usare per libri, concerti ed eventi a teatro, ma non per sulle grandi piattaforme online, come Amazon o Spotify, e con limiti di spesa per i singoli acquisti. L’obiettivo è quello di favorire il commercio e gli eventi a livello locale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube