Al via la settimana di scioperi e manifestazioni contro la manovra economica

Economia & Finanza

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Le mobilitazioni, a livello regionale, sono state indette dalla Cgil e dalla Uil per rivendicare una legge di bilancio “più giusta per le persone e più utile per il Paese”. Fuori dal coro la Cisl: “È nostro dovere stare al tavolo”
© Francesco Fotia / AGF
– Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini

 

AGI –  Al via da oggi una settimana di manifestazioni e scioperi promossi da Cgil e Uil, organizzati a livello regionale, “per cambiare una manovra sbagliata e contro il lavoro, per rivendicare una manovra più giusta per le persone e più utile per il Paese“.

I sindacati, spiega una nota della Cgill chiedono: di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale); di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai Ccnl un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia; di cancellare la Legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

La prima regione a mobilitarsi è la Calabria con lo sciopero e la manifestazione in programma per oggi. Domani, sarà la volta della Sicilia e dell’Umbria. A Perugia, in piazza Italia, alle 11, interverrà il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.

La Puglia sciopererà giovedì 14 dicembre, la manifestazione regionale che si terrà a Bari, in piazza Federico II di Svevia, alle 11.30, sarà conclusa da Landini. Lo stesso giorno mobilitazioni anche in Trentino, Valle d’Aosta e Veneto.

Giovedì 15 dicembre incroceranno le braccia le lavoratrici e i lavoratori di Marche, Abruzzo e Piemonte.

Venerdì 16 dicembre scenderanno in piazza, contestualmente agli scioperi, tutte le altre regioni: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio.

Landini concluderà la manifestazione che si terrà a Roma, in piazza Madonna di Loreto, a partire dalle 10.

Lunedì si apre una settimana decisiva per approvare il documento entro il 31 dicembre ed evitare l’esercizio provvisorio di bilancio. Si tratta sulle pensioni, di anzianità e quota 103. Sul banco 35 miliardi di euro, con due terzi bloccati dalle misure contro il caro energia

Fuori dal coro, tra i tre sindacati confederali, è la Cisl che non ritiene opportuno lo sciopero contro la manovra del governo. “L’interlocuzione è aperta ed è nostro preciso dovere stare al tavolo per raddrizzare questa manovra insieme. Lo sciopero non è un tabù, ma in questo momento  – afferma il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in una lunga intervista oggi a ‘Libero’ – non è lo strumento giusto. Davanti alle sfide che ci attendono e alle difficoltà di una crisi aggravata da guerra e inflazione occorre un grande senso di responsabilità da parte di tutti”.
Convinto della necessità di incrociare le braccia è invece, il leader della Cgil che non appare sorpreso dalla linea della Cisl.  “Noi insieme alla Uil – ha detto Maurizio Landini, ospite di Agorà su Rai 3 – abbiamo ritenuto che era necessario, visto che non siamo stati ascoltati dal governo, scendere in piazza per chiedere che il Parlamento e il governo cambino la loro politica, non abbiamo altri strumenti, o ci ascoltano e dimostriamo di avere consenso o non cambia nulla. Questa cosa non è nuova, anche con il governo Draghi allo sciopero generale arrivammo insieme alla Uil e per fortuna perché una serie di provvedimenti che oggi il governo Meloni vende come i suoi sono frutto della nostra mobilitazione”.

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