Scattano il price cap e l’embargo Ue sul petrolio russo

Economia & Finanza

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Il tetto fissato a 60 dollari al barile. Prezzi del greggio in rialzo. Yuan ai massimi da metà settembre sulla scia dei segnali di allentamento delle rigide misure anti Covid in Cina, aspettative che trainano le piazze asiatiche. Hong Kong guadagna oltre il 4%

di Giorgia Ariosto

AGI – È entrato in vigore l’embargo Ue alle importazioni (via mare) di petrolio russo e il price cap concordato tra Ue, G7 e Australia, nel tentativo dell’Occidente di limitare la capacità di Mosca di finanziare la guerra in Ucraina. Il nuovo limite al prezzo del petrolio russo è fissato a 60 dollari al barile. L’accordo consente di spedire il petrolio russo a Paesi terzi utilizzando navi cisterna del G7 e dell’Ue, solo se il carico viene acquistato a un prezzo pari o inferiore al limite massimo.

La Russia ha già detto che non rispetterà la misura anche se dovrà tagliare la produzione. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che il provvedimento non influenzerà l’andamento e il finanziamento della “operazione militare speciale”.

Gli Stati del G7 e l’Australia hanno concordato un tetto massimo di 60 dollari al barile per il prezzo del greggio russo trasportato via mare, dopo che i membri dell’Unione europea hanno superato la resistenza della Polonia. “Stiamo lavorando su meccanismi che vietino l’uso dello strumento del price cap, a prescindere dal livello fissato, perché tale interferenza potrebbe destabilizzare ulteriormente il mercato – ha detto il vice primo ministro russo Alexander Novak – Venderemo petrolio e prodotti petroliferi solo a quei Paesi che lavoreranno con noi alle condizioni di mercato, anche se dovessimo ridurre un po’ la produzione”.

L’accordo del G7 consente di inviare il petrolio russo a Paesi terzi utilizzando petroliere del G7 e dell’Ue, compagnie assicurative e istituti di credito, solo se il carico viene acquistato a un prezzo pari o inferiore al tetto di 60 dollari.

Borse asiatiche positive, corre Hong Kong

Borse asiatiche in forte rialzo grazie alle attese di un ammorbidimento delle forti restrizioni sanitari in Cina. Altre città cinesi, tra cui Shanghai, una settimana dopo le storiche proteste, hanno annunciato un allentamento delle restrizioni mentre Pechino cerca di rendere più mirata e meno rigida la sua politica sanitaria.

Le autorità cinesi adottano un approccio più pragmatico nel contenimento del virus. Tamponi meno capillari e riaperture di negozi e luoghi di ritrovo. Sopratutto dopo le proteste che hanno infiammato le principali città

A Tokyo l’indice Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,15% a 27.820,40 punti. L’indice composito di Shanghai ha terminato la seduta con un progresso dell’1,8% a 3.211,81 punti mentre quello di Shenzhen segna un rialzo dello 0,88%, a quota 2.062,63. Vola Hong Kong con l’indice Hang Seng che balza di oltre il 4,4% a 19.511 punti.

Come hanno aperto i mercati

Borse europee: i listini del vecchio continente aprono deboli e poco mossi nell’avvio di una settimana che si prospetta interlocutoria, in attesa delle riunioni di Fed a Bce di metà dicembre. Nei primi scambi, a Francoforte il Dax cede lo 0,21% a 14.449,45 punti, a Londra l’Ftse 100 segna +0,03% a 7.558,55 punti, a Parigi il Cac 40 si attesta a +0,01% a 6.742,63 punti e a Madrid l’Ibex-35 cala dello 0,10% a 8.374,63 punti. A Piazza Affari l’Ftse Mib cala delo 0,20%.

Petrolio: i future del Wti guadagnano lo 0,59% a 80,46 dollari al barile mentre quelli del Brent salgono dello 0,51% a 86 dollari al barile.

Gas: Prezzo in rialzo in avvio di contrattazioni in Europa, poiché le temperature sono destinate a scendere con l’arrivo dell’inverno, riducendo le scorte. Al Ttf di Amsterdam, hub di riferimento europeo, i contratti sono scambiati a 146,5 euro al megawattora, in rialzo dell’8,05%.

Cambi: Dollaro debole in avvio dopo una settimana difficile, mentre lo yuan vola ai massimi da metà settembre sulla scia dei segnali di allentamento delle rigide misure anti Covid in Cina. L’euro apre in rialzo sul biglietto verde a quota 1,0569 dollari e avanza nei confronti dello yen a 142,39. Il dollaro è scivolato sotto i 7 yuan negli scambi offshore, mentre lo yuan onshore ha fatto un balzo dell’1,4% circa fino a 6,9507, il valore piu’ alto dal 13 settembre. Dollaro/yen a 134,69.

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