Papa Francesco: “La fame nel mondo finirebbe se per un anno non si facessero armi”

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Il pontefice è tornato sul conflitto in Ucraina e sull’importanza della fede e dell’altruismo: “Chi aiuta soltanto e non adora è un ateo buono, niente di più. Chi adora e non aiuta, è un cinico, un bugiardo. Le due cose vanno insieme”
Papa Francesco

 

AGI – “Mi fa soffrire questo della guerra. Fratelli contro fratelli, ma non solo questo. Pensare che in un secolo ci sono state tre guerre mondiali: 39-45, 14-18 e questa. Pensare che se non si facessero armi per un anno, finirebbe la fame nel mondo, perché penso che è l’industria più grande”. Cosi’ Papa Francesco che lo scorso 2 dicembre ha ricevuto una delegazione del Seminario Rabbinico Latino Americano, proveniente dall’Argentina.

Il suo discorso a braccio è stato pubblicato oggi da Vatican News. “Pensare che una guerra si fa quando un impero si sente debole – ha continuato il Pontefice -, allora uccide per sentirsi forte e per usare le armi che deve vendere o dare per farne di nuove. Mi fa soffrire veder provare quei droni che giravano sull’Ucraina. Che sono armi nuove che stanno testando, a spese della gente che muore“.

La domanda che Papa Francesco si pone riguarda la mitezza dell’uomo trova la risposta in Geremia. Forte l’invito a lavorare come fratelli. “Contro una cultura della crudeltà, dell’uomo lupo per l’uomo, lavoriamo a partire dalla nostra fede, con questi libri sacri comuni e dando esempio di fraternità“, è la sua esortazione.

Il Pontefice si è soffermato anche su chi, riflettendo sulle sue parole, lo giudica “un comunista” perche’ “parla di cose sociali” invece di parlare di Dio. Sottolinea invece che “la giustizia del cuore” è presente nella Bibbia, “è sempre con Dio e il prossimo” pertanto si adora e si serve, si adora e si aiuta. “Chi aiuta soltanto e non adora è un ateo buono, niente di più. Chi adora e non aiuta, è un cinico, un bugiardo. Le due cose vanno insieme. E dobbiamo lottare per questo, affinché la nostra fede si faccia opere e che le nostre opere ci portino alla fede. È un circolo”, ha detto.

La delegazione del Seminario Rabbinico Latino-americano “Marshall T. Meyer”, in occasione dell’udienza, ha presentato al Papa una proposta di cambiamento sociale attraverso la formazione di leader, partendo da una prospettiva spirituale comune. Un obiettivo da raggiungere in unione con la Santa Sede e attraverso centri educativi, centri di spiritualità e movimenti giovanili. Il Seminario Rabbinico Latinoamericano è il principale centro di spiritualità e formazione ebraica in America Latina. È stato fondato nel 1962 nella citta’ di Buenos Aires dal rabbino Marshall T. Meyer e ha sedi a Montevideo e Santiago del Cile.

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