Piazze e opposizione. Così Letta vuole costruire una “sinistra moderna”

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Il 17 il principale partito di opposizione manifesterà contro una manovra definita “iniqua e senza prospettiva”. Il dialogo con le parti sociali appare però complesso
Enrico Letta

AGI – Un ‘dicembre caldo’ per rimettere insieme l’opposizione al governo e alla manovra. Non tanto e non solo in Parlamento, ma soprattutto nella società. Il segretario Enrico Letta rilancia l’appuntamento del 17, quando il Partito democratico sarà nelle piazze italiane contro la “manovra inqua e senza prospettiva” del governo e lo fa nel giorno in cui incontra i sindacati al Nazareno, secondo tempo della due giorni di ascolto delle parti sociali.
 Legge di bilancio “che non ha la prospettiva di una manovra”, che si caratterizza perche’ “iniqua” e con una agenda fiscale “dettata da chi le tasse le evade”, dice Letta che, dal palco del congresso Arci rilancia: “Il presidente del Consiglio ha detto che la manovra ‘indica la strada della nostra identità’. Farà danni duraturi, sceglie di farsi dettare l’agenda dagli evasori fiscali da chi non vuole la fedeltà fiscale. Abbiamo fatto una battaglia sul salario minimo perché fa parte del tentativo di difendere i lavoratori più deboli, faremo una battaglia per difendere i salari”.

E non sembra un caso che, uscendo dal Nazareno, il segretario generale della Cgil lanci l’idea, non di una manifestazione nazionale, ma di tante manifestazioni sui territori, nelle regioni. Landini ha incassato il ‘no, grazie’ della Uil, ma continua a lavorare al progetto con la Cisl e con tutte le forze sociali, culturali e politiche che condividono la convinzione che sia necessario cambiare la legge di bilancio.

E non solo: “Questo governo può durare cinque anni, va preso sul serio. Non possiamo stare a guardare, abbiamo bisogno di una alleanza vera nel Paese. Noi abbiamo bisogno di unire e non di dividere ulteriormente questo paese“.

La risposta di Letta è l’appello alla costruzione di “una sinistra radicata e moderna”. Parole che strappano applausi ai delegati e anche a Roberto Speranza e Nicola Fratoianni, seduti in platea. “Noi in parlamento faremo la nostra parte, ma in parlamento la destra ha una maggioranza larga e in parlamento c’è qualcuno già pronto a dare soccorso”, avverte Speranza con un riferimento chiaro a Carlo Calenda e Matteo Renzi, dopo l’incontro di pochi giorni fa a palazzo Chigi tra il segretario di Azione e la presidente del Consiglio.

Quindi, aggiunge Speranza, “da soli non ce la faremo, abbiamo bisogno di spinta, di partecipazione dal basso, di movimenti sociali che sappiano segnare una differenza nell’agenda di sinistra e sono convinto che l’Arci in questa esperienza e in questa storia possa essere il soggetto fondamentale di questa partita”.

Prima riunione del comitato costituente

Una costruzione che prosegue contemporaneamente anche nel congresso del Partito Democratico. Si è riunito per la prima volta il comitato costituente, il luogo voluto dal segretario Letta per allargare e consolidare questa idea di sinistra, attraverso la presenza di intellettuali, filosofi ed esponenti di quelle forze politiche e sociali che hanno accompagnato il Partito Democratico nei quasi due anni di guida Letta. Non a caso, Speranza ne è garante almeno quanto il segretario dem.

La prima parte del confronto nel comitato è stata focalizzata sulla Carta del 2007. Una carta dei valori che risente, per alcuni esponenti dem, degli anni che passano: allora, è il ragionamento, si era in piena infatuazione blairiana. Le crisi economiche che si sono affastellate dal 2008 ad oggi, complici anche pandemia e guerra, hanno prodotto una rivisitazione di quei principi, anche da chi li aveva abbracciati entusiasticamente. La discussione, in ogni caso, è ancora aperta sull’ampiezza del documento da elaborare.

Sui contenuti, il focus è stato sulla lotta alle disuguaglianze e sullo sviluppo sostenibile come possibile filo conduttore che leghi tutto il percorso costituente. Nei prossimi giorni si lavorerà in quattro sottocomitati sulla dimensione internazionale, sulla crisi della democrazia, partecipazione e stato di diritto, sullo sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile e sul lavoro, sulla società giusta e inclusiva, diritti, beni comuni (scuola, sanità).

Seguirà, poi, la fase di dialogo coi territori attraverso la ‘Bussola’, vademecum sui nodi del partito, e la consultazione con circoli e aderenti. Il 16 dicembre e il 13 gennaio prossime riunioni gia’ fissate della plenaria del Comitato. In corso, infine, un lavoro di raccordo con le Carte dei Valori di altri “partiti fratelli” in giro per l’Europa.

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